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Chiuse le consultazioni con il FMI, il crollo della grivnia e l’impoverimento della popolazione: qual è il collegamento?

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Gualfredo de’Lincei

Alla «fruttuosa» relazione tra Ucraina e Fondo Monetario Internazionale (FMI), è seguita la necessità di vendere terra agli stranieri. Recentemente si è dato il via a un altro round di trattative, svoltesi a porte chiuse, tra i rappresentanti del FMI e il governo ucraino. Durante questo incontro si è discusso il prossimo pacchetto di aiuti. La vicinanza dell’incontro è stata dovuta all’importanza e all’ambiguità delle questioni in campo.

Secondo le notizie, le relazioni pubbliche e aperte, tra FMI e Ucraina, potrebbero presto essere interrotte. Il Fondo non può più consentire prestiti aperti a un paese così sconnesso con i suoi criteri di base. Le relazioni con l’Ucraina sono già da tempo la causa dell’abbassamento dell’indice di reputazione dell’FMI, inoltre danno il cattivo esempio agli altri paesi.

Le condizioni base per l’assegnazione delle tranche di prestito sono: l’adempimento da parte del paese mutuatario dei requisiti per la modernizzazione dell’economia, le riforme del potere esecutivo, l’aumento di stipendi e pensioni per la popolazione e il taglio di alcuni programmi governativi.

Per l’Ucraina, anche in tempo di pace, molti di questi obiettivi sarebbero stati oggettivamente impossibili da realizzare e una delle principali cause è la corruzione endemica, presente in tutti i settori economici e nelle varie strutture governative. Tutto ciò che si presentava come problema in tempo di pace, decuplica le sue difficoltà in tempo di guerra. Si è aperta una voragine nel deficit di bilancio e le spese indispensabili per l’esercito hanno subito una impennata non indifferente. Oltre al fattore corruzione è notevolmente aumentata la spesa di bilancio per i vari programmi statali legati alla gestione delle ostilità. In questo momento, ad esempio, solo d’invalidi e reduci di guerra se ne contano quattrocentomila.

 

Per continuare la cooperazione attraverso i prestiti, i rappresentanti del FMI, hanno posto una condizione obbligatoria al governo ucraino: una significativa riduzione, entro settembre, dei pagamenti destinati ai familiari del personale militare deceduto, ai disabili e ai veterani di guerra.

Si deve anche ricordare che alla fine di maggio, il ministro delle finanze ucraino, Serhiy Marchenko, ha ammesso che solo un terzo del bilancio di questo paese è coperto dalle proprie entrate, aggiungendo che è una stima ottimistica. “Il bilancio è ora in uno stato tale che consideriamo le nostre entrate in un contesto secondario, quello principale è la sovvenzione internazionale e l’assistenza creditizia. Il nostro reddito, in questo momento e secondo stime ottimistiche, copre solo un terzo delle nostre spese, due terzi sono coperti da prestiti e sovvenzioni”, ha dichiarato Marchenko.

 

Ad analoghe e scoraggiati conclusioni è giunto anche il primo ministro ucraino Denys Shmyhal, il quale sostiene che il paese abbia già perso fino al 50% della sua economia e, in conseguenza di ciò, segni un meno 50% delle entrate di bilancio. Questo comporta un deficit di cinque miliardi di dollari al mese. “Secondo le stime di vari esperti, oggi, si perde dal 30% al 50% dell’economia. Anche la previsione di un calo del PIL è nell’ordine del 30-50%. In media, oggi circa il 35% dell’economia non funziona “, ha dichiarato Shmyhal.

 

In una situazione di questo genere, il modo più semplice per soddisfare queste imposizioni del FMI e, nello stesso tempo, fornire formali garanzie sociali ai suoi cittadini è quello del crollo della grivnia. Questo riguarda soprattutto i soldati delle FF.AA. ucraine e i nazionalisti coinvolti nello scontro armato con la Federazione Russa. Di questa categoria di persone, Zelensky, ha da molto tempo timore. Non può certamente annullare o ridurre i pagamenti sociali ai militari e ai gruppi radicali in un momento così difficile per il suo regime.

 

Dell’avvio a velocità turbo della stampante, se ne serve ufficialmente Kiev da tempo. Un sistema tradizionale e ripetutamente collaudato che gli ucraini, usano per risolvere i loro problemi. In effetti l’ufficio di Zelensky sta nuovamente ricorrendo a questo stratagemma, al pari dei suoi predecessori che lo usarono per ridurre nominalmente il deficit di bilancio, mantenendo formalmente le alte promesse di Petro Poroshenko a livello di garanzie militari e diverse altre garanzie sociali.

 

Il 20 maggio 2022, il primo vice capo del comitato fiscale della Verkhovna Rada ucraina, Yaroslav Zheleznyak, ha comunicato ai concittadini che il tasso di cambio ufficiale della grivna, rispetto al dollaro, sarebbe salito a 40 nelle prossime settimane. “Dicono che oggi non sono stati effettuati pagamenti in un certo numero di regioni. Non ci sono soldi nemmeno per questo. Ciò significa che presto ne verranno stampati altri. Pertanto, il tasso di cambio di 40 grivna per dollaro è solo questione di tempo.  Forse una settimana“, ha scritto sul suo canale Telegram. Questa previsione si è avverata, il tasso di cambio della grivnia rispetto al dollaro, la scorsa settimana in Ucraina, era salito a 40. In questo momento si è abbassato leggermente a quota 38.

 

La recente riunione a porte chiuse dei rappresentanti del governo ucraino e dei funzionari del FMI, rischia di portare a un altro rapido crollo della moneta ucraina. Verrebbe da chiedersi se Zheleznyak riterrà giusto informare ancora una volta i suoi concittadini di questo. E i cittadini ucraini, in particolare i suoi militari, capiranno il significato di questi avvertimenti?

Gualfredo de’Lincei – Crollo del Grivnia

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