ANIME OSPITI
di e con Daniele Sidonio e Carlo Valente
Regia di Eleonora Tosto
Sabato 18 dicembre ore 20
Altrove Teatro Studio- Via Giorgio Scalia,53 Roma
Sabato 18 dicembre all’Altrove Teatro Studio, andrà in scena lo spettacolo “Anime ospiti”, scritto e interpretato da Daniele Sidonio assieme al cantautore Carlo Valente. La mise en espace è una visione soggettiva dello statuto narrativo delle canzoni di Vinicio Capossela, rappresentate attraverso il filtro tematico del viaggio.
Lo spettacolo è inserito nella rassegna Ri-Creazioni. AdoRiza canta i cantautori, ideata dal collettivo AdoRiza (Targa Tenco 2019 per il miglior album a progetto), di cui Valente fa parte, per omaggiare i cantautori e dare nuova voce alle “voci di un’altra età”.
«Se la canzone sposa lo statuto della letteratura, partendo dal mondo reale per creare mondi altri» – spiega l’autore del testo Daniele Sidonio – «Vinicio Capossela oltre che cantautore è un creatore di nuovi mondi. I suoi dischi, dai lampi da pianobar degli anni Novanta ai kolossal mitologici degli anni Zero e Dieci, sono figli di una poetica che mette al centro il linguaggio, materia prima di una storia, il racconto, e soprattutto l’uomo».
Tra città vissute e immaginate, luoghi dell’anima, partenze verso rifugi allegorici e ritorni, Carlo Valente e Daniele Sidonio trasformano il viaggio discografico di Capossela in carne viva sul palco, tra cappelli e luci da bar. Lo spettacolo affronta anche le altre tematiche della poetica del cantautore nato ad Hannover, come l’amore e la vicinanza agli ultimi, e prenderà canzoni da ogni disco, a partire da All’una e trentacinque circa (1990) fino a Ballate per uomini e bestie (2019).
Non un classico reading, ma un ibrido, con elementi di messa in scena, grazie alla regia di Eleonora Tosto, interprete e attrice teatrale. I due corpi sul palco dialogheranno tra loro e con diversi oggetti di scena, per rendere più concreto il viaggio immaginato dall’autore delle canzoni e dall’autore del testo.
«Nel dirigere Anime ospiti ho accettato la sfida di mostrare ciò che non si vede» – racconta la regista Eleonora Tosto – «di “filmare il fuori campo”, l’invisibile, per rispettare, anzi esaltare, la potenza evocativa del testo. In questo modo ho cercato le tracce dell’autore, che sulla scena si ri-costruisce».
Il viaggio comincia dalla strada e finisce col treno, caposaldo del nostos, che raccoglie il sentimento fondante di chi non ha radici e che ha passato una vita intera a tornare: la nostos-algia, il dolore del ritorno.
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