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La Giustizia amministrativa non trova applicazione nel regno dell’immor(t)ale Dario; la giustizia senza aggettivi neppure. Le ordinanze del TAR Lazio e poi del Consiglio di Stato che, in attesa della decisione di merito, respinta l’impugnativa presentata dall’Avvocatura dello Stato per conto del Ministero della cultura, avevano ingiunto a quella Amministrazione di reintegrare i ricorrenti, annullando le graduatorie di cui al decreto direttoriale 29 dicembre 2020 n. 1799, relative ai 500 collaboratori delle Soprintendenze ABAP selezionati tra architetti, archeologi, storici dell’arte, ingegneri, assistenti tecnici e tecnici contabili con l’ormai classico metodo del MinC, cioè senza concorso pubblico ma con sola valutazione di documenti prodotti dal candidato (curriculum escluso), sono state completamente ignorate e disattese. I contratti individuali di lavoro a tempo determinato già in essere con le Soprintendenze in base alle graduatorie approvate dalla Direzione Generale ABAP il 24.05.2021 sono stati infatti rinnovati, il 31.12.2021, con determina n. 101, fino al 30 giugno 2022: il limite massimo fissato dall’art. 1, c. 28 del D.L. 30 dicembre 2021, n. 228, che estendeva la durata degli incarichi a 15 mesi. Lo stesso giorno, è stato disposto che anche i contratti di cui al decreto direttoriale 8 giugno 2021 rep. 554, firmati con le Direzioni Regionali Musei da collaboratori selezionati pressappoco allo stesso modo dei precedenti e graduatorie approvate il 6 agosto, peraltro unificate su base nazionale il 4 ottobre 2021, scadranno il 30 giugno prossimo. È la data limite, dopodiché: “Alle 18:00 comincia il giudizio universale!”. I bene informati già dicono che dopo il 30 giugno avverrà la scrematura finale, nelle SABAP come nelle Direzioni Regionali dei Musei: il giudizio inappellabile che consentirà di separare le pecore, meritevoli di permanere tra la fauna nutrita a latte e miele che pascola affianco al ‘trono divino’, dov’è tutto un “Osanna”, dai capri, cioè i non allineati e i non (sufficientemente) sponsorizzati, destinati ad essere ricacciati nel mondo sensibile dopo avere goduto di quel breve soggiorno nel paradiso del MinC.

 

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Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto – Commissione Cultura)

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