Il Museo storico della Liberazione
di Francesco S. Amoroso
Il Museo storico della Liberazione rappresenta uno dei luoghi simbolo per la memoria della Resistenza di Roma al nazifascismo.
Il Museo è stato allestito nei locali del palazzo di via Tasso 145, edificato nel 1938 – 1939 dalla famiglia dei principi Lancellotti, che nei mesi dell’occupazione nazista di Roma (11 settembre 1943 – 4 giugno 1944), venne adoperato come carcere dal Comando della polizia di sicurezza.
Dopo l’occupazione di Roma, il palazzo che già ospitava gli uffici culturali dell’ambasciata tedesca, divenne la sede del comando del servizio di sicurezza e della polizia di sicurezza sotto il comando del tenente colonnello Herbert Kappler.
L’edificio era il luogo dove i sospetti di attività antifascista o antinazista venivano condotti, anche senza motivo, interrogati, detenuti e torturati, e da cui questi uscivano per essere destinati al carcere di Regina Coeli, al Tribunale di guerra, alla deportazione.
Circa 2.000 tra donne e uomini, partigiani, militari e cittadini comuni passarono in questo stabile.
Dopo la Liberazione l’edificio fu occupato da sfollati, finchè negli anni Cinquanta la proprietaria, la Principessa Josepha Ruspoli donò allo Stato quattro appartamenti, con l’esplicita disposizione che vi si dovesse creare il Museo storico della Liberazione, che fu inaugurato il 4 giugno 1955 e istituito come Ente pubblico autonomo, con legge 14 aprile 1957, n. 277.
Il 4 giugno 1955 il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi inaugurò il primo allestimento museale.
I locali di detenzione sono ancora oggi come furono lasciati dai tedeschi in fuga; in essi sono riportate le memorie, i graffiti degli internati ed altre testimonianze di quel drammatico passato.
Il museo ha per scopo quello di assicurare al patrimonio storico nazionale la più completa e ordinata documentazione degli avvenimenti storici nei quali si concentrò e si svolse la lotta per la liberazione di Roma durante il periodo 8 settembre 1943 – 4 giugno 1944.
Esso offre ai visitatori in 18 sale espositive una raccolta di cimeli, documenti, fotografie, manufatti artistici, opere d’arte; oltre ad una raccolta di stampa clandestina, manifesti, volantini e prime edizioni di memorie su Roma occupata.