Scisma? La Chiesa di Roma ascolti i vescovi tedeschi
“Abolizione del celibato sacerdotale, introduzione del sacerdozio femminile, democratizzazione nella scelta dei vescovi, via libera alle benedizioni delle coppie gay, modifiche al Catechismo della Chiesa cattolica sull’omosessualità. Sono queste alcune delle grandi questioni che la rivoluzione della Chiesa tedesca ha avviato grazie al cammino sinodale dei vescovi partito in sordina tre anni fa e ora giunto ad una svolta. Praticamente è l’ombra di uno scisma che si avvicina”. Così scrive Franca Giansoldati su “Il Messaggero” del 13 aprile.
Ed ora vediamo che cosa vado scrivendo da molti anni, che cosa da molti anni vado rimproverando alla Chiesa. Si era nell’aprile del 2005, quando sul quotidiano Liberazione apparve la mia lettera: “Auspici. Adesso serve qualcuno che cambi la Chiesa”. Se n’era andato per sempre Giovanni Paolo II, e riferendomi a lui scrivevo: “Sarebbe stato più grande e più santo, se non avesse negato, come i suoi predecessori, il sacerdozio alle donne, basandosi sul fatto che “Gesù non ha chiamato alcuna donna a far parte dei dodici” (Congregazione per la Dottrina della Fede – Inter Insigniores). In realtà il Signore scelse come apostoli solo uomini, giacché nessuna donna, in quel periodo ed in quella società, avrebbe potuto svolgere la loro difficilissima missione. Sarebbe stato più santo, se avesse riconosciuto che non è possibile, in base al vangelo, ed alla ragione, naturalmente, ritenere grave peccato gli atti di omosessualità”. In un articolo su Affaritaliani, nell’agosto del 2012, scrivevo: “Non capisco perché le persone omosessuali cristiane non esigano tutte assieme dalla Chiesa, la cancellazione dei paragrafi del Catechismo riguardanti l’omosessualità”. E nell’agosto del 2015 lanciai una petizione online a Papa Francesco, tramite Avaaz, affinché fossero modificati o eliminati i paragrafi del Catechismo dedicati all’omosessualità. Scrivevo nella petizione: “La ragione è che questi paragrafi sono offensivi nei riguardi degli omosessuali e la Chiesa è in grandissima parte responsabile dei pregiudizi sull’omosessualità”.
Riguardo al celibato sacerdotale, in una lettera sul Corriere della Sera (11 giugno 2006) scrivevo: “Nel giudaismo, in base al precetto divino espresso in Genesi 1,28 («crescete e moltiplicatevi»), era sentito come un dovere religioso che l’uomo prendesse moglie. Al n. 15 del Catechismo della Chiesa Cattolica: «I consigli evangelici, nella loro molteplicità, sono proposti a ogni discepolo di Cristo. La perfezione della carità, alla quale tutti i fedeli sono chiamati, comporta per coloro che liberamente accolgono la votazione alla vita consacrata, l’obbligo di praticare la castità del celibato, la povertà e l’obbedienza». L’errore sta nel fatto di trasformare tranquillamente, arbitrariamente, i «consigli evangelici», in obblighi evangelici”.
La Chiesa tedesca ha ragione su tutte le questioni elencate, semplicemente perché si è basata sul buon senso e sul Vangelo.
E allora come evitare lo scisma? Semplice: la Chiesa di Roma ascolti i vescovi tedeschi.
Renato Pierri