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Sommario:   SU DI MORALE – LA PRIVACY DI RENZI – FATEMI CAPIRE – FORMICHE 

 

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SU DI MORALE !

Sarà per il correre degli anni, ma mi sento sempre più un alieno: ascolto musica che mi sembra immondizia eppure viene pompata come “top” a livello planetario, assisto a show televisivi che personalmente mi sembrano di demenza collettiva, ascolto notizie che assomigliano molto a quelle del Regime, visto l’allineamento di quasi tutti i media ossequenti.

Parole fatte, fritte e rifritte, banali ma utili a riempire i TG con sempre largo spazio alla “cronaca nera” che sembra riempire le menti di milioni di persone, ma censura aperta su tanti temi che non vanno o alle voci che escono dal coro (valga la questione pandemia sulla quale mi sembra ci sia sempre meno chiarezza).

Ossequio internazionale ai “buoni” e dileggio ai “cattivi” (sempre quelli) cui vanno imputate tutte le nefandezze cosmiche. Accurato silenzio su come risolvere concretamente i temi irrisolti, ma spazio per gli show di chi protesta per  i “bla bla bla” (vedi Greta) che però riproduce analoghi “bla bla bla” senza mai andare a prendersela  con chi veramente ha la responsabilità dei disastri. Così l’Italia si autodistrugge il futuro auto-vietandosi ogni ricerca petrolifera o atomica, mentre la Cina aumenta di un milione di tonnellate al giorno l’estrazione di carbone… mah.

 

Ma non è vero che tutto va male: innanzitutto ogni giorno incontro una infinità di gente che la pensa come me eppure sta zitta, temendo di uscire allo scoperto, ma poi scopro sempre più grandi pozzi di volontariato, disponibilità, attenzione al prossimo che sui media non passano mai.

Alla fine tante volte il silenzio è meglio del caos, gli esseri umani sono diversi – per fortuna – da come spesso vengono dipinti e nel mondo c’è ancora spazio per Speranza, Fede, solidarietà.

Se ci penso torno su di morale, mi guardo indietro e penso a come vivevano nonni e bisnonni. Ci lamentiamo tanto per l’oggi ma nel passato non c’erano sicurezza, assistenza sociale, medicine, consumi voluttuari, mille scoperte che soprattutto negli ultimi 150 anni hanno trasformato (in meglio) la nostra vita: credetemi, alla fine siamo ancora noi i più fortunati.

 

LA PRIVACY DI RENZI (E QUELLA DEGLI ALTRI)

Che tra Matteo Renzi e il M5S ci sia da mesi una guerra dichiarata è cosa pacifica, con reciproci colpi bassi. La pubblicazione sul quotidiano “Il Fatto” (organo ufficioso dei grillini) degli estratti conti bancari di Renzi ha fatto scalpore sia per gli importi che per le motivazioni, ma anche perchè tra le persone serie ci si è cominciato a chiedere se sia corretto o meno renderli pubblici.

Non smentiti, risultano tra gli altri cospicui versamenti a Renzi di una società di consulenza del Regno Unito e da parte di un quotidiano coreano, ma soprattutto di due società italiane di cui una fondata da Alessandro Benetton e persino versamenti dal governo dell’Arabia Saudita.  Per “conferenze” dal 2018 al 2020, il senatore – oggi leader di Italia Viva – ha guadagnato oltre 2,6 milioni di euro e il dettaglio degli incassi dell’ex premier sono finiti agli atti dell’indagine della Procura di Firenze dove Renzi è accusato di concorso in finanziamento illecito assieme agli ex ministri Luca Lotti e Maria Elena Boschi.

Al centro dell’indagine ci sono i contributi finiti nelle casse della Open, associazione che i magistrati ritengono essere stata un’articolazione politico-organizzativa della corrente renziana del Pd, mentre gli incassi personali dell’ex premier non sono – almeno per ora – oggetto di indagine.

Fin qui la cronaca, ma credo che il problema sia ben più ampio, innanzitutto perché Renzi non è Obama ed appare perlomeno stravagante pagare in modo così elevato per ascoltare i suoi discorsi, ma – questione di fondo – visto che Renzi questi redditi li ha dichiarati ufficialmente è legittimo renderli pubblici?

Siamo in uno strano paese dove se uno vuole bloccare qualcosa invoca la violazione della “privacy” su tutte le tematiche più assurde, poi si spiattellano in piazza gli affari privati di un Renzi che potrà essere più o meno simpatico, ma ha pur gli stessi diritti di ogni cittadino.

