Il deputato Francesco Sapia ha presentato un’interrogazione sul rapporto tra pubblico e privato nella sanità calabrese, chiedendo al governo che «esso venga rivisto nell’ottica di garantire a tutti la tutela della salute e di contenere le spese per le prestazioni fornite dalle strutture private accreditate, così privilegiando lo sviluppo degli ospedali e degli ambulatori pubblici». «Secondo le norme vigenti, il privato – ricorda il parlamentare di Alternativa, che alla Camera siede in commissione Sanità – integra il pubblico, non lo sostituisce. Il Piano di rientro e i dodici anni di relativo commissariamento hanno indebolito i servizi pubblici. Negli ospedali e nei distretti sanitari calabresi non si riesce ad investire a vantaggio della diagnostica e della specialistica, manca troppo personale e succede che i pazienti vengano dirottati spesso sul privato. Bisogna invertire la tendenza e stabilire che cosa realmente serve, evitando i doppioni fra pubblico e privato e consentendo al primo di ampliare l’offerta di servizi e migliorarne la qualità». Nella stessa interrogazione, Sapia ha osservato che in Calabria si sono registrate diverse «commistioni tra dirigenza sanitaria e rappresentanza politica» e varie vicende «di inconferibilità di incarichi dirigenziali a personale sanitario con precedenti esperienze di candidature» o in posizione di «incompatibilità con lo svolgimento di mandati elettivi». Pertanto il deputato di Alternativa ha chiesto al presidente del Consiglio «se non intenda assumere iniziative per aggiornare il decreto legislativo Anticorruzione nella parte concernente le inconferibilità e incompatibilità riguardanti candidature a cariche pubbliche, mandati elettivi e ruoli di dirigenza sanitaria, nel senso di meglio definire le ipotesi ivi previste e di evitare in maniera più completa che l’organizzazione e la gestione della sanità pubblica possa essere condizionata dall’esercizio di funzioni di indirizzo o di controllo politico e da candidature di qualsivoglia livello».