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Sommario: AUGURI – RIFLESSIONI POST USA – PATTI E FREGATURE – DA CADORNA E GINO STRADA.

 

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AUGURI…

Spesso si fanno per consuetudine e in modo scontato, tra un incrocio di miliardi di SMS e regali più o meno utili, ma ai lettori de IL PUNTO vorrei che i miei arrivassero come piccolo segno di amicizia “vera” e  soprattutto di ringraziamento per l’attenzione che mio avete dimostrato durante questo quasi ventennale appuntamento settimanale di condivisione e – a volte –  anche di profonda divergenza.

L’augurio di BUON ANNO è “laico” e quindi vale per tutti, ma quello di BUON NATALE non lo è: vale solo per chi ritiene davvero che il messaggio cristiano sia utile e forse indispensabile  in questo mondo travagliato e diviso, spaventato e spesso pieno di contrapposizioni e violenza.

Una volta il giorno di Natale si fermavano le guerre, impegnamoci  almeno ad un momento di riflessione con noi stessi, che sia di bilancio e di rilancio: ne abbiamo tutti bisogno.

Una “festa della luce” che la porti a tutti noi.

 

RITORNO NEGLI USA

Dopo quasi due anni di assenza forzata sono ritornato nel sud degli USA notando molti cambiamenti, ma anche come questo paese si sia già scrollato di dosso le angosce del Covid mentre noi europei siamo ormai allo psicodramma. In Florida, per esempio, se atterrate a Miami scoprirete che qui il problema, almeno ufficialmente, quasi non esiste.

Ron De Santis, il giovanissimo governatore repubblicano (aveva solo 41 anni al momento della sua elezione, nel 2019) ha infatti deciso di affrontare la pandemia con una strategia di basso profilo soprattutto per accogliere a braccia aperte i milioni di turisti che arrivano in queste settimane a scaldarsi sulle assolate spiagge del Golfo del  Messico lasciando il Canada e gli stati del Nord americano seppelliti dalla neve.

D’altronde i numeri per il Governatore parlano chiaro. Su 21 milioni di abitanti  censiti (ma in realtà siamo sui 24 milioni, comprendendo   turisti   ed   immigrati   più   o   meno   al   limite   della regolarità) i contagi sono molto meno dei valori italiani con circa 2500 casi al giorno, le vaccinazioni (libere e gratuite, anche per i turisti, basta presentarsi da un medico oppure –  senza preavviso – in una qualunque farmacia) hanno coperto il 65% della popolazione con una media di decessi che dopo un picco a settembre è ora intorno ai 40 al giorno.

Per uno stato dove gli anziani sono molto numerosi non è un bilancio troppo negativo.

Di Covid soprattutto se ne parla poco sui giornali e nei media e l’impressione  visiva  è che il problema  sia considerato marginale: nessuna mascherina, libero ingresso ai supermercati, agli spettacoli e negli uffici   pubblici   (dove   ben   pochi   impiegati   sono   comunque “mascherati”)   e   tutti   tendono   a   minimizzare sottolineando   che   le   statistiche   federali   confermano   come   quelle dello “Sunshine State” siano migliori di quelle nazionali e che quindi l’epidemia conta poco in un’area dove l’inverno è soprattutto il “top”   della   stagione  turistica.

Minimizzare è anche una scelta politica negli stati a maggioranza repubblicana rispetto a quelli guidati dai democratici, stati in rotta di collisione con Joe Biden e relative autorità federali che chiedono più precauzioni. Ron De Santis non fa una piega e la sua ricetta è semplice: “Il vaccino qui da noi è gratis, libero, immediato: vaccinatevi e non pensateci più”. Ovviamente schierati con lui operatori turistici e imprenditori che hanno visto un boom delle presenze, anche perché il lavoro a distanza ha incentivato il trasferimento al sole piuttosto che tra le nevi del nord. Anche per questo si assiste in Florida ad un vero e proprio boom immobiliare con quotazioni salite anche del 30% dopo l’inizio della pandemia. Il business si vede: non c’è una vetrina in cui non si cerchino nuovi dipendenti, mente i prezzi di tutti i generi tendono nettamente ad aumentare, come peraltro in tutti gli States.

Una crescita ufficiale che a novembre ha superato negli USA il 6,8% su base annua, ma tutti sono convinti che concretamente si sia sopra il 10% mentre il prezzo della benzina ha raggiunto il “folle” costo di 90 centesimi di euro al litro, il che negli USA sembra scandaloso.

All’appello mancano i turisti europei, certo, ma sono poca cosa quando un  intero  continente  sembra  volersi rifugiare sulle spiagge assolate e se  il  Covid è un problema meglio esorcizzarlo non parlandone e soprattutto senza dargli un’eccessiva importanza. Il tema è diventato anche motivo di contesa elettorale con De Santis che ha giocato molto sul contrasto “soft” alla pandemia e che studia da Presidente quando, prima o poi, verrà definitivamente archiviato Trump in campo repubblicano.

De Santis ha il tempo dalla sua e se Trump dovesse ritirarsi in vista del 2024 (ma per ora sembra non averne la minima voglia) ecco che un successo in chiave Covid potrebbe spianargli la strada anche sul piano nazionale.

Intanto Trump (che in Florida ha una delle sue roccaforti, almeno nel ricco sud dello stato, perché   la   parte   nera   intorno   alla   capitale Tallahassee è un’altra cosa) conferma di volersi ripresentare e qua e là i suoi supporters agitano già le bandiere  agli incroci delle strade: tra 11 mesi ci saranno le elezioni di metà mandato, si rivota mezzo Parlamento e non mancheranno colpi di scena.

 

PATTI  E  FREGATURE

Per due giorni si è parlato dei misteriosi “patti del Quirinale” sottoscritti tra Italia e Francia, poi su di essi è calato un assoluto e tombale silenzio, eppure Di Maio li aveva definiti “un evento storico”: strano.

Attenti però che il silenzio non porti a possibili fregature. Per esempio c’è il rischio che il concordato rafforzamento delle frontiere europee avvenga anche all’interno della UE, ovvero – tanto per essere chiari – che i francesi potranno rispedire in Italia chi arrivasse da loro proveniente dal nostro paese senza avere le carte in regola.

Visto che la ministro Lamorgese ha confermato nei giorni scorsi come gli ingressi via mare in Italia proseguono con un ritmo doppio dell’anno scorso e quadruplo rispetto a due anni fa, ma che su circa 60.000 arrivi solo 97 (novantasette!!) sono stati accolti in Europa dal primo gennaio a fine mese scorso, è ora che Draghi chieda finalmente a Bruxelles chiarezza e rispetto.

Questo anche perché in concreto tante belle parole come “gestione coordinata”, “integrazione europea”, “solidarietà”, “porte aperte” ecc.ecc. sembrano sottolineare  solo che – da una parte – per 3.000 profughi che dal Medio Oriente volevano entrare in Polonia per andare a lavorare in Germania via Bielorussia l’Europa si è scatenata contro Minsk (e contro Putin, “il favoreggiatore occulto”), ma per 60.000 persone arrivate in Italia scaricateci da ONG spesso di altri paesi europei non solo l’UE non batte ciglio, ma neppure contribuisce né – tantomeno – accoglie: dov’è la logica e la coerenza?

 

DA CADORNA A GINO STRADA

La giunta comunale di Verbania ha deciso di appoggiare la richiesta di cambiare il nome della “mia” ex scuola media da “Lugi Cadorna” a “Gino Strada”. Premesso che Luigi Cadorna era un esponente di una famiglia locale, nato e vissuto nella nostra città (dove è sepolto) credo che gli storici abbiano in parte rivalutato la figura del “generalissimo” che ha comandato le forze armate italiane nella I guerra mondiale e non era solo un macellaio, come è stato a volte descritto.

Ma quello che non accetto – e personalmente scriverò al prefetto di Verbania invitandolo a non dare il suo avvallo alla nuova intitolazione – è dedicare l’Istituto scolastico proprio a Gino Strada che non è stato solo il fondatore di Emergency ma anche un violento esponente – mai pentito! – di quella estrema sinistra milanese che intorno agli anni ’70 si è resa responsabile di decine di aggressioni brutali a carico di avversari politici (o presunti tali) e Forze dell’Ordine. Non solo: non tutto luccica in “Emergency” di cui non si conosce un bilancio ufficiale e che spesso – come in Afghanistan – in nome del pacifismo ha preso posizioni antitetiche alla presenza militare italiana votata dal Parlamento, parteggiando apertamente con chi sparava alle nostre truppe.

Certamente Strada è stata una personalità complessa e sfaccettata, dividente e di parte, icona di quella sinistra che va per la maggiore e quindi viene riverita ed ossequiata, ma se esprimo rispetto per la figura di Strada, scomparso un anno fa, non sono d’accordo che proprio  la “mia” scuola cambi intitolazione e mi auguro che altri sollevino questa protesta.

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Come tradizione, per il periodo delle feste natalizie IL PUNTO “rallenta” nelle sue uscite e quindi NON uscirà venerdì prossimo,  vigilia di Natale, ma comunque mi leggerete prima della fine dell’anno.

 

UN SALUTO A TUTTI                                                                                  MARCO ZACCHERA

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