Pochi si sono posti lo stesso problema con Berlusconi o altri leader, linciati per anni sui media con uno sputtanamento quotidiano basato su vere o false rivelazioni, registrazioni, intercettazioni, documenti e verbali che venivano pubblicati in quantità. Questo perché erano considerati comunque “cattivi” dai media e quindi da distruggere, ma in tutti i casi è evidente che serve una linea corretta di comportamento che deve valere per tutti.

Ciò avviene perché la riservatezza che dovrebbe legare le indagini penali fino al processo è una pagliacciata, con larga pubblicazione di verbali, interrogatori, intercettazioni che diventano veri e propri ricatti mediatici, spesso ancor prima che vengano messi a conoscenza degli stessi interessati.

Altre volte, invece, le indagini proseguono per anni nella riservatezza più assoluta: come mai?

Eppure non mi risulta che un magistrato o un collaboratore di tribunale sia mai stato condannato per aver contribuito a diffondere carte riservate e questa è un’altra anomalia sulla quale la giustizia italiana ama sorvolare.

Servono insomma norme chiare e pene severe per chi le viola, anche perché un conto è pubblicare le pruderie peccaminose dei potenti di turno, un altro chiedersi se l’opinione pubblica abbia o no il diritto di sapere “chi” paga la politica e quali siano invece i dati “sensibili”.

Per esempio una buona proposta sarebbe quella di obbligare tutti gli esponenti politici non solo a pubblicizzare i propri redditi (avviene già) ma anche ad indicare fonti e motivazioni di finanziamenti, regalie, gettoni, compensi legati all’attività politica.

Così come è altrettanto evidente che le cose cambiano se a “lubrificare” è un politico pagando qualcuno, o se è a sua volta “lubrificato”.

Soprattutto quando un politico è in carica questo lubrificante potrebbe diventare un modo comodo per ingraziarsi una benevola attenzione, sua o del suo partito: un emendamento a una legge o una “spintarella” per una fornitura può valere milioni. Se a “lubrificare” sono poi regimi discutibili – si pensino le forniture militari italiane all’Arabia Saudita, da anni in embargo ufficiale per la guerra in Yemen, o le cessioni societarie in campo aereonautico avvenute durante il governo Renzi (che non hanno salvato però né Alitalia né Meridiana né la Piaggio) – capite che può andarci di mezzo anche la sicurezza nazionale.

Ma torniamo al punto di partenza: c’è o no una privacy da rispettare? Anziché filosofeggiare sui massimi sistemi confezionando soltanto tonnellate di inutili scartoffie che quotidianamente firmiamo senza poterle neppure leggere, la relativa “Autority” (che ci costa un sacco di soldi) esprima con chiarezza almeno delle indicazioni in merito e che – soprattutto – siano finalmente delle regole che valgano per tutti, giudici compresi.

 

FATEMI CAPIRE: IMMIGRAZIONE

Questo titoletto diventerà un tormentone, ma continuerò a proporlo quando mi sembrerà oscuro, reticente o contraddittorio il modo di presentare una questione all’opinione pubblica.

 

Non capisco perché (media dixit) sia “colpa” della Bielorussia lo spingere profughi verso la Polonia, ma con nessuno che in Europa se la prende con Tunisia e Libia che lasciano partire migliaia di poveracci verso l’Italia e spesso conoscono e finanziano gli scafisti. Così come non capisco come possa non essere sanzionata a livello europeo Malta che rifiuta di accogliere i profughi sul proprio territorio, esattamente come non mi quadra che Spagna, Germania ed Olanda NON siano responsabili (almeno pro-quota) dei profughi che le LORO navi umanitarie sbarcano in Italia.

Al di là di ogni aspetto umanitario, l’ Europa non è credibile ed andrà alla dissoluzione se continuerà a comportarsi  in modo cinicamente così difforme a seconda della simpatia od antipatia politica di Bruxelles verso qualche suo stato-membro e non può tenere linee di condotta così diverse in politica estera verso le nazioni extra UE  che siano confinanti con l’Unione.

 

FORMICHE

Da circa un anno collaboro ad una rivista on line che mi sembra ben fatta: FORMICHE, testata diretta da Giorgio Rutelli e Valeria Covato che ospita approfondimenti quotidiani su molti argomenti di attualità.

Cercate “www.formiche.net “per dare un’occhiata,  aggiungendo “zacchera” se si vogliono  leggere i miei articoli spesso ripresi o sintetizzati sul “Punto”.

 

UN SALUTO A TUTTI                                                                                         MARCO ZACCHERA

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

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