Sommario: Prima il COVID poi la guerra in Ucraina: l’attenzione di tutti è concentrata sempre su alcuni temi monopolizzanti, ma anche altre problematiche non dovrebbero essere dimenticate.
In campo politico, per esempio, eletto Mattarella tutto è caduto sotto silenzio per il CENTRO-DESTRA che sembra incapace di darsi una linea comune, ma le elezioni si avvicinano.
Tornando invece all’attualità del conflitto ucraino, una lettura dei dati sulla SPESA PER GLI ARMAMENTI nel mondo imporrebbe almeno una riflessione e credo giustifichi pienamente la posizione di PAPA FRANCESCO che insiste a considerare la guerra una follia. Notate: il Papa viene citato dai media e invitato in TV quando parla in termini “umanitari”, di immigrazione ecc. perché fa molto “progressista” ma se – come nei giorni scorsi – chiama i governi ad un freno delle spese militari allora viene di fatto censurato perché evidentemente dà fastidio a chi campa sulle guerre e ad una sinistra che dal “pacifismo” antiamericano si è convertita al pro-militarismo anti russo, anche se quasi nessuno sembra volerlo notare. Intanto passano i mesi e non si conoscono ancora le priorità del PNRR, mentre Draghi punta sull’extra-deficit per tirare a campare.
C’ERA UNA VOLTA IL CENTRO DESTRA….
La data non si sa ancora e della questione non ne parla nessuno, ma tra il 15 aprile (data ormai impossibile) e il 15 giugno si andrà a votare in 977 comuni italiani tra cui 26 capoluoghi di provincia e 143 comuni oltre i 15.000 abitanti. Nella stessa giornata si dovrebbe (forse) votare anche per i referendum sulla giustizia promossi da Lega e Radicali.
Si voterà in città importanti da Palermo a Padova, da L’Aquila a Verona, da Taranto a tutti i capoluoghi del sud del Piemonte, da Messina a Genova. Un test elettorale di milioni di elettori a meno di un anno dalle elezioni politiche ma che per ora sta passando sotto traccia.
Nel centro-destra tutto tace ed è significativo perchè – reduce dalla infausta tornata delle amministrative dell’autunno 2021 e dalla sconfitta alle “supplettive” di Roma – l’alleanza dovrebbe in qualche modo prepararsi a un turno elettorale che si preannuncia molto divisivo e a rischio di nuovi disastri, complice – una volta di più – la superficialità ed il disinteresse dei leader che vanno avanti ciascuno per conto proprio, al più incontrandosi solo al “quasi-matrimonio” di Berlusconi, cui però era invitato soltanto il “fido” Matteo Salvini, quasi come una incoronazione di potenziale successione all’onnipresente ed inossidabile (anche se per molti decisamente patetico) Silvio Berlusconi.
Pare che la Meloni e Salvini non si sentano dal 28 gennaio quando – improvvido – l’ascensore del leader della Lega “salto” il quinto piano del palazzo dei gruppi a Montecitorio, là dove era atteso (invano) da Giorgia Meloni per concordare le mosse.
Era il giorno in cui si doveva decidere sul Mattarella-bis e che finì come si sa, compreso il siluramento (ed affondamento) politico di una alleanza di centro-destra che per la partita Quirinale era partita con i favori del pronostico.
Da allora le tensioni tra i gruppi sono aumentate con scortesie collaterali: le reti Mediaset (“indipendenti”?!) hanno di fatto cancellato le presenze di esponenti di Fratelli d’Italia, la Meloni non è stata invitata al “quasi matrimonio” di Berlusconi e soprattutto in periferia è in corso una serrata guerra di posizioni che in vista di elezioni amministrative non promettono mai nulla di buono.
E pensare che la guerra in Ucraina era stata occasione di un forzato riavvicinamento di FdI al governo, occasione che sta evaporando anche per le difficoltà di Draghi a chiudere in maniera soddisfacente il “pacchetto energia” dando spazio alle proteste dell’opposizione per il perdurante caro carburanti.
Colpisce questa mancanza di volontà a correre insieme, pur ripetendo il mantra che una alleanza “naturale” ci sarebbe nei fatti. La realtà è ben diversa ed anche questi atteggiamenti fanno pensare che salgano le quotazioni di un nuovo sistema elettorale proporzionale dove la visibilità dei singoli partiti sarebbe il “valore aggiunto” che ciascuno, alla fine, narcisisticamente attribuisce a sé stesso.
In un momento in cui la sinistra è profondamente divisa il centro-destra non solo sembra incapace di riannodare i propri nodi, ma permette a Letta di ricucire tra i suoi e il M5S: una “grazia ricevuta” di impensabile valore.
NUMERI TERRIBILI (CHE NON TORNANO)
La Camera ha approvato a grande maggioranza un ordine del giorno che impegna il governo ad “avviare l’incremento delle spese per la Difesa verso il 2% del Pil”. Passando in pratica dai 25 miliardi l’anno attuali a 38 miliardi l’anno.
Stando all’ ANSA, i 27 Paesi dell’Ue, – secondo i dati del SIPRI di Stoccolma, uno dei più accreditati ed indipendenti istituti mondiali di analisi – già oggi spendono 233 miliardi di dollari all’anno in spese per armamenti, più del triplo di quanto spende la Russia. Gli Stati Uniti (un altro paese NATO) sono in testa in termini di spesa con oltre 766 miliardi di dollari, che rappresentano il 3.74% del loro PIL: da soli gli USA spenderebbero oggi più di UNDICI VOLTE rispetto alla Russia.
Anche la Cina spende di più che nel passato: +76% nel decennio 2011-20, come India e Russia. Mosca è cresciuta costantemente fino al 2016, ha investito molto negli ultimi tre anni, raggiungendo ad una spesa stimata di 67 miliardi di dollari, comunque meno di un decimo degli USA E’ “SOLO” TRE VOLTE L’ITALIA.
L’Ucraina si trovava al 34esimo posto mondiale, con quasi 6 miliardi. Un valore che significa il 4.13% del suo GDP nazionale. Il suo trend di spesa è in crescita: 10 anni fa la spesa era di poco più di due miliardi, ma Kiev prima della guerra spendeva comunque un decimo rispetto alla Russia.
In termini complessivi La Nato (USA compresi) spende complessivamente circa 1.103 miliardi di dollari, pari al 56% della spesa militare globale. Tra i primi 15 Paesi per spesa militare nel mondo, sei sono membri della Nato: L’Italia rimane nella top 5 europea per spesa e all’undicesima posizione globale.
Quindi Mosca spende “solo” 67 MILIARDI e la NATO ben 1.103 MILIARDI: 18 VOLTE PIU’ DELLA RUSSIA.
O i numeri sono sballati o Putin è un suicida a mettersi contro la NATO, oppure (terza ipotesi, da non scartare) la NATO spende male i suoi soldi, ma allora – prima di aumentarli – andrebbe verificato se non sia il caso di spenderli meglio, ammesso che ci sia un “meglio” nelle spese militari.
Un aspetto che andrebbe verificato anche per le spese militari italiane.
Sono argomenti che però danno fastidio: dopo decenni di input e proclami pacifisti – soprattutto se si dovevano criticare gli USA – ora siamo al corto/contro circuito informativo: perfino se Papa Francesco dà dei “folli” ai governanti (compresi quelli europei) per queste spese eccessive viene di fatto censurato. Chissà se qualche italiano si renderà conto che anche questo è un chiaro indizio di assoluto controllo dell’informazione, oltre a sottolineare quanto meno importante sia diventata la Chiesa – rispetto a solo qualche decennio fa – nella sua capacità di influenzare le scelte politiche dei governi.
Pensate se l’umanità destinasse queste somme – anziché per potenzialmente uccidersi a vicenda – a migliorare invece le condizioni del pianeta e di chi ci abita…
NOTIZIE DEL PNRR ?
Non riesco a capire quali siano le CONCRETE priorità dei miliardi spesi e da spendere per il PNRR, argomento che è totalmente sparito dai radar dell’informazione. Possibile che gli italiani non abbiamo il diritto di conoscere chiaramente quali siano i principali obiettivi da raggiungere e quali le opere pubbliche prioritarie? Probabile che l’Europa rimanderà tempi e procedure per l’emergenza ucraina, oltre che allargare i margini dei deficit pubblici, ma un po’ più di chiarezza mi sembra comunque indispensabile.
A TUTTI UN SALUTO E BUONA SETTIMANA MARCO ZACCHERA