Iran: la gente furiosa di Abadan protesta per le persone sepolte vive sotto le macerie della torre metropolitana
I manifestanti gridavano: “Popolazione di Abadan, sollevatevi; Vostro fratello è stato ucciso”, “Armi e carri armati non sono più efficaci, i mullah devono andarsene”, “Morte al dittatore”, “Raisi, vergognati, lascia in pace il Paese”
Quarantotto ore dopo il catastrofico crollo della torre metropolitana di 10 piani ad Abadan, il bilancio delle vittime è salito a 16, secondo i media statali, mercoledì 25 maggio. Mentre alcuni residenti erano ancora intrappolati sotto le macerie, il regime clericale invece di inviare squadre di soccorso ha inviato sul posto unità speciali repressive per paura delle proteste della gente. Addolorata e furiosa per l’inazione del regime nel salvare coloro che erano ancora sotto le macerie, la gente di Abadan ha gridato: “Morte al dittatore”, “Raisi, vergognati, lascia in pace il Paese”, “Armi e carri armati non sono più efficaci, non funzionerà più, i mullah devono andarsene”, “Il nostro nemico è qui, mentono dicendo che è l’America”, “La nostra radio e la nostra televisione sono una disgrazia”, “Vergogna per la radio e la TV statale” (riferendosi alla censura delle notizie) e “Basta con i mullah”.
Mentre i teppisti della milizia repressiva Basij si stavano radunando per disperderli, i manifestanti hanno scandito questi slogan: “Non abbiate paura, siamo tutti insieme”, “Popolo di Abadan, insorgi, tuo fratello è stato ucciso”, “Abitanti coraggiosi di Abadan, chiedete i vostri diritti”, “Abadan si vendicherà di coloro che hanno ucciso mio fratello” e “La gente di Abadan morirà, ma non accetterà l’umiliazione”, invitando a sollevarsi contro i crimini del regime.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)