LA SESSUALITA’ HA UN TERMINE CORRELATO ALL’ETA’?
Capita ogni tanto di incontrare degli amici e scambiare, con l’occasione, quattro chiacchiere con riferimento alla vita sessuale; e ciò, non sempre allo scopo di intavolare una dialettica scherzosa, ma, oggettivamente, per conoscere il comportamento che, ciascuno di noi, adotta in questo contesto di natura intima, allo scopo anche di conoscere l’indice comparativo del proprio profilo sotto questo aspetto.
Nel corso delle varie conversazioni, quasi sempre emerge come l’attività sessuale costituisca un vero e proprio beneficio ai fini della salute anche in età avanzata. Dal pensiero dominante delle chiacchierate si evince che non esiste un limite d’età che impedisca di fare sesso, anzi, pare addirittura che, da una secrezione di natura ormonale, alias…, anche il quasi comune disturbo della prostata degli anziani, ne tragga un beneficio.
Ho sentito a questo proposito anche medici sotto la novantina, i quali, condividendo quanto sopra, mi hanno detto che il sesso, anche ad una certa età, costituisce un antidoto contro il malumore e la malinconia ipocondriaca e che esso allontana quello stress neuro-vegetativo che, spesso per mancanza di affetto riconducibile giocoforza all’età avanzata, porta automaticamente verso la tristezza, anziché accompagnare serenamente ciascun essere umano fino agli ultimi giorni di vita che il Padreterno ha disegnato.
D’accordo, fisiologicamente, la carica sessuale col passare degli anni viene meno, ma il desiderio invece tende a crescere in maniera molto accentuata tanto da dover osservare che, in mancanza di atti psico-fisici ad hoc, la vita finisce per perdere quel senso che, tra l’altro, l’ha anche determinata sin dall’embrione.
Esistono molte dicerie scherzose che stabiliscono i termini temporali per svolgere attività sessuale, e ciò a seconda degli anni del soggetto, ma questa diceria ha una connotazione in parte scherzosa piuttosto che costituire oggettivamente una realtà fisiologica in capo a ciascuno di noi, compatibilmente con le sue contingenti necessità.
Andrebbe anche aggiunto che il sesso, per quanto ovvio a dirsi, acquisisce maggiore valenza fisiologico-sanitaria se accompagnato da componenti affettive, in mancanza delle quali il rapporto materiale a se stante, finisce per comportare un senso di vuoto psicologico che, anziché produrre effetti positivi sia per il corpo che per la mente come detto dianzi, rischia di creare ed alimentare tossine che, a loro volta, si trasformano in vere e proprie patologie.
Detto questo in breve, sulla scorta di quanto le varie conversazioni fra amici possono far intendere lungi ovviamente dalla scienza sanitaria, emerge che il sesso fa bene ad ogni età purché esercitato entro i confini del detto “modus in rebus”. Non solo, si dice anche che, accantonando desideri ed esigenze fisiche, gli organi preposti a detta attività, finiscano per subire una quasi completa atrofizzazione tanto da togliere un aspetto serio e gratificante della vita stessa.
Una boutade finale. Ho chiesto alla mia bella dottoressa, ovviamente a salvaguardia della salute, se alla mia età il sesso fa male. Risposta immediata e concisa in dialetto veneto: “Scherselo el fa solo ben” (Traduzione: scherza, esso fa solo bene).
Va da se che dopo questa risposta, me ne guardo bene dal disattendere la prescrizione medica.
ADP – Belluno Feltre