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Lavoro. Paolo Capone, Leader UGL: “No a legge sul salario minimo e rappresentanza. Introdurre partecipazione per tutelare i lavoratori”

“La legittima guerra ai contratti pirata non può essere il pretesto, come propone il Ministro Orlando, per cancellare la forza della contrattazione collettiva alla quale va aggiunta, per un nuovo percorso di relazioni industriali, la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese come prevede l’inapplicato articolo 46 della Costituzione italiana. Il salario minimo per legge indebolisce la contrattazione che, è bene ricordarlo, a differenza di altri Paesi europei, in Italia copre oltre il 90% dei settori lavorativi. La congruità dei Contratti Collettivi di Lavoro potrebbe essere affidata al Cnel che passerebbe da mero gestore dell’archivio ad ente terzo di certificazione. Anche la proposta di definizione della rappresentatività delle parti sociali ex lege ci trova in netto disaccordo. Il dialogo sociale e gli accordi tra le parti hanno garantito e garantiranno anche in futuro i ruoli e i pesi dei rappresentanti delle aziende e dei lavoratori. Sarebbe necessario, invece, garantire il diritto alla libertà di associazione sindacale riconosciuto rafforzando il ruolo di rappresentanza nei contratti di secondo livello.” Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito alla proposta di una legge sulla rappresentanza sindacale e sul salario minimo orario avanzata dal Ministro del Lavoro Orlando.

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