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Asfaltati, completamente, ridicolizzati da un Barcellona formato Champion. Il Napoli di Spalletti esce mortificato con la testa china dopo aver capito cosa significa giocare in Champion; sì in Champion perché il Barca con la Uefa non ha nulla a che fare. Il suo totem Pique in carriera stasera era alla 130ma partita in Europa di cui 128 in Champion e 2 in Uefa….queste ultime due contro il Napoli. Ma una domanda sorge spontanea, ma il Napoli cosa ci va a fare  in Europa se non per collezionare sempre e solo figure barbine? Perché si sente in giro dire da alcuni tifosi che  questa società ”negli ultimi 12 anni è sempre andata in Europa di cosa vi lamentate???” La rsisposta è che questa società vuole affacciarsi in Europa, precisamente per la Champion, solo per motivi di bilancio e non per competere. Oramai il concetto è chiaro come il sole. Infatti i partenopei in Europa non sono mai stati competitivi in nessuna della competizioni europee. A memoria solo al primo anno di Benitez il Napoli fu derubato in semifinale dal Dnipro con due fuorigioco netti e permisero allo spagnolo di riportare la coppa a Napoli. La partita di stasera per certi versi ha ricordato la severa punizione a cui andò incontro la Roma di….Spalletti contro lo United di Ferguson quando umiliarono i giallorossi con un sonoro 7 a 1. Con questo 4-2 si è ripetuta una fattispecie analoga: il Barca ha preso ”a pallonate” un Napoli fermo sulle gambe e privo di idee. Impaurito. La differenza tra le due compagini si e’ notata subito dopo pochi minuti quando il Barcellona si e’ impossessato del centrocampo azzurro e ha iniziato a pressare alto impedendo ai partenopei qualsiasi impostazione dal basso. I blaugrana padroni del campo hanno creato occasioni su occasioni con il pubblico partenopeo che ha capito subito l’antifona. Certo che il gol del vantaggio spagnolo al minuto 8’ e’ un inno alla superficialità calcistica con Insigne che pensa a fare il pollicione al guardalinee e poi batte un calcio d’angolo sbagliando un passaggio al compagno, la palla arriva  ad Aubameyang che subito serve  Adama Traore che si porta a spasso in velocità e supera i difensori azzurri arrivando quasi in area e di destro libera  Jordi Alba il quale insacca alle spalle di Meret I goal subiti da calcio d’angolo a favore erano una caratteristica del Napoli di Ancelotti che credevamo superati oramai. Quanti tristi ricordi! Con il Barca in vantaggio la partita non cambia. Gli spagnoli addirittura aumentano ritmo e pressing. Al 15’ il raddoppio. Un sontuoso De Jong   ridicolizza Fabian e Demme e con un destro di rara bellezza trafigge Meret fermo a guardare il pallone insaccarsi nell’angolo alto. Il Napoli e’ come un pugile stordito e non riesce a fare nulla. Al 21’ su un lancio lungo Osimhen si avventa su un pallone e viene atterrato da Ter Stegen. Rigore e Insigne realizza. A proposito di Insigne ma non sarebbe meglio se andasse a Toronto a marzo con il suo amico Criscito???? Stasera è stato davvero raccapricciante nel suo non fare nulla se non perdere palloni e cadere a terra senza essere toccato. Il Barca comunque non si scompone e al 35’ mette a segno il terzo goal su un calcio d’angolo non allontanato dalla difesa partenopea. Sul pallone si avventa Jordi Alba che crossa per Pique,  sinistro e goal. 3 a 1 e tutti negli spogliatoi. La ripresa? Identica al primo tempo. Il Napoli sostituisce un Demme inconsistente con Politano arretrando Elmas cercando così di cambiare sistema di gioco passando ad un 433. Il Barca spadroneggia e al 58’ realizza la quaterna con Aubameyang dopo un giro palla da videogioco. Ci saranno sostituzioni da entrambe le parti ma oramai è tutto deciso. Al minuto 87’ grazie ad un errore della difesa del Barca il Napoli realizza con Politano  2 a 4 e così finirà la partita con i fischi del Maradona nei confronti di una squadra stanca, priva di dee e di cattiveria agonistica , patologia già evidenziata in campionato contro il Cagliari. Ora testa al campionato sperando che le figure miserrime siano terminate per la gioia dei supporter partenopei.

 

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