Con i colleghi senatori Angrisani, Granato e Lannutti, ho presentato una interrogazione al Ministro della cultura, pubblicata il 18 gennaio (n. 3-03030), in merito alle ultime vicende del Teatro Eliseo, dove a fine novembre scorso è stata avviata la procedura di licenziamento collettivo per 21 lavoratori e poi, dal 13 gennaio u.s., l’intero complesso immobiliare Eliseo-Piccolo Eliseo è stato messo in vendita. Il prezzo richiesto è di 24 milioni di euro: quasi il triplo di quanto versato nel 2018 da Luca Barbareschi, che oggi sembra volersi disfare del prestigioso teatro conservandone, però, la gestione artistica. Abbiamo chiesto a Franceschini: “se il Ministro, poiché l’importanza storica dell’Eliseo di Roma, riconosciuto Teatro stabile privato di Rilevante Interesse Culturale, impone al MiC di farsi carico della situazione ma l’ambiguità del suo essere di origine privata ha favorito, fin qui, solo la Proprietà, non ritenga di doversi sottrarre subito e in modo esplicito a qualsiasi ipotesi di acquisto del complesso immobiliare di Via Nazionale per una cifra palesemente sovradimensionata e con la ‘clausola vessatoria’ di un autoproclamato (dal venditore) obbligo di continuità gestionale in capo a se stesso non giustificata né sul piano finanziario, poiché i bilanci in perdita descrivono una gestione fallimentare, né su quello artistico. E ancora: “se il Ministero della cultura abbia mai acquisito una rendicontazione contabile della gestione Barbareschi del Teatro Eliseo e se sia a conoscenza di eventuali controlli della contabilità da parte del Ministero stesso, dell’Agenzia delle Entrate, della Guardia di Finanza o della Corte dei Conti; se il MiC abbia mai adottato provvedimenti interinali a salvaguardia del patrimonio pubblico costituito dall’Eliseo e se mai abbia verificato se la vendita dell’Eliseo, mentre Barbareschi era apparentemente Direttore artistico, potesse manifestarsi come fraudolenta, in quanto vendita effettuata in possibile conflitto di interessi ai sensi dell’art. 1395 cod. civ. (contratto con se stesso)”. In fine, se il Ministro: “non ritenga di valutare, di concerto con gli Enti locali che in più occasioni l’hanno finanziato anch’essi, l’ipotesi di un ESPROPRIO del complesso Eliseo-Piccolo Eliseo per pubblica utilità, ai sensi degli articoli 9 e 43 della Costituzione, e di una successiva gestione, competente, che, se privata, sia disposta ad investire realmente nello storico teatro, accettando anche il rischio d’impresa.” L’Eliseo è patrimonio culturale di Roma così come le sue maestranze, e l’uno e le altre meritano che lo Stato e gli Enti locali s’impegnino per garantire la continuità dell’attività teatrale ma è parimenti necessario che trasparenza, professionalità ed efficienza improntino qualsiasi futuro intervento pubblico.
Margherita Corrado (M5S Senato – Commissione Cultura)