Da più giorni il portale del Ministero della cultura attesta l’avvenuta assegnazione dell’incarico dirigenziale di livello non generale di dirigente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Cosenza alla dott.ssa Paola Aurino (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza – Ministero della cultura (beniculturali.it)) ma nessuno sembra essersene accorto. Non il solerte Ufficio stampa del Segretariato Regionale e neppure lo stesso Ufficio territoriale di tutela cosentino, o meglio, a quest’ultimo il lieto evento non può essere sfuggito ma non se l’è sentita, evidentemente, di festeggiare pubblicamente. Il riserbo potrebbe anche avere a che fare con l’esito dell’indagine “Cerchio Magico” della Procura bruzia, svolta dai valenti Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), che ha coinvolto la SABAP Cosenza ai massimi livelli. Certo è che con il cambio della guardia appena avvenuto, la guida dell’Ufficio di Piazza Valdesi è stata sottratta al dott. Fabrizio Sudano, Soprintendente di Reggio e Vibo che di recente si era visto accollare Cosenza come incarico aggiuntivo (gratuito) giusto il tempo di bandire l’interpello e arrivare alla nomina del titolare, ed è passata all’archeologa specialista in Preistoria Paola Aurino, già in forza alla SABAP per la città metropolitana di Napoli e con solidi legami con l’Università di Napoli “L’orientale”. Un incarico triennale ex art. 19, c. 6 del D.Lgs. 165/2001 che trasforma magicamente in dirigente un funzionario per fare fronte ad una necessità oggettiva, con tutti i rischi del caso. Parecchi hanno storto il naso non solo e non tanto per questo ma perché si tratta, come detto, di una specialista in Preistoria, preoccupati dal numero e dalla complessità delle pratiche che attengono all’archeologia storica ma soprattutto alla tutela architettonica e paesaggistica nel vasto territorio di competenza (Cosenza è la 5° provincia per estensione in Italia; comprende ben 155 Comuni). Non è l’unico motivo di preoccupazione, però. Ancora una volta, dopo le non brillanti prove del passato, gli uffici centrali del MiC affidano ruoli di altissima responsabilità in Calabria a personale di origine campana, e i motivi per i quali hanno gioco più facile attingendo a quella regione sono palesi. L’esperienza avrebbe forse dovuto suggerire maggiore prudenza ma ogni argine sembra essere caduto da quando Franceschini, nel rinnovare il Comitato Scientifico del Museo Archeologico di Reggio Calabria, ha fatto spazio, recita il decreto, ad “un componente designato dalla Regione Campania” (sic). W De Luca!
Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto – Commissione Cultura)