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Napoli: dal Vomero l’appello per la riqualificazione di piazza Vanvitelli

Scomparsa la palma, fermo l’orologio e, per ultimo, abbattuto un lampione

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            “ Da alcuni anni a questa parte – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero – è possibile constatare, il graduale quanto inesorabile stato di degrado e d’abbandono nel quale versa una delle più belle piazze del capoluogo partenopeo, si parla di piazza Vanvitelli, emblema del quartiere Vomero, la quale, per la sua importanza storica e architettonica, è altresì sottoposta alla tutela della sovrintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici e etnoantropologici. Una piazza che, per la sua bellezza, integrità e unicità, ha rappresentato, sin dalla nascita, il cuore pulsante del quartiere collinare e che, benché priva, da oltre due lustri, della palma secolare che si trovava nell’aiuola centrale, morta nel gennaio dell’anno 2010  a seguito dell’attacco del punteruolo rosso ma anche per l’assenza delle cure che avrebbero potuto salvarla, mantiene in gran parte il fascino dello stile neorinascimentale della fine del 1800, quando la Banca Tiberina realizzò le principali strade e piazze del “nuovo quartiere”, tutte dedicate ad importanti artisti che avevano lavorato a Napoli “.

 

            “L’anno scorso, nel mese di marzo – continua Capodanno -, è toccato all’altro emblema della piazza, lo storico orologio fermarsi. Da allora, nonostante le segnalazioni e i numerosi solleciti l’orologio non ha più ripreso a funzionare, anzi nei mesi scorsi è scomparso anche uno dei due quadranti. Va ricordato che l’orologio di piazza Vanvitelli fa parte degli orologi elettrici cittadini, undici in tutto, ultimi rimasti dei 40, collocati, oltre 80 anni fa, nelle strade di Napoli. Gli altri sono ubicati in via S. Lucia, in piazzetta Augusteo, al Museo, in via del Sole, in piazza Cavour, in via Filangeri, in via Mezzocannone, a Montesanto, in via Diaz ed in via Duomo. Orologi all’epoca denominati: “ Impianti dall’ora unica “, per il fatto che segnavano sincronicamente la stessa ora in tutti i punti nei quali erano dislocati. Essi furono installati dall’Ente Autonomo Volturno su disegno dell’ing. Ventura e con la fusione delle colonne in ghisa eseguita dalla fonderia di Capodimonte di Enrico Treichler. Ciascuno di essi aveva una propria illuminazione particolare intorno ai quadranti, sicché era possibile leggere l’ora anche a notte inoltrata “.

            ” Infine – ricorda Capodanno –  la settimana scorsa si è registrato l’ultimo grave episodio con uno dei quattro lampioni, che adornano il marciapiede antistante l’aiuola centrale, rimosso per i danni subiti a seguito d’un incidente automobilistico. Il lampione in questione, come tutti gli altri posti nella piazza, furono installati al termine dei lavori per la costruzione della stazione della linea 1 della metropolitana, inaugurata nel 1993. Si tratta di lampioni in ghisa della ditta Domenico Neri di Longiano, leader mondiale nel campo dell’arredo urbano e dei sistemi d’illuminazione, con realizzazioni presenti in oltre 4.000 comuni italiani. Tra le piazze arredate dalla suddetta ditta vengono ricordate, in Italia,  Piazza dei Miracoli a Pisa, Piazza San Marco a Venezia, Prato della Valle a Padova, Piazza del Duomo a Milano e Piazza Unità d’Italia a Trieste, mentre in ambito mondiale si segnalano, tra le altre, realizzazioni in città come Parigi, Dublino e New York “.

 

            ” Immaginarsi, dunque – sottolinea Capodanno – lo stupore, misto a indignazione, quando al posto del lampione rimosso è comparso un palo della pubblica illuminazione che ricorda, molto da vicino, quelli presenti lungo i viadotti della tangenziale di Napoli e che rappresenta, allo stato, un vero e proprio pugno in un occhio. Certo l’auspicio è che si tratti di un’installazione provvisoria, in attesa che venga ripristinato il lampione originario. Ma si sa che a Napoli troppo spesso il provvisorio diventa definitivo e visti i precedenti, con le vicende che hanno coinvolto prima la palma secolare e poi lo storico orologio, il dubbio serpeggia “.

 

            ” Da qui – conclude Capodanno – la richiesta agli uffici comunali competenti di provvedere, in tempi rapidi, a una riqualificazione complessiva della storica piazza, nel rispetto delle caratteristiche architettoniche e ambientali, con particolare riguardo all’arredo urbano e con riferimento segnatamente alla rimessa in funzione dello storico orologio e al ripristino del lampione temporaneamente rimosso, dopo i necessari quanto opportuni interventi di riparazione “.

 

 

 

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