L’officina delle anime rotte,
i racconti ancestrali di Anna Maria Tamburri
Arriva oggi in libreria, per la collana Narrativa, L’officina delle anime rotte di Anna Maria Tamburri. Si tratta di un’originale raccolta di racconti, dieci storie che appartengono al mito ma entrano come segni rivelatori anche nella quotidianità. Storie piene di anima in cui si rinnovano motivi ancestrali che, pur dimenticati, continuano a rappresentare la trama sotterranea dell’esistere nostro e dell’universo. Per poterli ritrovarle, sostiene l’Autrice, occorre scorgere le “soglie”, credere in una connessione universale, avere il trasalimento del Mistero che avvolge insieme la materia e lo spirito, per poi varcarle, e vivere un Altrove che ci è accanto e a volte ci chiama.
«Col defluire della luce» si legge nel primo racconto intitolato “Il paese fantasma” «sembrava in certo modo che il paese si animasse. Avvertirono come passaggi furtivi tra e dentro le case; niente di concreto, solo la sensazione di ombre che li sfioravano e una specie di tenue vocio che si confondeva col lamento del vento. A volte sembrava un mormorio di preghiere, a volte una cantilena di nenie, a volte un parlottio indistinto.»
La Tamburri, già autrice per Liberilibri dei versi che accompagnano le incisioni di Giuseppe Mainini in Echi (2006), compie una ricerca simile a uno scavo archeologico di universi e tempi lontani – oppure vicinissimi ma a noi celati – per la quale non è necessaria alcuna sapienza. È una ricerca basata sulla fiducia, grazie alla quale è possibile rintracciare le scintille di luce divina disperse e impigliate nel male e liberarle. Così facendo, secondo quanto affermava il rabbino Isaac Luria considerato il padre della Kabbalah contemporanea, ci facciamo carico del compito affidato ad Adamo e ai suoi discendenti, ricreando la nostra immagine divina.
Anna Maria Tamburri, L’officina delle anime rotte, Liberilibri 2022, collana Narrativa, pagg. 202, euro 16.00, ISBN 978-88-98094-98-1
In copertina: Presenze di Carlo Ballesi (2018), particolare.