TENSIONI E OMBRELLO BRITANNICO
Un mondo, il nostro, a misura di come l’abbiamo voluto noi esseri umani. Preoccupanti virus in aggiunta alle varianti del Covid 19; jihad in azione contro i diritti che debbono andare al di là del genere, contro la libertà di poter essere cristiani (pericolo, a quanto pare, sottovalutato anche se implicante la sottomissione di una civiltà che ha fatto la storia dell’Occidente); business da realizzare in qualsiasi modo, con la guerra ma pure con la libera vendita di armi nei supermercati, ed esse diventano giocattolo di morte in mano ai giovanissimi che vogliono imitare i marines; tensioni fra le Potenze, tra gli Stati, in allerta tutti per non perdere peso passando dalla parte dei perdenti. Sono anche quelle effetti accresciuti dalla guerra russo-ucraina. Continua dopo qualche tentativo di dialogo, anzi è in atto più pesantemente da entrambe le parti con “nessuno spiraglio di pace”, come ha sottolineato il Presidente Mario Draghi dopo il recente colloquio con lo Zar Putin che sul problema della crisi alimentare ha incolpato le sanzioni fatte alla Russia dall’Occidente, pur prevedendo che potrebbero esserci corridoi alimentari, lo sblocco in cambio del controllo dei porti. Ma neppure il Presidente ucraino Zelensky, che con lo sfondamento russo nel Dombass dichiara difficile la situazione, parla con chiarezza di trattative per la pace. Si è nei giorni scorsi rivolto anche al popolo indonesiano con accuse alla Russia, poi nel corso della telefonata a Draghi ha detto: “Ci aspettiamo altri aiuti. Dobbiamo sbloccare i porti” E rimprovera pure Berlino che gli appare lenta nell’invio di aiuti. Clima certamente non favorevole ad accordi, dato che nessuno allenta la corda. Preoccupanti scenari: oltre a distruzione e morte per bombe, carestia e fame non solo in Ucraina anche in tanti Paesi africani per il blocco del grano che potrebbe penalizzare pure l’Occidente. Intanto lo jihadismo è in ascesa, il macrofenomeno del fondamentalismo islamico diviene sempre più all’ordine del giorno anche per l’uscita di alcuni Stati dal G5 Sahel. Male dal suo inizio il nuovo secolo, a partire dall’attentato terroristico alle Twin Towers e da tutto quello che seguì in varie parti del mondo, e peggiori (non è catastrofismo bensì realismo) le prospettive del mondo futuro (vanno aggiunti anche i disastri del pianeta), se da ogni parte non ci si mette d’impegno a mutar rotta. La pace! Tutti, almeno a parole, dichiarano di volerla, nessuno, però, retrocede da certe posizioni, né mancano qua e là i soffiatori sul fuoco. C’è poi chi si fa ombrello, ovviamente non gratuito, per altri, e chi lo cerca alle condizioni per sé più favorevoli: l’unione fa la forza, ed è contrapposizione di parecchi contro altri parecchi. La Gran Bretagna non fa più parte dell’Ue, forse non si è sentita mai parte per quel suo sguardo volto sempre agli Usa, alla Nato con cui c’è accordo anche negli aiuti consistenti da offrire all’Ucraina perché possa proseguire nella guerra contro Putin. Tiepida, invece, viene considerata la risposta dell’Ue, di Bruxelles, la si dice non decisamente antirussa. Intanto Boris Jonson sta pensando a una nuova Ue, baluardo orientale vigilante la Russia, da contrapporre alla Ue occidentale, la quale appare su taluni fronti disunita e con diversi problemi. Dunque una Unione europea orientale che, oltre all’Ucraina (questa ovviamente approva rincarando il rimprovero a Bruxelles per aiuti che non ritiene celeri né consistenti) e alla Polonia, comprenda Estonia, Lettonia e Lituania. L’intento è di attrarre nell’orbita anche la Turchia che, pur essendo primo partner dell’Ue per importazioni ed esportazioni, ha con essa controversie non solo nel Mediterraneo orientale e per Cipro, anche per i conflitti in Libia e Siria, inoltre per gli standard democratici in Turchia considerati dall’Ue sotto vari aspetti deficitari. Vogliamo, però, fare riferimento alla riflessione sempre attuale dell’antico filosofo e generale cinese Sun Tzu: “Se non conosci i piani dei sovrani vicini, non puoi stringere alleanze con loro”. La Gran Bretagna, con il progetto di alleanze che dovrebbero essere sia politico – militari sia economiche, vuole, in breve, non solo tenere sulla corda la Russia, avere anche una Ue isolata in modo che, rimanendo essa sola arbitra senza la egemonia europea, il controllo del Mare Orientale possa essere totalmente suo. Presi, come suol dirsi, due piccioni con una fava. Ma un proverbio latino recita: “Haud facile astutus fallit astutum”, vale a dire: “Il furbo non riesce a ingannare facilmente il furbo”. Conviene meditare. A parte poi che può presentarsi l’imprevedibile ed esso, quando non è a vantaggio, e di solito non lo è, riesce a sconvolgere anche i sistemi meglio organizzati. Unica risoluzione allora per affrontarlo resta pur sempre il coraggio, ma in giro non se ne trova tanto, sembra essere divenuto una virtù ancor più rara che in passato.
Antonietta Benagiano