Gentili colleghi,
la guerra in Ucraina provoca le prime importanti conseguenze sullo scacchiere siriano, sempre più compromesso dalle sanzioni internazionali e dal conflitto che perdura (ne parliamo anche nell’ultima puntata del nostro podcast). Ecco qualche dato.
Le conseguenze della guerra in Ucraina sulla Siria
Giacomo Gentile, responsabile progetti di Pro Terra Sancta in Siria e in Libano, riporta alcune notizie dal suo viaggio di durata quadrimestrale in Siria; nelle sue parole, si leggono bene le conseguenze del conflitto russo-ucraino sullo scacchiere di forze nel Paese.
“La Siria è uno storico alleato della Russia, ed è chiaro che la crisi che coinvolge Mosca ha conseguenze sul Paese mediorientale. Il bisogno di risorse da parte della Russia impone di fatto al governo di Assad, formalmente alleato della Federazione Russa, di ripagare i debiti contratti con Mosca per la conquista di Aleppo e la prosecuzione della guerra al tornante del 2015. Per questo oggi in Siria l’elettricità manca ormai quasi del tutto: il governo di Assad non ha più disponibilità di fondi perché questi sono impegnati nell’appianare i debiti con la Russia.
Una seconda conseguenza del conflitto in Ucraina sulla Siria è l’effervescenza militare che si registra nelle ultime settimane. Il ritiro delle truppe russe dal quadrante siriano per l’Ucraina ha comportato un aumento delle procedure di sicurezza richieste ad Assad e ai contingenti militari russi rimasti su suolo siriano. La Russia, sguarnendo il fronte siriano, vuole assicurarsi che il Medio Oriente non diventi un focolaio di opposizione al suo potere. E con il parziale ritiro della Russia dalla Siria, gli altri attori coinvolti nel conflitto si sono risvegliati: la Turchia ha appena dichiarato che vuole tornare ad operare militarmente nel Nord del Paese [forse colpendo già le città di Qamishli e Manbij, n.d.r.] contro i Curdi e a vantaggio dei ribelli islamisti; l’Iran ha aumentato la propria presenza militare presso l’importante città costiera di Latakia [connessa con il Libano di Hezbollah, n.d.r.]; Israele ha aumentato l’impegno militare, bombardando aree prossime a Damasco.
Un terzo punto: l’alleanza persistente tra Siria e Russia ha portato la prima a votare contro tutte le risoluzioni di sanzione per Mosca. Questo ha portato all’inasprimento delle sanzioni internazionali contro la Siria stessa, una stretta gigantesca che paralizza il Paese. Il costo dell’elettricità, del cibo e delle medicine è ormai fuori controllo”.
La crisi alimentare
Una conseguenza vistosa del conflitto in Ucraina sulla Siria si avverte sotto il profilo alimentare.
Già il 25 febbraio 2022 Joyce Msuya, Coordinatrice ONU per le Risposte alle Emergenze Umanitarie aveva lanciato l’allarme per la situazione alimentare in Siria. Più di 12 milioni di persone (più del 60% della popolazione totale) in Siria si stimavano in condizioni di insicurezza alimentare, anche grave, ed erano più di 14 milioni gli individui dipendenti dagli aiuti umanitari. Un aumento del 34% rispetto ai dati disponibili al 2020.
La crisi economica siriana, aggravata a partire dal giugno 2020 dal varo e dal continuativo rinnovo delle sanzioni Caesar, rende poi le derrate alimentari fuori portata per le famiglie in Siria. Questo contribuisce a fare del Paese uno tra i dieci più insicuri al mondo dal punto di vista dell’alimentazione. Una situazione che è divenuta ancora peggiore con il rafforzamento dell’alleanza tra Damasco e Mosca, che ha provocato per la Siria un inasprimento delle sanzioni già in essere contro Assad.
Il commercio di generi alimentari agricoli all’interno della Siria è sempre continuato, anche durante il conflitto, grazie al contrabbando, di fatto tollerato dagli attori coinvolti nella guerra. Nel 2018, un’ondata di siccità particolarmente intensa ha provocato un raccolto molto magro, che ha fatto sì che si toccasse il minimo nella produzione di farina dall’inizio degli anni 2000. Il contrabbando è stato il mezzo più efficace per ridistribuire il surplus che interessava la regione nordoccidentale siriana, sotto il controllo dei ribelli filoturchi.
Il 19 maggio, il Governo d’Opposizione Siriano ha varato una disposizione che vieta l’esportazione di “raccolti strategici”. Tra questi, ovviamente, il grano. Si tratta del primo provvedimento di questo genere, chiaramente dovuto alle ristrettezze imposte dal mancato approvvigionamento dalla regione ucraina.
I dati sul consumo di farina e di grano in Siria sono ampiamente lacunosi, ma sembrano indicare che i cereali destinati a essere consumati sul suolo mediorientale vengano importati in buona parte proprio dall’Europa Orientale. La guerra tra Russia e Ucraina sarebbe perciò estremamente pericolosa dal punto di vista commerciale. E infatti secondo le Nazioni Unite nella Siria sotto il controllo del governo di Assad si sarebbe implementato un razionamento.
I progetti di Pro Terra Sancta contro la fame
Pro Terra Sancta ha strutturato varie iniziative contro l’emergenza alimentare in Siria.
A Damasco, il centro d’emergenza, che assiste circa 3600 persone, offre quotidianamente alimenti e beni di prima necessità. L’impegno è rivolto soprattutto in favore dei bambini, con distribuzioni di latte in polvere ed alimenti per l’infanzia.
Ad Aleppo, un secondo grosso centro d’emergenza si fa carico di più di 25.000 persone, distribuendo loro in primo luogo generi di natura alimentare. Non lontano dal centro, presso la parrocchia di San Francesco, Pro Terra Sancta ha aperto una mensa che distribuisce gratuitamente circa 1000 pasti caldi al giorno.
Altri centri d’emergenza, di proporzioni minori, ma anch’essi centrati sulla distribuzione di generi alimentari, sono stati aperti a Latakia, a Knayeh e a Yacoubieh.
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Andrea Avveduto
Ufficio stampa Pro Terra Sancta – 026572453
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