di Antonio Diomede
LA GUERRA ALLE ANTENNE LIBERE. Ogni paese ha la sua guerra. In Ucraina si combatte contro un Popolo che non ha alcuna colpa se non la difesa della propria autodeterminazione. In Italia si sta combattendo la guerra della libertà di antenna che riconduce alla libertà di parola. La prima lascia sul terreno distruzione di mezzi e vite umane per il residuo dell’idea assolutista di un regime morente.
La seconda, quella delle Antenne italiane, è la strage del libero pensiero accompagnato dallo spettro dell’occupazione per la chiusura di centinaia di piccole e medie Tivù locali in nome del nascente regime neoliberista a cui l’Italia ha aderito con la nascita della “democratica” UE. Tra le due guerre troviamo a fattore comune la soppressione della libertà dei Popoli per interessi diversi dei relativi governi, ma sempre di inaccettabile sopraffazione dei forti sui deboli si tratta. Per vincere più facilmente sul Popolo Ucraino stanno occupando e distruggendo le antenne di Kiev. Per distruggere il libero pensiero, in Italia, stanno chiudendo centinaia di stazioni televisive nel più vile silenzio della stampa prezzolata e del Capo dello Stato dedito non sappiamo a quali altri pensieri piuttosto che alla difesa dell’articolo 21 della Costituzione. Con stile propriamente dittatoriale il Governo ha disposto l’inizio della chiusura delle Tivù locali in concomitanza della festa della donna in modo da mimetizzare il lutto italiano con mazzetti di mimose. Tutto questo non è meno tragico della invasione della Ucraina italiana alla quale non vi sono corridoi umanitari per salvare la nostra libertà di pensiero, 500 aziende, 5000 posti di lavoro e la dignità di uomini liberi e indipendenti dai vari interessi in campo per tale volgare operazione.