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Non ne Pos … siamo più (otto anni dopo!!)

 

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Pos si… Pos no… in qualsiasi Paese civile, la risposta terrebbe in debito conto le tutele da riservare ai soggetti più deboli (i cittadini).

Così, otto anni fa, si esprimeva questa Fondazione, su un tema che è tornato di attualità.

Se da una parte siamo stati tra i primi a convenire sulla necessità che vada perpetrata l’attività di limitazione dell’uso del contante, dall’altra, ancora una volta, ribadiamo con fermezza che gli oneri legati all’utilizzo degli strumenti elettronici di pagamento non devono gravare sui cittadini ma su coloro che ne traggono indubbi e cospicui vantaggi economici, cioè gli istituti di credito.

Considerato il “nobile scopo” – individuato nel contenimento dell’evasione fiscale – perché banche, poste e tutti gli altri prestatori di servizi di pagamento elettronici non dovrebbero accontentarsi di lucrare sui giorni valuta, evitando di addebitare agli operatori economici e ai i cittadini gli onerosi costi di gestione dei POS?

Se l’intento è quello di limitare l’uso del contante, perché banche, poste e tutti gli altri prestatori di servizi di pagamento elettronici devono trarne un vantaggio economico a scapito della collettività?

A pensar male si potrebbe arrivare a dire che l’operazione perda il suo lodevole intento se, in base a disposizione di legge, si rivela un affare per pochi e un onere per tutti gli altri. L’onere, nel caso di specie è rappresentato dai costi come i canoni di noleggio, le commissioni per le transazioni elettroniche, l’apertura e la gestione di conti correnti per il rilascio delle carte bancomat, delle carte di credito e delle carte prepagate.

Non è la prima volta purtroppo, che in Italia si crea una situazione surreale nella quale, in nome di una “fantomatica crociata”, c’è chi s’arricchisce e chi s’impoverisce!

Ricordiamo che nell’anno 2013, tantissimi italiani, sono stati obbligati ad aprire un conto corrente, in nome della lotta all’antiriciclaggio e si badi bene, su transazioni finanziarie effettuate da Enti Pubblici ed aventi ad oggetto PENSIONI.

Il tema, adesso, non è più “Pos si… o Pos … no” ma un altro ed ha per titolo “perché con il D.L. Salva Italia il Governo non ha pensato di porre a carico delle banche gli oneri dell’operazione, considerato che, le stesse beneficiano degli introiti derivanti dai delta dei giorni valuta”.

Lo svolgimento, che potrebbe far sorridere, ma che invece ci imbarazza notevolmente, lo lasciamo ai lettori. Noi ci cimentiamo nella ricostruzione del “novellato”.

Correva l’anno 2012 quando con il D.L. n. 179 (Decreto Crescita 2.0 – Governo Monti), fu inserita una specifica disposizione finalizzata alla diffusione dell’utilizzo degli strumenti elettronici di pagamento. In particolare, l’art. 15, denominato “Pagamenti elettronici” al comma 1, prevedeva l’obbligo di utilizzare nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni, “a far data dal 1° giugno 2013”, le carte di credito e, in generale, altri strumenti di pagamento elettronico, a prescindere dall’importo dell’operazione.

Lo stesso articolo, al comma 4, disponeva espressamente che: “A decorrere dal 1° gennaio 2014, i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito. Sono in ogni caso fatte salve le disposizioni del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231.” Il successivo comma 5 però disponeva che “con uno o più decreti … vengono disciplinati gli eventuali importi minimi, le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti interessati, di attuazione della disposizione di cui al comma precedente [comma 4].”. Il 24 gennaio 2014 fu emanato il DM n. 21, contenente le disposizioni attuative di un obbligo che riguardava tutti i soggetti che “effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali”. Il Decreto attuativo pose una precisa limitazione circa l’applicazione dell’obbligo, prevedendo che lo stesso riguardasse solo i pagamenti superiori ad euro 30,00.

Durante la conversione del D.L. n. 150/2013, cosiddetto Decreto “Milleproroghe”, però, fu modificato il comma 4 dell’art. 15 D.L. 179/2012 e la decorrenza dell’obbligo di attivazione del Pos fu spostata al 30.06.2014. La disciplina, quindi, prima ancora della sua entrata in vigore, non solo era già stata oggetto di notevole dibattito, ma era pure stata oggetto di rinvio.

La norma, tuttavia, non prevedeva sanzioni e quindi, se un cliente avanzava la richiesta di pagare il corrispettivo tramite POS e l’operatore economico ne fosse stato sprovvisto si sarebbe generata soltanto, a mente dell’art. 1206 del Codice civile, “la mora del creditore” che non libera il debitore dalla propria obbligazione.

Passano gli anni e si arriva all’anno 2019 quando, nella prima versione del Decreto Legge n. 124/2019 (Governo Conte Bis), c’è stata l’introduzione della stessa disciplina sanzionatoria che, viene prevista di nuovo nel 2022; ma anche il tentativo del 2019 è caduto nel vuoto ed il testo non è passato.

Ora ci risiamo. Dal 30.06.2022 sono previste le sanzioni per chi rifiuta di accettare i pagamenti tramite POS.

La novità fa parte delle misure previste dal Decreto Legge n. 36/2022 per l’attuazione del PNRR, che anticipa l’entrata in vigore della doppia multa per commercianti e professionisti.

Entrerà in vigore sei mesi prima, la norma prevista dall’articolo 19-ter della legge di conversione del decreto PNRR n. 152/2021, la cui decorrenza era inizialmente fissata dal 1° gennaio 2023.

La sanzione amministrativa pecuniaria prevista in caso di mancata accettazione dei pagamenti con POS è composta da due voci: una multa dall’importo fisso, pari a 30 euro, alla quale si affiancherà la somma aggiuntiva del 4 per cento, calcolata in base al valore della transazione.

Già a quel tempo, secondo il nostro parere, sarebbe stato non solo opportuno ma necessario procedere prima alla riduzione se non all’azzeramento dei costi e successivamente prevedere l’obbligo del POS. Lo stesso dicasi oggi.

Alla luce di quanto sopra, riteniamo indispensabile che il legislatore intervenga prevedendo:

– la concessione agli operatori economici del POS in comodato d’uso gratuito, lasciando tutti gli oneri a carico di banche, poste e di tutti gli altri prestatori di servizi di pagamento elettronici;

– l’apertura per tutti i cittadini di un conto di pagamento di base a costo ZERO per il rilascio delle carte bancomat, delle carte di credito e delle carte prepagate.

 

Livorno, li 30.05.2022

 

FONDAZIONE COMMERCIALISTITALIANI

Barbara Cuchel

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