L’odierna “denuncia di 10 consiglieri” circa il mancato inserimento delle aree ex Sasol e Lampanaro nell’elenco dei “siti orfani” da bonificare, riportata dai media calabresi, mi offre lo spunto per segnalare che ho da poco presentato due interrogazioni al titolare del Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) su questa materia: sono gli Atti Senato n. 3-03065 e n. 3-03091, dell’8 e 15 febbraio 2022. Va premesso che, ai sensi dell’art. 2 del decreto del Ministro dell’Ambiente del 29 dicembre 2020 (pubblicato in G.U. il 30.01.2021) con il quale, in attuazione della Finanziaria 2019, sono stati destinati 105.589.294,00 euro per la bonifica dei “siti orfani”, si definisce “orfano” il sito potenzialmente contaminato in cui non è stato avviato o concluso il procedimento di bonifica, per il quale il responsabile dell’inquinamento non è individuabile o non provvede agli adempimenti previsti. Grazie al PNRR, il MEF ha assegnato altri 500 milioni di euro al Ministero intanto diventato della Transizione Ecologica, proprio allo scopo di eseguire le bonifiche di quei siti. Posto che la maggior parte di essi, teste l’atto del MiTE di novembre 2021 che li individua, erano già presenti negli elenchi delle anagrafi regionali – l’identificazione, quindi, è in larga parte opera delle Regioni –, il 15 febbraio u.s. ho interrogato il ministro Cingolani per sapere: “quali siano i criteri di individuazione dei siti inseriti nell’Allegato al Decreto prot. 222 del 22 novembre 2021, oggetto di finanziamento, ed in base a quali valutazioni metodologiche siano stati disposte priorità ed assegnazione degli importi previsti dal medesimo decreto”. E ancora: “secondo quali modalità sia stata verificata l’effettiva qualificazione di “siti orfani”, alla luce del fatto che molti sono indicati come ex siti industriali dismessi o discariche di RSU, e se sia stato appurato o si intenda far appurare per quali motivi non si sia proceduto alla bonifica fino ad oggi, ovvero se gli Enti preposti abbiano attivato tutte le dovute verifiche in merito alla prevista responsabilità della eventuale omessa bonifica”. In omaggio, poi, a preoccupazioni che da Calabresi non possiamo non nutrire, ho chiesto “quali misure organizzative di contrasto alle infiltrazioni mafiose e implementazione delle verifiche preventive siano state previste a fronte degli elevati importi di investimento, considerato che il cinquanta per cento dello stanziamento complessivo del suddetto investimento M2C4 3.4 del PNRR è destinato alle regioni del Mezzogiorno, ovvero in territori di tradizionale insediamento mafioso, anche alla luce delle criticità nei controlli sulle società che richiedono l’iscrizione o la permanenza nelle cosiddette white list.”
Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto – Commissione Cultura)