Advertisement

lo scienziato che voleva essere biancaneve

Alan Mathison Turing nacque il 23 giugno 1912 a Maida Vale, quartiere di Londra da Julius e Sara Turing.

Advertisement

Suo padre era un funzionario e sua madre era figlia di un ingegnere esperto e vivevano entrambi a Madras, in India. In conseguenza di ciò sia lui che suo fratello maggiore John, si spostavano da una famiglia adottiva ad un’altra, mentre i loro genitori vivevano in India. Alla Sherborne Public School nel Dorset, a sedici anni, fece amicizia con Christopher Morcom, brillante studente più grande di età, con cui condivideva l’amore per la scienza e la matematica. Per due anni, i ragazzi trascorrevano assieme più tempo possibile. Chiaramente erano innamorati. Purtroppo Morcom morì improvvisamente. Nell’autunno del 1931 nel King’s College l’omosessualità, sebbene illegale, era largamente sopportata. Ed è lì che Alan divenne l’amante di James Atkins, un compagno di corso. Non dimentichiamo, però, che la legge nota come “emendamento Labouchere” (1885) puniva con pene severe gli “atti di oscenità grave” tra adulti disponibili, dello stesso sesso (sarà abolita nel 1967).

Giungiamo al 1939 (quando l’Inghilterra entrò nella seconda guerra mondiale), e Turing, con i suoi precedenti di esperienza e conoscenza scientifica, fu invitato a far parte dei servizi di spionaggio all’interno di un gruppo di critto -analisti, a Bletchley Park, nella così chiamata Stazione X, con lo scopo precipuo di decrittare i messaggi militari nazisti codificati, attraverso la macchina EnigmaFu proprio Turing a realizzare un procedimento (noto come Turingery), grazie al quale gli inglesi furono in grado di decifrare i messaggi nazisti codificati da Enigma, sfruttandone gli errori crittografici. Ossia, al momento che due messaggi fossero inviati per errore con la medesima chiave di codifica, il Turingery sarebbe stato in grado di estrapolare il codice usato per criptare entrambe le trasmissioni e quindi di decrittare il contenuto dei messaggi. Soltanto dopo lo scioglimento del segreto militare, sono stati resi pubblici i successi ottenuti dalla squadra di Alan Turing, sia per quanto riguarda la decodifica dei messaggi navali, sia nel criptare i messaggi vocali (con un sistema chiamato Delilah), insieme all’invenzione della procedura del “bunburismo”. Non sappiamo in quale percentuale, tuttavia è indubitabile come l’attività di Turing abbia concorso ad accorciare la durata del conflitto mondiale e quindi abbia permesso di evitare la morte di molte migliaia (forse milioni) di vite umane. Malgrado quanto detto, la vita di Alan Turing, controllato dalla società dell’epoca per le sue pulsioni sessuali ritenute illegali, non venne resa più facile. Nel 1952 purtroppo, fu Alan Turing stesso a mettersi nei guai, denunciando un furto, avvenuto a casa sua. Difatti il ladro. una volta che venne preso, asserì di essere stato pagato da Turing per prestazioni sessuali e quindi averlo derubato. In conseguenza di ciò lo scienziato fu processato e nel 1952, riconosciuto colpevole, dovette scegliere tra il carcere e le iniezioni di estrogeni (che al tempo erano ritenute una cura, appunto, per l’omosessualità maschile), per un anno. L’8 giugno 1954 fu trovato morto nel suo letto dalla domestica Si sosterrà poi che si fosse avvelenato mangiando una mela intrisa di cianuro di potassio. Tuttavia occorre ricordare come gli piacessero molto le mele (la cosa era risaputa), e che non fosse affatto difficile iniettare il cianuro nella polpa della mela. Qualcuno ha poi sostenuto che Alan Turing fosse restato colpito dalla favola di Biancaneve e della mela avvelenata.

Tra le carte che lasciò nella sua volontà all’amico e collega matematico Robin Gandy, è stato ritrovato un taccuino. Gandy consegnò i documenti lasciati da Turing al Centro archivi del King’s College di Cambridge nel 1977. Tuttavia tenne il taccuino per sé, usando le sue pagine bianche per scrivere i suoi sogni su richiesta del suo psichiatra.

Rimase in suo possesso fino alla sua morte nel 1995, e contiene alcuni passi altamente personali.

Lo studioso di Turing Andrew Hodges ha detto che il taccuino getta più luce su come Turing “è rimasto impegnato nel lavoro di libero pensiero in matematica pura”.

