Advertisement

La longa manus di quelle forze politiche e, soprattutto, di quelle pseudo organizzazioni che negli ultimi trent’anni hanno spremuto fino all’osso il nostro territorio affossando ogni lembo di questa terra si è messa in moto ancora una volta per tentare di accaparrarsi nuovamente pezzi di territorio.

Proprio in questi giorni assistiamo al tentativo, dei soliti volti e nomi che conosciamo da decenni, di arrivare a una ridefinizione della destinazione d’uso del Porto di Schiavonea nonostante questo abbia già una sua vocazione naturale e cioè quella turistica e peschereccia. A mio avviso, cercare di destinarla ad altri usi, rappresenta solo l’ennesimo tentativo di condurre il porto di nuovo in quelle sabbie mobili in cui era stato gettato e dalle quali non si riusciva a tirarlo fuori.

Advertisement

Giova ricordare che sin dall’inizio del mio mandato ho trovato questa e altre infrastrutture dell’area della Sibaritide completamente abbandonate proprio a causa di quelle forze politiche che oggi, con una operazione di maquillage decisamente scadente, cercano di riciclarsi come se fossero delle novità nel panorama politico locale e regionale.

Ma la verità è ben altra e, avendo lavorato passo passo alla ricostruzione della vicenda del Porto di Schiavonea, posso affermare con chiarezza che è il caso che nessuno continui a millantare credito perché altrimenti verrà sbugiardato carte alla mano.

Le procedure di delimitazione e incameramento dell’area portuale sono a buon punto grazie all’alacre lavoro fatto il cui fine ora è quello di arrivare ad acquisire le strutture della Lega Navale per offrire dopo decenni, e seguendo le procedure previste dalla legge, un servizio di alaggio e varo ai pescatori. Un servizio che la storica marineria di Schiavonea chiede da trent’anni e che gli è stato negato anche da questi soggetti che ora vorrebbero diventare per magia il “nuovo che avanza”. Sto seguendo questa pratica dal marzo del 2018 al fianco e con la partecipazione dei pescatori e molta della documentazione che ora è sul tavolo della Capitaneria di Porto, guidata dal Comandante Cillo che sta svolgendo un grande e preciso lavoro, è stata rinvenuta grazie al mio impegno costante. Senza queste carte non si potrebbe mai potuto parlare di alaggio e varo o di futuro del porto. E proprio in virtù di questo continuo e costante impegno posso annunciare che l’Autorità Portuale di Sistema di Gioia Tauro, per tramite degli uffici diretti egregiamente dal Presidente, l’Ammiraglio Andrea Agostinelli che ringrazio per la grande attenzione che continua ad avere sulla questione, ha affidato ad un architetto l’incarico di stendere le relazioni che consentiranno all’Agenzia del Demanio di redigere l’atto di incameramento dei capannoni della Lega Navale dove insiste la struttura di alaggio e varo. Il risultato, dunque, è ormai vicino e proprio per questo motivo che diciamo “giù le mani dal porto!”. Qualsiasi tentativo dei soliti noti di appropriarsene nuovamente verrà ostacolato sia da me e sia dai pescatori che mai come ora sono stati coinvolti nella progettazione e nel futuro del Porto di Corigliano-Rossano che verrà.

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteDonatella Rettore e Ditonellapiaga a Sanremo con “Chimica”
Articolo successivoLavoro. Paolo Capone, Leader UGL: “No a legge sul salario minimo e rappresentanza. Introdurre partecipazione per tutelare i lavoratori”

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui