TOP AGLI ALLEVAMENTI DI ANIMALI DA PELLICCIA. APPROVATO L’EMENDAMENTO ALLA MANOVRA 2022. OIPA: «IMPORTANTE PASSO VERSO UN’ECONOMIA DAVVERO ETICA, VERSO UNA SOCIETÀ DAVVERO CIVILE, VERSO IL RICONOSCIMENTO DEGLI ANIMALI COME ESSERI SENZIENTI»
La Commissione Bilancio del Senato ha approvato oggi una normativa tanto attesa da chi ama gli animali. È stato approvato oggi un emendamento alla manovra di bilancio 2022 che vieta dal 1° gennaio 2022 l’allevamento, la riproduzione in cattività, la cattura e l’uccisione di visoni, volpi, cani procioni, cincillà e animali di qualsiasi specie per ricavarne pelliccia. Lo rende noto l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).
Oltre all’introduzione del divieto dell’allevamento, è previsto che entro il 30 giugno 2022 i cinque allevamenti di visoni ed altre cinque strutture senza animali dovranno essere smantellati, che saranno concessi indennizzi agli allevatori per un totale di tre milioni di euro e fondi per la riconversione ecologica. Con decreto del Ministero della Transizione ecologica e dei Ministeri dell’Agricoltura e della Salute, da emanare entro il 31 gennaio, saranno regolate inoltre le modalità per un’eventuale cessione, sterilizzazione e detenzione dei visoni in strutture preferibilmente gestite direttamente o in collaborazione con associazioni animaliste riconosciute.
«Si tratta di un importante passo verso un’economia davvero etica, verso una società davvero civile, verso il riconoscimento degli animali come esseri senzienti», commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Sono anni che ci battiamo per la chiusura degli allevamenti di animali da pelliccia ancora attivi in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Abruzzo, prevedendo il recupero e la riabilitazione degli animali. In questi stabilimenti gli animali vivono spesso in pessime condizioni igieniche e lo stress che subiscono dalla nascita all’uccisione è altissimo, costretti come sono a subire un’angusta cattività in scenari d’inferno. Allevamenti che ricordano i cosiddetti ‘mercati umidi’ cinesi come quello di Whuan, dove sembra appurato che si sia verificato il primo contagio da Sars-Cov-2 da animale selvatico a uomo. E infatti anche negli allevamenti dei visoni si sono avuti pericolosi focolai di Covid».