Si tratta di un taccuino scritto a mano dal genio rompicapo della seconda guerra mondiale, Alan Turing,[1]un manoscritto di cinquantasei pagine, che fu elaborato al tempo in cui il pioniere matematico e informatico stava lavorando per infrangere i codici Enigma in apparenza inaccessibili, usati dai tedeschi durante la guerra. Contiene le sue complesse notazioni matematiche e informatiche. Il prezzo base di vendita presso la casa d’aste Bonhams era $ 1,025,000.

Il taccuino di Turing risale al 1942, quando lui e il suo gruppo di cryptanalisti erano al codice della seconda guerra mondiale e alla scuola criptica Bletchley Park. In una voce, Turing ha scritto di una notazione di calcolo complessa.

“Trovo la notazione Leibniz, estremamente difficile da capire, nonostante sia stata quella che ho capito meglio una volta!” Aggiungendo:- “Certamente implica che alcune relazioni tra x e y sono state definite ad esempio, y (uguale a x2 + 3x.” – La vendita includeva anche una macchina di cifratura Enigma tedesca, funzionante. Il dispositivo a tre rotori, fabbricato per l’esercito tedesco nel luglio del 1944 è stato venduto per $ 269.000.

L’acquirente è restato un mistero e parte del ricavato devoluto in beneficenza.

Per studiare la grafia di Alan Turing, mi sono avvalsa anche di alcuni fogli del taccuino contenente i suoi appunti sul Codice Enigma e sull’informatica, venduto all’asta da Bonhams con un prezzo base di quasi 1 milione e 300 mila euro ed altri suoi scritti che sono riuscita a rintracciare, ovviamente sempre in copia fotografica.
Il quadernetto conta 56 pagine e risale al 1942 e Turing lo lasciò in eredità con tutto il suo archivio al collega matematico, Robin Gandy. Quest’ultimo ne fece poi dono dell’archivio al King’s College dell’università di Cambridge, tenendo per sé il taccuino, che alla sua morte fu rintracciato sul banchetto di un venditore di libri usati nella cittadella universitaria. Fu poi fu acquistato da un compratore rimasto a tutt’oggi anonimo. Calcolando le dimensioni del foglio, si suppone un 20 x 29, quindi il calibro (l’altezza delle lettere minori) è piccolo. Per averne una visione più chiara delle dimensioni in uno delle immagini dei fogli è stato inserito un centimetro.

La grafia sembra procedere attivamente verso destra, quindi, benché non lo si possa asserire con eccessiva determinazione, azzarderei che non siano presenti gli elementi che assieme, fanno pensare che esista il pensiero suicidario ed a questo motivo non lo inserisco nel gruppo dei suicidi. Come forse farebbe Dante.[2]

D’altra parte, per altre ragioni che con la grafologia hanno poco o nulla a che vedere, resto dell’idea che Alan Turing, nonostante la pressione sociale, non avesse intenzione di suicidarsi e propendo per il fatto che sia stato ucciso. Guardando alla grafia, il segno “Larga tra parole” ci parla di tendenza alla critica, al ragionare su tutto, a discutere su ogni cosa, per cui caratterizza il soggetto per un fervido impulso al ragionamento, al giudizio, all’analisi, e tale impulso è proprio di coloro che tendono a coltivare le facoltà mentali. Un Larga tra parole più Disuguale metodico, delinea quel “concettualmente originale” che lo contraddistingue in bene e in male (rispetto ai tempi e ai luoghi in cui viveva e lavorava). “Veloce” è però anche indice d’irrequietezza, di azione a base di emotività, che si bilancia con la minuziosità propria dello scienziato, per certe parti della scrittura. Annotiamo nei segni grafici una percentuale (non perfettamente accertata dato il materiale in possesso), dell’apertura superiore per le a e le o, che indica la facilità dell’istinto sessuale (verso il proprio o l’altrui sesso), che si presenta come una specie di “intenerimento vago e non ben definito”, e si rispecchia nell’inclinazione sessuale. Spiegando così le sue ricerche di compagnia, che lo condussero, anche, alla conoscenza di quel ragazzo (e di altri prima e dopo), da cui poi subirà sia il furto che la successiva accusa da parte delle autorità. Un intenerimento della parte affettiva che si ripercuote su qualunque cosa. Questo spiega altresì perché fosse molto amato dai bambini, con cui intratteneva un ottimo rapporto amicale. Ricordiamo in tal senso la lettera autografa firmata (“Alan Turing”), a Maria Greenbaum (conosciuta come: “Cara Maria”), la figlia di otto anni del suo analista junghiano, in cui le spiega, con l’aiuto di tre diagrammi, le mosse necessarie per giocare con successo al solitario. Scrive tra l’altro:

-“Spero che tutti voi abbiate una bella vacanza nella Svizzera italiana, non sarò molto lontano in / Club Mediterranée / Ipsos-Corfù / Grecia / Tua / Alan Turing.”-

La lettera, di due pagine più allegato, è in ottime condizioni, datata 10 luglio 1953.

