Advertisement

ORA SIAMO AL “WANTED”  O  “CHI LA VISTO ?”  PER PUTIN, SIA IN RUSSIA CHE DA NOI

Putin è sparito dalla circolazione, dicono i mass-media, che si spingono ad indovinare i nascondigli possibili nei quali lo zar potrebbe essersi rifugiato per non essere fatto fuori da cecchini in patria e da altri altrove.

Advertisement

Si parla di un bunker come rifugio verso la Mongolia, di altro nella città di Sochi nella residenza di Bocharov Ruchej,  a Zavidovo,  località nella quale si trovava con Berlusconi nel 2003, a Gellendzhik sul Mar Nero in una struttura con lunghi tunnel sotterranei e cioè  in un rifugio a Samara costruita da Stalin, oppure addirittura vicino al Cremlino nell’ edificio presidenziale di Novo-Ogaryovo vicino a Mosca.

Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi, spesso enfatizzate anche dalla stampa che, come ha detto anni fa un famoso inviato di guerra, Ennio Remondino, nel corso di una conferenza nella quale ero stato invitato nelle Marche, precisamente nel palazzo della Regione, ad Ancona, insieme con altri giornalisti appartenenti all’Ordine di Venezia,  bisogna considerare attendibile solo al 50% la verità, la quale presenta varie sfumature a seconda della convenienza di chi la enuncia. Vi ricordate la foto di quel famoso cormorano impregnato di petrolio mostrato da tutte le tv durante la guerra del Golfo?  Ebbene, detta immagine era falsa in quanto creata ad hoc nella baia di Hudson…

Ritornando al “Wanted”, io sono certo che, finito il conflitto in Ucraina, questo ricercato non potrà più vivere in nessuna parte del mondo e che farà una brutta fine, fors’anche motu proprio.

In Ucraina egli ha già pochi sostenitori che non siano quelli delle campagne a cui le notizie arrivano attraverso le tv di stato russo, favorite anche da una precaria cultura politica insito nel contesto agricolo, nelle città invece il dittatore non ce la fa a sfondare in quanto una maggiore cultura sta optando giorno dopo giorno per la democrazia.

Va da se che, una sola persona contro il mondo intero, finirà per pagarne lo scotto in termini che, anche una pena all’ergastolo comminata dai tribunali, richiederebbe per il condannato una diversa via di scampo. Esattamente come è successo per Hitler, Mussolini, Gheddafi, Saddam e qualche altro imbecille.

Arnaldo De Porti

Belluno Feltre

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteBollette raddoppiate
Articolo successivoGuerra. Discorsi sciocchi e cinici ad un tempo

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui