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Il disegno di legge “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” in corso di approvazione oggi in Senato in quarta lettura, nonostante sia atteso da tempo e che finalmente ci permetterà (come previsto dall’articolo 6) di avere il marchio del biologico italiano, arriva in aula con un testo peggiorato e di certo non migliorato rispetto alla precedente versione a causa dell’operato di questa anomala maggioranza che si venuta a creare a danno del confronto e della democrazia.

Le stranezze, però, hanno contraddistinto tutta la parte finale dell’iter di questa legge. Prima di entrare nel merito del testo c’è da dire che, in precedenza, abbiamo avuto solo quattro ore per emendarlo in commissione Agricoltura Senato, orario che ha coinciso con i lavori d’aula e non si è avuto modo di lavorare agli emendamenti. Come se non bastasse oggi ce lo troviamo in aula nonostante inizialmente non fosse stato calendarizzato. Interpellando la Presidenza del Senato è emerso che, nell’ultima riunione dei capigruppo, è stato inserito in calendario perché i vari presidenti dei gruppi avevano dichiarato che c’era un accordo unanime sul testo così come trasmesso dalla Camera e che non sarebbe stato presentato nessun ordine del giorno. Una circostanza non veritiera in quanto nel corso del corposo dibattito che c’era stato in commissione Agricoltura Senato, sia la sottoscritta che le colleghe Sandra Lonardo ed Elena Fattori, avevamo annunciato che avremmo presentato, così come poi è stato, degli ordini del giorno in aula.

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Se dovesse essere confermato quanto riportato dalla Presidenza del Senato, l’operato dell’accozzaglia che regge il Governo Draghi sarebbe da censurare oltre che di una gravità inaudita. E il motivo potrebbe essere presto detto. Il testo oggi in discussione, infatti, malgrado l’eliminazione fatta della equiparazione espressa del biodinamico al biologico all’articolo 1 (riferimento per il quale si era sollevata tutta la comunità scientifica) continua a recare riferimenti espressi alla agricoltura con metodo biodinamico all’articolo 5 comma 3 (Tavolo tecnico per la produzione biologica), laddove si prevede una rappresentanza specifica e autonoma dall’agricoltura biodinamica al tavolo tecnico ministeriale ed all’articolo 8 comma 1 (Piano nazionale delle sementi biologiche).

Come sempre, è tipico di questa nefasta maggioranza, “ciò che si si fa uscire dalla porta lo si fa rientrare dalla finestra”.

Quindi, per rispondere con ogni probabilità all’esigenza di qualcuno, si è finto di togliere il metodo biodinamico dal tanto atteso provvedimento che doveva disciplinare il metodo biologico ma si lasciano i rappresentanti al tavolo tecnico e cosa ancora più grave, che potrebbe creare non pochi problemi, all’art. 8 comma 1, vale a dire in un momento delicatissimo di tutto il percorso quale è quello dell’adozione del Piano nazionale per le sementi biologiche, considerato che tali  sementi non solo devono essere idonee al metodo biologico ma anche a quello biodinamico. Nel testo di legge quindi si verifica una contraddizione in termini che pregiudica in due momenti fondamentali questo provvedimento pregiudicandone anche il valore e la trasparenza giuridica. Circostanze che avevo fatto emergere già nel corso della discussione generale del provvedimento in commissione durante la quale avevo sollevato con determinazione e argomentazioni giuridiche la gravosa questione.

Ragion per cui ho sottoscritto con convinzione l’ordine del giorno preparato dalla senatrice Cattaneo e per questo motivo ora auspico ora che il Governo eserciti tempestivamente la delega legislativa di cui all’articolo 19 del disegno di legge e, contestualmente, nel promuovere e sostenere tutte le iniziative legislative volte alla eliminazione dei riferimenti diretti alla pratica dell’agricoltura con “metodo biodinamico” di cui agli articoli 5 e 8 del presente disegno di legge.

 

Roma, 2 marzo 2022

Rosa Silvana Abate Senato – Gruppo Misto Commissione Agricoltura

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