L’ UNIVERSALISMO CRISTIANO ECONOMICO PUÒ SALVARE L’ ITALIA
Fermo restando che la Bolla finanziaria speculativa che attanaglia l’ Italia è un consistente peso che un certo capitalismo politico-finanziario impone ai cittadini, va detto che una soluzione per controbilanciare in positivo tale situazione ci viene data da quelle che sono state le Encicliche papali.
Certo, fino a quando s’imporrà in Italia( per le politiche economiche adottate) questa Bolla finanziaria speculativa non farà mai giorno, e il gallo non canterà mai per gli italiani per annunciare l’ alba.
Una di queste Encicliche papali risolutive va fatta risalire alla” Pacem in terris” di Giovanni XXIII, dove, accanto al riconoscimento dei diritti individuali( oggi azzerati) di vita, libertà e proprietà, possiamo reinserire importanti diritti politici ed economici sociali, quali il diritto al lavoro, al benessere materiale, all’ assistenza sociale e al godimento dei beni culturali.
Si tratta, se vogliamo, di ricostruire cristianamente tali diritti,anche se dobbiamo convivere con l’ imposizione ( oltre alla bolla finanziaria speculativa) di un ‘ altra bolla speculativa ovvero quella strumentale politico-sanitaria, che viene diradata come un virus proprio nel modo di fare certa politica, al fine di sopprimere i diritti dell’ uomo sopra menzionati.
Ebbene, l’ Enciclica ” Pacem in terris” è la giusta direttrice politica-economica per riappropriarci dei diritti a cui noi aspiriamo, perché giustifica
l’ intervento dello Stato oltre i confini tradizionali della filosofia politica liberale, oggi trasformata nel deleterio liberismo speculativo.
I cittadini italiani devono scegliere ovvero decidere di ritornare a quello che è stato l’ insegnamento della Dottrina sociale della Chiesa( quello consolidato nelle Encicliche storiche( “Mater magistra”, ” Gaudium et spes” “Pacem in terris”, ” Populorum progressio”, Redeptor hominis”, ecc.) , ovvero decidere se vogliono mantenere e seguire l’ attuale politica economica, che si basa come detto(col beneplacito di alcuni partiti) su una deleteria Bolla finanziaria capitalistica speculativa, od optare per la politica economica suggerita dalla Dottrina sociale della Chiesa, che si basa,si badi bene, sull’ insegnamento delle citate Encicliche storiche,oggi attualissime.
L’Enciclica ” Pacem in terris”, che sembra oggi lo strumento economico più appropriato, tenendo conto degli eventi umani di violenza generale sulla Terra,, contribuirebbe in modo assolutamente attuale e moderno ad una chiarificazione del principio di sussidiarietà, che, certamente, nel modo giusto di attuazione, porterebbe a vedere la politica economica non solo nell’ ambito di cooperazione degli Stati sovrani per assicurare il bene comune universale, ma ,soprattutto, nell’ ambito di organismi sovranazionali ( Comunità nazionali ed internazionali, corpi intermedi)dotati di poteri, che affiancati allo Stato, potrebbero contribuire a dirigere oggettivamente ,e non in modo speculare, la politica economica.
Insomma, il principio di sussidiarietà, perseguito da questi organismi comunitari intermedi, non solo porterebbe a considerare
” le economie nazionali dei parametri di riferimento essenziali per valutare il grado di avanzamento dei processi di integrazione politica ed economica, ma porterebbe anche ad affermare il principio della subordinazione dei movimenti di capitali rispetto agli spostamenti del fattore lavoro; ” ogniqualvolta è possibile, pare che debba essere il capitale a cercare il lavoro e non viceversa”.
In pratica, l’ Enciclica di Giovanni XXIII ” Pacem in terris” rilancerebbe anche oggi la prospettiva della ‘Universalismo cristiano”, in alternativa alle concezioni economiche cosmopolite speculative, se è vero, come oggi è vero, che la presenza di numerosi corpi intermedi porterebbe a garantire l’individuo e le Comunità contro i pericoli evidenti dell’ attuale processo di accentramento politico del potere.
Si afferma ancora nella citata Enciclica che ” I poteri pubblici della comunità mondiale non hanno lo scopo di limitare la sfera di azione ai poteri pubblici delle singole comunità politiche e tanto meno di sostituirsi ad essi; hanno invece lo scopo di contribuire alla creazione, sul piano mondiale, di un ambiente nel quale i poteri pubblici delle singole comunità politiche, i rispettivi cittadini e i corpi intermedi possano svolgere i loro compiti, adempiere i loro doveri, esercitare i loro diritti con maggiore sicurezza”.
L’ Enciclica Pacem in terris” si conclude, in tale costrutto, con un appello ai cattolici ,che,dobbiamo dire, si trovano oggi in uno stato soporifero .
Si tratta di vedere se,oggi, con uno scatto di orgoglio, i cattolici italiani vogliono accogliere l’ importante appello storico ed attuale di Papa Giovanni XXIII, per ricostruire l’ Italia, di fronte ad un clima preoccupante di liberismo politico e sociale.
Avv. Nicola Russo- Taranto