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Il Patto per l’Export dietro il boom del made in Italy nell’era pandemica

Dopo la crisi economica globale dei 2020, che ha colpito duramente anche il nostro Paese, il 2021 ha rappresentato, pur tra mille caveat, un anno importante nel consolidamento di una ripresa a livello mondiale. Per l’Italia, ciò si è concretizzato in una crescita del prodotto interno lordo e dell’occupazione, cui ha contribuito in maniera significativa una rinvigorita dinamica delle esportazioni.

Sull’onda della crescita del commercio mondiale, nei primi 11 mesi del 2021 abbiamo registrato la cifra record di 471 miliardi di export, in aumento non solo rispetto al 2020, ma anche rispetto ai 443 miliardi registrati nel medesimo periodo del 2019 (+6,3%), l’anno record per l’export italiano. Si tratta di dati straordinari per il made in Italy, tanto più se si considera che l’Italia sta facendo meglio dei principali partner europei, Germania e Francia.

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Il successo del nostro export è da ascriversi al lavoro di squadra. Il rafforzamento della partnership pubblico-privata, frutto di un rinnovato e attivo dialogo con il settore produttivo e le sue associazioni rappresentative, è l’elemento cardine su cui alla Farnesina abbiamo ispirato la nostra azione di sostegno all’ internazionalizzazione.

Nella fase più acuta della crisi, abbiamo risposto alla più imminenti esigenze del mondo produttivo con il Patto per l’Export, varando strumenti e misure per 5,7 miliardi di euro finalizzate tanto a tamponare l’emergenza quanto (e oggi lo vediamo) a favorire la rapida ripresa delle nostre aziende per cogliere le opportunità che oggi la contingenza economica internazionale ci offre.

Il  Patto per l’Export è il frutto di una consultazione che ha coinvolto oltre 140 associazioni di categoria e è una strategia fondata sul dialogo con il settore privato, che rimane una costante dell’azione del ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale per il rilancio del made in Italy. Da ultimo, abbiamo nuovamente coinvolto oltre 150 associazioni di categoria in una concertazione attiva e propositiva in vista della definizione, nell’ ambito dell’ ultima Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione, della strategia di sostegno per l’export del 2022.

Dobbiamo certamente essere soddisfatti per il lavoro svolto e i risultati raggiunti. Allo stesso tempo, questo è il momento di insistere nell’azione di sostegno al Made in Italy e all’internazionalizzazione delle nostre imprese per sfruttare al meglio il potenziale ancora inespresso del nostro Paese. E per questa ragione che abbiamo di recente lanciato la campagna di comunicazione Italy is simply extraordinary: beIT. Per la prima volta l’Italia si dota di una vera e propria campagna di nation branding pensata per sfruttare le potenzialità dei mezzi di comunicazione di ultima generazione e mirata a raccontare al pubblico internazionale dei 26 Paesi prioritari per il nostro export un’immagine dell’Italia a tutto tondo, valorizzandone cultura, tradizioni ed expertise e, al contempo, promuovendone le straordinarie capacità in termini di innovazione, ricerca e tecnologia specie in quegli ambiti produttivi in cui le nostre eccellenze non sono sufficientemente riconosciute. Mi riferisco alla produzione di macchinari e impianti, alla robotica, alla farmaceutica e alla cosmetica, alla cantieristica, alle tecnologie aerospaziali e di sicurezza, così come a quelle del restauro o del gaming. Sono solo alcuni esempi di settori che all’estero sono meno identificati con l’Italia rispetto alle nostre riconosciute eccellenze nell’agro-alimentare, nella moda e design, nell’arredo o nell’ automotive di alta gamma. L’ obiettivo di tale azione è semplice: rafforzare il posizionamento del made in Italy sui mercati internazionali e conquistare quote di mercato nuove a tutto vantaggio delle nostre aziende, e delle pmi in particolare. Con riguardo a queste ultime, voglio ricordare lo sforzo della Farnesina per sostenere i processi di digitalizzazione e sostenibilità delle nostre pmi a vocazione internazionale.

Il ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale può orgogliosamente già vantare la realizzazione del suo progetto nell’ ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza: uno stanziamento di 1,2 miliardi per sostenere le transizioni gemelle (digital e green) della piccola e media impresa, con particolari premialità a beneficio delle imprese del Mezzogiorno. Sono oltre 5.200 le aziende che stanno già beneficiando di questo intervento, che abbiamo varato in linea con le priorità del Next Generation Eu, per rafforzare la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali accrescendone le capacità in termini di innovazione e sostenibilità e per offrire una immagine nuova, attiva ed innovativa del nostro Paese. Colgo l’occasione, peraltro, per ricordare che sono ancora disponibili circa 400 milioni di euro, tra finanziamenti agevolati e quote a fondo perduto, a valere su tale progetto, un’opportunità concreta e immediata per le nostre pmi.

I traguardi raggiunti nel 2021 sono un chiaro segnale di come il made in Italy goda di ottima salute, e abbia la possibilità di affermarsi sempre più sui mercati internazionali. Le cifre record registrate nell’anno appena concluso testimoniano chiaramente come l’export sia una leva sempre più essenziale per la crescita delle aziende italiane. Per questo che abbiamo voluto rendere strutturali le misure introdotte, prevedendo nella legge di bilancio, per i prossimi 5 anni, fino al 2026, uno stanziamento di 1,5 miliardi l’anno a titolo rotativo e di 150 milioni di euro a fondo perduto.

Siamo poi fermamente convinti del ruolo che il sistema Italia può svolgere a livello internazionale, non solo quale fornitore di prodotti di eccellenza per i consumatori finali, ma anche quale perno di un rinnovamento delle filiere produttive globali, attraverso beni e servizi intermedi ad altissimo contenuto di innovazione. E anche per questo che, sempre tramite la legge di bilancio, abbiamo dato il via a un rafforzamento degli strumenti di sostegno alle start-up con più spiccata vocazione internazionale, ottimizzando posizionamento e funzioni del fondo di venture capital di Simest e lavorando, in parallelo, per renderlo sempre più sinergico con l’azione del Fondo Nazionale Innovazione – Cdp Venture Capital.

Per un Paese fondato sulla manifattura, la competitività delle nostre aziende, e in particolare della piccola e media impresa, è cruciale per esprimere appieno le potenzialità del made in Italy e il suo successo sui mercati internazionali.

E’ per il raggiungimento di tale obiettivo che continueremo ad operare nel quadro del Patto per l’export e nella cornice inclusiva e partecipativa che lo contraddistingue.

  •  Autore: Luigi Di Maio Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

 

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