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Morti e infortuni sul lavoro: un fenomeno in crescita che necessita un maggiore impegno da parte di tutti

 

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Milano. Come ogni anno, il 28 aprile si celebra la giornata mondiale della salute e sicurezza sul lavoro. I numeri degli infortuni in continua crescita, purtroppo, obbligano istituzioni, enti e aziende a impegnarsi maggiormente per assicurare a tutte le parti interessate un adeguato standard di salute e sicurezza.

Dal 2003 l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha istituito la Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, che si svolge il 28 aprile di ogni anno. La giornata, ha lo scopo di focalizzare l’attenzione internazionale sull’importanza della prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro e delle malattie professionali e sulla necessità di un impegno collettivo per la creazione e la promozione della cultura della sicurezza e della salute.

 

La salute nei luoghi di lavoro, oltre a essere un diritto del lavoratore, è un interesse sia per l’azienda, che in questo modo garantisce un ambiente sempre più confortevole e di conseguenza più produttivo, sia per la società nel suo insieme, che così sopporta meno costi sociali per infortuni e malattie professionali.
I numeri degli infortuni, nonostante ciò, sono in continuo e costante aumento. Come riporta l’INAIL, infatti, nel primo bimestre del 2022 sono state 121.994 (+47,6% rispetto allo stesso periodo del 2021) le denunce di infortunio, 114 delle quali con esito mortale (+9,6%).

 

TÜV Italia è da sempre in prima linea, in qualità di ente indipendente, per individuare i fattori di rischio e promuovere le misure adatte a mantenere gli ambienti di lavoro in linea con i dettami della vigente normativa per la sicurezza sul lavoro.

 

Da due anni a questa parte l’informazione si è comprensibilmente focalizzata pressoché totalmente sulla pandemia da Covid-19 e sui suoi effetti sociali ed economici. Con la ripresa delle attività post pandemia, e ritmi di lavoro più alti, il numero di eventi infortunistici è notevolmente aumentato. Quello che si potrebbe fare, affermano Federica Sanguineti e Cristian Giannetto – rispettivamente Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale di TÜV Italia e Bytest – è investire sì sui sistemi di sicurezza sui luoghi di lavoro ma, soprattutto, sulla cultura della sicurezza, su un cambio di mentalità che possa portare ad una percezione condivisa dell’importanza della sicurezza e dalla confidenza nell’efficacia di misure preventive. La pandemia è stata un’applicazione pratica di tale percezione che ha portato le varie funzioni aziendali ad una collaborazione sinergica che, speriamo, possa essere mantenuta e migliorata nel tempo nella gestione quotidiana della sicurezza.

 

Il lavoro cambia e con esso la salute e la sicurezza dei lavoratori

La cosiddetta “new normality” lavorativa apre anche nuovi ambiti di azione, maggiormente focalizzati su aspetti di salute ad ampio raggio; non solo salute “fisica”, ma anche sociale e psicologica, questi strettamente connessi alle modalità di lavoro agile.

 

Uno dei fattori più critici che il nuovo scenario ci pone, ad esempio, è il “work life balance”: se, da una parte, lo smart working nasce per facilitare gli equilibri casa/lavoro, dall’altra, la mancanza degli orari scanditi dalla giornata lavorativa fa saltare gli schemi con il rischio di non “staccare” mai durante il giorno, ritrovandosi impegnati anche la sera e nel weekend”, dichiara Simona Midollini, Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale di pH. “Uno dei punti cruciali della normazione del lavoro agile in via di definizione da parte delle Istituzioni punta, tra le altre cose, a regolamentare i periodi di disconnessione e di riposo proprio al fine di tutelare il benessere psicofisico dei lavoratori”.

 

In ufficio, laboratorio, fabbrica o a casa, la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori deve essere parte integrante della nostra vita quotidiana non solo per il benessere dei lavoratori ma anche per arrivare ad avere una Società più competitiva e “sana”.

 

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