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Caso Ciro Grillo. Io non potrei fare il giudice
L’altra sera, durante la trasmissione “Controcorrente” su Rete 4, con gran pena, ed anche irritazione giacché tutto in questo genere di trasmissioni diventa spettacolo, ho ascoltato in parte il racconto della ragazza che ha denunciato Ciro Grillo e compagni di violenza carnale. Non si comprende perché la trasmissione abbia quel titolo, considerato che la conduttrice segue sempre la corrente, specialmente quando l’argomento è la vaccinazione contro il Covid, oppure il green pass. Ma non è di questo che volevo parlare. Ho ascoltato, dicevo, con gran pena la terribile storia, e in cuor mio, confesso, ho già condannato Ciro e compagni, prima del processo. Infatti, per ritenere il racconto, tale dettagliatissimo racconto, un’invenzione, per non fidarmi della ragazza, dovrei pensare che sia posseduta dal demonio o che sia una strega. Ma non credo alle possessioni diaboliche e neppure che esistano le streghe. Non è diabolica, la ragazza, e non è una strega. Sono persuaso che racconti il vero, che sia sincera. Persuasissimo. Il che significa, ovviamente, che non potrei mai fare il giudice.
Renato Pierri

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