La conoscenza con la famiglia del dott. Franz Greenbaum junghiano, rifugiato prima della guerra dalla Germania nazista che si era stabilito a Manchester nel 1939 con sua moglie Hilla e le loro due figlie, Barbara e Maria, nacque in conseguenza del fatto già accennato, cioè che il 31 marzo 1952, Turing fu portato in giudizio per aver condotto una relazione sessuale proprio con il ladro da lui denunciato.

Alan non aveva mai nascosto di essere omosessuale, ma l’Inghilterra del tempo non lo ammetteva, per cui, allo scopo di evitare la prigione, accettò di sottoporsi a iniezioni dell’ormone estrogeno ossia ad una forma di castrazione chimica. A ragione del fatto che l’omosessualità al tempo era considerata una malattia, intraprese un’analisi con il dott. Franz Greenbaum. Nel tempo divenne un amico intimo della famiglia ed è per questo che successivamente Maria ricordava:

– “Mi sono molto affezionato a lui ed è sempre stato molto amichevole. Alla fine divenne più un amico di famiglia che un paziente di mio padre. Mi ricordo che ha cenato spesso con noi. Dopo cena si sarebbe seduto per terra mentre giocavo a Solitaire. Ho pensato che fosse così bello. Era una persona molto calda che si interessava sempre a quello che stavo facendo. Mi sono molto affezionato a lui … Aveva una balbuzie e si mordeva le unghie. (…) lo ricordo sempre come gentile e amichevole. “-[3]

All’epoca Il trattamento aveva lo scopo di sopprimere gli impulsi omosessuali. Turing pare avesse confidato ad un amico:

-“Ho fatto un sogno che indica piuttosto chiaramente che sto per diventare etero, anche se non lo accetto con molto entusiasmo né sveglio né nei sogni”.- Sul tema doveva essere confuso, o forse desideroso di “normalità”, si pensi che apprese a fare la maglia da una ragazza che aveva deciso di sposare, nonostante la propria omosessualità. Si chiamava Joan Elisabeth Lowther Clarke. Le chiese di sposarlo e le confessò la propria omosessualità, lei accettò lo stesso, però Turing decise in ogni caso di non sposarla e sciolse il fidanzamento nell’estate del 1941. Restarono tuttavia amici fino alla morte di lui. Tornando alla grafia, non è affatto detto che ci possa mostrare la sua tendenza al suicidio (ammesso che l’abbia fatto). Volendo seguirlo per comprenderlo meglio (anche per capire se soffriva di mancanza di libertà a causa della sua omosessualità), ricordiamo l’estate del 1953 e la sua vacanza nel nuovo resort Club Med a Corfù. Aspirava ad essere libero di se stesso e probabilmente poté esserlo, nel lungo viaggio in treno, verosimilmente facendo sosta a Parigi e ad Atene. Al ritorno certamente poteva avere incontrato molti uomini. Possiamo considerare che fosse stato giovane, libero e single? E’ di quel periodo la cartolina spedita alla famiglia Greenbaum (“Frau Dott. FM Greenbaum – und Kinder”-), dalla sua vacanza di Corfù:

-“Spero che tu ti stia divertendo come me qui a Corfù. È tremendamente caldo e si indossa tutto il giorno cose da bagno.”-

Venne indirizzata al loro hotel a Lugarno e reindirizzata a Manchester, timbro 23 luglio 1953. L’immagine è una miniatura di Fouquet nella Bibliothèque Nationale, di David che apprende la morte di Saul (quasi una predizione degli eventi successivi), tratta dalle Antichità degli ebrei di Giuseppe. Annotiamo che la firma uguale al testo Indica equilibrio tra l’Io individuale e l’io sociale, il che significa che Alan fosse sempre lineare sia in ambito privato sia pubblico, ossia si comportasse allo stesso modo. Un modo comunque singolare, specie per l’epoca e l’Inghilterra. Rielaborando quindi: i segni positivi già noti, ossia: Calibro piccolo, in un quadro in cui riscontriamo sia le aste rette, sia cenni di Piantata sul rigo + Minuziosa, il filiforme, ci conduce invece alla sua debolezza fisica, ma innanzi tutto psicologica, che lo ha portato da giovanissimo ad appoggiarsi al primo amico (più grande di lui), e alla insicurezza che si riscontra in quel “Titubante + Tentennante unito al Calibro piccolo. Anche nelle lettere personali (vedasi Dear Maria), mantiene il rigo. E’ attaccato in modo equilibrato a sx (al suo passato, alle sue origini), ma anche teso verso la destra ed il futuro. Guardando a qualche particolare i tagli delle “t” bassi”indicano una personalità che si esprime con democraticità e capacità di adattamento, decisamente poco legata alle cose materiali, la quale, tuttavia, necessita di serenità e tranquillità, nella casa e negli ambienti di lavoro, per riuscire al meglio. Pur se convinto delle sue ragioni (il taglio T proteso in avanti), mostrava interesse alle esigenze degli altri, allo scopo di trovare un punto di condivisione per evitare scontri e lunghe discussioni. Era un individuo vulnerabile, che avrebbe dovuto vivere in condizioni sociali dove la sua omosessualità non gli avesse imposto limiti e rotture, con la possibilità di esprimersi apertamente e godere anche del sostegno e dell’appoggio degli altri. Fu invece costretto all’introversione e al nascondimento, che non gli era connaturato. Aggiungiamo che i segni grafologici: “Calibro piccolo e Disuguale metodico”, lo conducevano alla ricerca di perfezione in tutti i settori della vita, compreso quello emotivo ed affettivo (associamo quel “Filiforme e Curva,” che fa assomigliare la sua grafia a quella femminile). Non era destinato alla soddisfazione, in quanto giudicava se stesso e gli altri con un eccesso di critica e severità (lo riscontriamo per le “Aste rette” e la tendenza a “Piantata sul rigo”), che non lo appagava (annotiamo il calibro in diminuzione). Riscontriamo un’intelligenza singolare e insoddisfatta sempre dei risultati (con “Triplice larghezza” e con un “Largo tra lettere” talora sopra media), che riesce a raggiungere una serie di ideazioni degne di nota (contesto con buona ritmicità + Attaccata). Il segno filiforme ci parla della sua sensibilità e della importanza che dava alla dimensione emotiva ed affettiva, oltre che spirituale. D’altra parte la scrittura è anche colma di segni dell’insicurezza, di ritorsioni, di impronte quali Titubante e Tentennante, e inoltre da una mancanza di omogeneità del calibro (in diminuzione). Per difendersi, riconoscendosi debole, tendeva a porsi in disparte (per Calibro piccolo + Filiforme), e porre la massima attenzione per non incorrere in errori, utilizzando austerità e fermezza (momenti di Piantata sul rigo e Aste rette).

Nell’insieme si comprende perché abbia cercato le certezze, che in qualche modo riscontrava in ambito scientifico e matematico, laddove poteva anche trovare soddisfazione. La sua grafia, ricercandola sia negli appunti che nelle lettere private, assume caratteristiche contraddittorie, se pure nella sequela successiva dello scritto e questo ce lo presenta in momenti di “fluida” in altre dove appare “piantata sul rigo”, con le aste rette, ed è comunque, quella di uno scienziato: Disuguale metodico del I tipo, Calibro piccolo con Minuta e Minuziosa, Triplice larghezza , non omogenea nei tre valori, ed in ultimo aiuta anche Accurata compita (per l’esigenza di ordine, di sistematicità e così via). Voleva essere libero, però nello stesso tempo anche, necessitava dell’approvazione sociale. La sua omosessualità, vissuta in quel tempo e in quei luoghi, non gli permettevano entrambe le cose. Nell’estate del 1954 Turing accompagnò la famiglia del dott. Franz Greenbaum con sua moglie Hilla e le loro due figlie, Barbara e Maria in una vacanza a Blackpool, dove le ragazze ebbero modo di constatare qualcosa della sua condizione sempre più tesa. Barbara ha ricordato:

