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Grandine sul Tarantino, Cia Due Mari: «Agricoltura ko, perso un anno di lavoro»

 

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Taranto. Un intero anno di lavoro distrutto dalla grandine: vigneti, uliveti, campi di grano, frutteti e ortaggi, nell’area orientale di Taranto, sono stati devastati dai chicchi di ghiaccio che si sono abbattuti su Lizzano e Montemesola.

«I danni purtroppo sono ingenti – ha rilevato Pietro De Padova, presidente dell’area Due Mari (Taranto-Brindisi) di Cia Agricoltori Italiani della Puglia – Nel pomeriggio di oggi ci sono giunte decine di segnalazioni e, sui nostri social, abbiamo documentato la furia e gli effetti della grandine».

«Nelle prossime 24-48 ore – ha annunciato il direttore di CIA Due Mari, Vito Rubino – Dovranno essere completate le verifiche sul campo, ma il quadro è davvero drammatico. Invitiamo gli imprenditori agricoli a segnalare i danni rivolgendosi alle nostre sedi, in modo da poterci attivare anche presso le istituzioni».

Com’era già accaduto nel Foggiano e nella zona occidentale della provincia di Taranto le temperature altissime degli ultimi giorni avevano creato le condizioni per l’evento climatico estremo verificatosi oggi.

ORTAGGI. Le immagini postate sui social dagli agricoltori sono scioccanti: interi campi di colture orticole sono andati completamente distrutti, con la produzione totalmente compromessa. Ettari ed ettari di produzioni destinate a marcire sul campo, con conseguenze pesantissime: niente reddito per le aziende, azzerate le giornate lavorative previste per i raccolti, una perdita netta stimabile in molti milioni di euro.

VIGNETI. Gli effetti della grandinata sono drammaticamente evidenti nei vigneti, con una buona parte del futuro raccolto già strappato dalle piante e finito a terra a marcire e seccare. I chicchi di ghiaccio hanno colpito proprio nel periodo più delicato per lo sviluppo dell’uva che avrebbe preso pienamente forma nelle prossime settimane.

LE ALTRE COLTURE. L’ondata improvvisa e violenta del maltempo ha danneggiato anche i frutteti, con angurie letteralmente distrutte nei campi. Le prime settimane di giugno rappresentano un periodo molto delicato per l’agricoltura, perché è in questo momento che molte colture affrontano la fase decisiva della loro crescita e maturazione. Con gli sbalzi termici e le pozze d’acqua che sono andate a formarsi, si teme anche lo sviluppo di fitopatologie capaci di aggredire le piante.

Franco Gigante

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