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MOSCA. UNO STADIO PRECETTATO E FORSE PAGATO DA PUTIN CON UN…  “GUAI SE NON PARTECIPI”

Guardando ieri sera in tv la “messa in scena” di uno stadio strabocchevole, il Luzhniki,  volto a festeggiare (ma secondo loro)  l’ottavo anno della riunificazione (?) Russia- Crimea, ho avuto un transfert verso le sceneggiate mussoliniane, e cioè quando gli accoliti del regime italiano di allora trasferivano da una città all’altra gli armamenti militari per far vedere al popolo, da parte del Duce, la potenza militare fascista, a cui poi ha fatto inesorabilmente seguito tutto ciò che, soprattutto quelli della mia età, ricordano-ricordiamo  perfettamente.

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Anche un imbecille avrà capito che tutta quella gente precettata nello stadio di Mosca è stata costretta a partecipare sulla base di quelle misure di cui ogni dittatura è “maestra”. Personalmente ricordo che, quando frequentavo la prima elementare durante l’era fascista, i miei genitori erano costretti a portarmi, vestito da Figlio della Lupa e/o Balilla, nella scuola che frequentavo allo scopo di “celebrare” il sabato fascista.  Stessa cosa, alla luce dell’attuale  “ progresso “, è stato attuata per far arrivare 100-200 mila persone in detto stadio attraverso l’organizzazione da parte di vari manipoli del dittatore. Ergo, cosa facilissima da fare e con impatto immediato.

Ovviamente, tutto ha fatto leva sulla buona fede in capo anche a prescritti di leva molto giovani, senza cultura storico-politica, nonché sulla paura – da parte dei più grandi –  che, ahimè, non possono minimamente azzardarsi di pronunciare un “et” pena la galera o altro, come è successo anche ieri, in detto stadio,  per la mamma di un ragazzo di leva che urlava “ridatemi mio figlio”,  e subito allontanata dalle guardie dello zar.

Mentre scrivo, sono ancora assalito dalla seguente meraviglia: “Con quale coraggio Putin si è mostrato in pubblico, anche se indossava un giaccone antiproiettile, dopo alcuni giorni di sparizione dall’entourage del Cremlino ?”

Mi verrebbe da pensare che, tanto per essere in tema con gli stadi calcistici, che ad ogni partecipante ci fosse anche uno degli ex Kgb, per fare l’uno contro uno…esattamente come in una partita di calcio, alias un 50 % di spettatori ed altro 50% di militari russi.

Di certo,  dopo questa mattanza  bellica, Putin non potrà più uscire dalla Russia e, quand’anche lo dovesse fare, sarebbe subito arrestato come criminale di guerra, come è già stato detto dal tribunale internazione dell’AIA.

Speriamo presto !!!

Arnaldo De Porti

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