-“Alan si presentò a casa nostra in un vestito molto strano, che sembrava il suo “school cricket whites”. Pantaloni bianchi che arrivavano a metà delle caviglie e una camicia bianca molto spiegazzata. Ma è stata una bella giornata di sole e Alan era di buon umore e siamo partiti. Poi pensò che sarebbe stata una buona idea andare alla Pleasure Beach a Blackpool. Abbiamo trovato la tenda di un indovino e Alan ha detto che gli sarebbe piaciuto entrare, così abbiamo aspettato che tornasse. E questo volto solare e allegro si era ridotto a un volto pallido, tremante e pieno d’orrore. Qualcosa era successo. Non sappiamo cosa dicesse il chiromante, ma ovviamente era profondamente infelice. Penso che sia stata probabilmente l’ultima volta che l’abbiamo visto prima che venissimo a sapere del suo suicidio”-[4]

Alcune settimane dopo la signora Hilla portò a Maria e alla sorella la notizia della sua morte: – “Lo ricordo molto chiaramente, mia madre che entra nella mia stanzetta e dice: “Ho qualcosa da dirti, Alan è morto”. Ero molto turbata e mi sono girata di lato sul letto e ho pianto. È stato molto difficile da accettare a quell’età. La morte di un amico. Sono diventata molto affezionata a lui nei 18 mesi che ha visitato mio padre, che ha cercato di aiutarlo. Mi sento molto privilegiata di essere stato una parte molto piccola della vita di qualcuno che è ben riconosciuto per quello che ha fatto. All’epoca non avevo idea del suo lavoro a Bletchley Park o del suo contributo all’informatica – che è venuto dopo.”-[5] Circa dieci anni dopo il D-Day, il giorno in cui il lavoro di Turing aiutò centinaia di migliaia di uomini a sbarcare sulle spiagge della Normandia e dare inizio alla fine della guerra, fu trovato morto a casa dal suo addetto alle pulizie. Al suo fianco c’era una mela coperta da una sostanza chimica velenosa, probabilmente cianuro. Se davvero si trattò di suicidio, questi era pianificato per essere interpretato, specialmente da chi era al corrente della sua passione per le mele e per la favola di Biancaneve. Quanti lo conoscevano bene pensarono che, stanco delle tensioni sociali, Turing avesse deciso di togliersi la vita. Tuttavia non mancano oggi gli studiosi che ritengono possa essersi trattato di un assassinio. C’è chi pensa avesse scoperto l’identità di alcune spie sovietiche giunte troppo vicine alla presidenza della repubblica americana e chi sostiene, invece, che per i servizi inglesi Turing cominciasse ad essere considerato una personalità scomoda, in possesso di troppi segreti di stato. Resta il fatto che l’Inghilterra si sia, in ogni caso, resa colpevole della fine di un uomo straordinario, che avrebbe potuto donare ancora tanto alla scienza e all’umanità, basti pensare che, nel corso della seconda guerra mondiale aiutò il suo Paese e gli eserciti alleati producendo un metodo per decifrare i messaggi in codice degli avversari. Il 29 marzo 1951 fu eletto membro della Royal Society, il massimo riconoscimento per uno scienziato nel Regno Unito. Nel tempo ciò che già aveva fatto, senza che gli fosse apertamente riconosciuto, dovette cominciare ad apparire all’orizzonte sociale. Questo ci viene chiarito da sei lettere autografe e firmate dalla madre di Turing: “E. Sara Turing”, “Sara Turing” e “Sara, scritte all’allora vedova dell’analista junghiano di suo figlio, Alan Franz Greenbaum. In queste si può riconoscere come, nel tempo, la reputazione postuma di Alan crescesse d’importanza. Nel 1964 Sara comunica:-“Sarai felice di sapere che i Governatori della Sherborne School hanno deciso di nominare il nuovo blocco scientifico, ora in costruzione ad Alan Turing.”- Due anni dopo le dice che “Robin Gandy sembra fare pochi progressi nel pubblicare le” Opere Collettive “di Alan”; e nel 1973 comunica:-“Il Museo di Turing è stato ora aperto a Lauriston Castle, alla periferia di Edimburgo”.

 

[1] Soggetto del film vincitore del premio Oscar 2014 “The Imitation Game”,

[2] l canto tredicesimo dell’Inferno di Dante Alighieri si svolge nel secondo girone del settimo cerchio, dove sono puniti i violenti contro se stessi.

[3]Dal Daily Mirror, 15 novembre 2014.

[4] Witness, BBC World Service).

[5] Daily Mirror.

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteRoseto, presentato calendario 2022 dedicato a Via Nazionale
Articolo successivoQuirinale: l’offerta informativa di Aniello Di Santillo.

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui