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Donne di successo in Siria
Alcune storie di successo al femminile (e non solo) dal progetto del Franciscan Care Center
Ecco a voi le storie di alcune donne, di alcune ragazze e di alcuni studenti provenienti dai centri del Franciscan Care Center (FCC) creato da Pro Terra Sancta ad Aleppo insieme alla dottoressa di ricerca Binan Kayyali. L’FCC è un luogo dove affrontare i traumi sempre risorgenti della guerra tutt’ora in corso in Siria e dove offrire alle donne, spesso costrette in casa, una possibilità di riscatto e di futuro.
Ad Aleppo, in Siria, dal 2015 in poi, è fiorito il progetto di Pro Terra Sancta denominato Franciscan Care Center (FCC), guidato da una donna musulmana sunnita, dottoressa di ricerca in psicologia, Binan Kayyali. L’anima tutta al femminile del centro si rivela in alcune delle sue attività, specificatamente pensate per le donne sunnite, costrette spesso dalla società al solo spazio domestico, per attendere alla cura dei figli. Esse sono sovente analfabete e dunque prive di qualsiasi possibilità di riscatto. Ma all’FCC, le cose sono un po’ diverse… Sono le stesse donne che partecipano ai suoi corsi a raccontarcelo. Ecco le loro testimonianze.

 

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Le storie dal progetto

Tutte le interviste possono essere visionate qui, sottotitolate in inglese.

 

La storia di Nadwa: poter guardare negli occhi i propri figli

“Mi chiamo Nadwa Taher, sono del 1985 (37enne, n.d.r.) e sono andata a scuola fino alla classe sesta (equivalente, grosso modo, alla nostra quinta elementare, n.d.r.). Le donne, da noi, non possono studiare, solo i maschi possono farlo. Io sono stata trattata ingiustamente, per quel che riguarda l’educazione. Ma ho resistito, non ho voluto abbandonare l’idea di andare a scuola.

 

Grazie a Dio, mi sono iscritta presso il Future Center (una delle strutture che compongono l’FCC di Aleppo, n.d.r.), nella classe della prof.ssa Dania, e ho cominciato a frequentarla. Ora so scrivere! So leggere! Prima, semplicemente, non potevo: mi sentivo afflitta, sentivo di aver sprecato tanto tempo. Prima non ero capace di rispondere alle domande che mia figlia mi faceva. Ma, dopo aver frequentato i corsi, ho vissuto una grande gioia quando, leggendo con mia figlia, ho potuto spiegarle gli articoli in arabo e tutto quello che avevo imparato durante i corsi”.

 

Nadwa ha avuto un percorso di studi accidentato: ha dovuto interromperli dopo qualche anno di frequenza, per via degli impegni che la costringevano in altri ambiti; ma la donna non si è data per vinta: “Nonostante io fossi incinta, fossi moglie, nonostante dovessi io curare i bambini e badare alla casa, nonostante non fossi libera per questo di proseguire la mia educazione al Future Center e mi sia perciò dedicata ad apprendere la sartoria, non ho mollato. Sono tornata dopo un po’ all’insegnamento e, grazie a Dio, non avevo perso nulla! Adesso io e mia figlia siamo pari come grado d’istruzione, e mi rendo conto che mi sta a cuore discutere con lei mentre studiamo”.

 

La storia di Manal: un autobus che sa di libertà

“Sono Manal Hallaq, 45 anni, dal quartiere di al-Miassar (duramente colpito dalla guerra protrattasi fino al 2017, n.d.r.). Ho nove figli, cinque maschi e quattro femmine. Io volevo imparare qui al Future Center; ero impaziente di imparare (sorride, n.d.r.).

 

La prima cosa da apprendere è stata come tenere in mano la penna: io non sapevo neanche come si facesse. All’ingresso al centro, l’accoglienza è stata molto dolce; non volevano segnare a dito il mio analfabetismo. Dopo aver imparato le prime lettere, sono stata sveglia tutta la notte a scriverle e riscriverle. I miei familiari e i miei vicini si chiedevano se io fossi impazzita per il desiderio che avevo di apprendere a scrivere. Mi dicevano: ‘Ma hai quarantacinque anni!’. Io rispondevo: ‘Cosa m’importa?’.

 

Ho imparato, dopo un po’, a scrivere sotto dettatura. Ero elettrizzata: continuavo a stare in piedi la notte a scrivere. E adesso, grazie a Dio, so come scrivere e come leggere! Ma è stato difficilissimo… Questo centro per me significa la vita! La mia vita è cominciata quando sono entrata qui.

 

Camminando per strada, prima, non sapevo neppure quale autobus passasse per la mia strada. Di solito chiedevo alla prima donna che incontravo dove fosse diretto l’autobus che vedevo. Ma adesso, grazie a Dio e alla prof.ssa Nour, posso andare in giro da sola. (Si commuove). Sono serena, adesso! Questo centro vuol dire il mondo intero, per me”.

 

Tante altre storie: un mondo che si apre a ragazze e bambini

I video disponibili a questo indirizzo raccontano le storie di ragazze, ragazzi, bambine e bambini che riscoprono un’inattesa fiducia in sé stessi grazie alle attività dell’FCC. Molti di loro hanno negli occhi i traumi di una guerra che, ormai più che decennale, è stata l’eterno palcoscenico della loro vita. Al centro, tra un’occhiata di sole e un pallone che rimbalza, li si vede sorridere.

 

Il progetto dell’FCC

Il progetto del Franciscan Care Center nasce ancora una volta per un’iniziativa al femminile: nel 2017, la dottoressa di ricerca in psicologia Binan Kayyali decide di entrare nei quartieri di Aleppo Est letteralmente cancellati dalla guerra appena conclusa. Voleva portare ai bambini di quelle zone una possibilità di rinascita, soprattutto attraverso l’impiego dell’arte-terapia. Molti di loro erano figli di stupri e di violenze perpetrati dalle truppe di occupazione nella zona, e non avevano neppure un nome.

 

Non l’hanno impensierita – ci ha raccontato – le bombe inesplose sotto terra, ma l’ha preoccupata la mancanza di fondi e di un’iniziativa chiara per i ragazzi. Ecco dove è intervenuta Pro Terra Sancta, per garantire alla dottoressa Kayyali un quadro entro il quale lavorare, e dare sostanza all’iniziativa.

 

È proprio in questa zona orientale di Aleppo che si è sviluppato il progetto, interno all’FCC di Un nome e un futuro, per saperne di più, non mancate di leggere oggi sul nostro sito l’approfondimento che abbiamo dedicato all’iniziativa.

 

Sono qui disponibili alcune foto dall’FCC, liberamente utilizzabili. Qui si trovano le più recenti.

 

Per ogni dubbio o necessità, non esitate a contattarci attraverso i recapiti presenti in calce a questa mail.

 

Con preghiera di diffusione,

 

Andrea Avveduto

Ufficio stampa Pro Terra Sancta – 026572453

a.avveduto@proterrasancta.org

 

Giovanni Maria Caccialanza

Ufficio stampa Pro Terra Sancta – 026572453

g.caccialanza@proterrasancta.org

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