La libertà del blogger don Mauro Leonardi
“Un blogger popolare ma libero si prende una pausa dai social”, così Guido Mocellin in un articolo su Avvenire del 3 aprile, che solo oggi mi è capitato di leggere. Ne trascrivo qualche riga: “Questa volta il passo indietro si deve a don Mauro Leonardi, presbitero, scrittore, opinionista e blogger di origini lombarde ma che esercita il ministero pastorale a Roma, presso il Centro Elis. Il primo annuncio l’ha dato lo scorso 24 marzo con un sobrio post sul blog “Come Gesù”: «Ho deciso di prendermi una pausa dai social». E più avanti: “Poi il motivo della decisione, maturata già da un anno: «Mi prendo una pausa perché sento il bisogno di investire maggiormente nelle relazioni delle persone che ho vicino». E infine: “Il sottotitolo dell’ultimo, fortunato libro di don Leonardi, “Il Vangelo secondo TikTok”, recitava: «Usare i social e restare liberi».
Ora, è evidente che Guido Mocellin ignora quanto don Mauro tenesse al suo blog, quanto tenesse a TikTok e a tutte le “finestre” dalle quali si affacciava per parlare a migliaia di persone. Se lo conoscesse, come lo conosco io, saprebbe quale sacrificio gli costi la “pausa” che, a mio parere, durerà per sempre. Ovviamente questo è solo un mio pensiero. Ed è anche solo un mio pensiero che se don Mauro fosse libero, non si sarebbe mai preso una pausa, o perlomeno non se la sarebbe presa da tutti i social (TikTok, Facebook, Twitter, Instagram e YouTube) contemporaneamente. Non è don Mauro il prete convinto che “nell’annuncio del Vangelo non va tralasciato nessun “continente”, compreso quello di Internet, e in particolare i social network, frequentati da miliardi di utenti in tutto il mondo, molti dei quali hanno una scarsa conoscenza del cristianesimo, a maggior ragione della Chiesa”? (L’Osservatore Romano 9 giugno 2021 – “Il Vangelo secondo i social”, di Charles de Pechpeyrou). Come mai nell’intervista non fa cenno alla sua decisione se già ci stava pensando, stando a quanto scrive Mocellin? Anzi, dichiara: “Francesco Saverio è andato in Asia perché l’Asia esisteva: io sto sui social per la stessa ragione di ogni missionario”.
Insomma, credo che Guido Mocellin non si sia reso conto che la causa della penosa rinuncia di don Mauro, è stata proprio la sua libertà sui social.
Renato Pierri