Sudan: Save the Children, nel Paese una persona su quattro rischia la fame per l’aggravarsi della crisi alimentare.
Ogni anno circa mezzo milione di bambini è colpito da malnutrizione acuta grave.
L’Organizzazione chiede alla comunità internazionale di aumentare immediatamente le risorse destinate alla risposta umanitaria e ai programmi di protezione sociale nel Paese oltre che il supporto a politiche di sviluppo a lungo termine necessarie ad evitare che queste crisi si ripetano.
Tra giugno e settembre di quest’anno, quasi 12 milioni di persone dovranno affrontare una grave insicurezza alimentare in Sudan, un paese in cui il 40% della popolazione è costituito da bambini sotto i 15 anni. Queste le previsioni diffuse oggi da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro.
Le ultime rilevazioni delle Nazioni Unite mostrano un aumento di due milioni di persone rispetto ai dati precedenti, che parlavano di 9,6 milioni di persone in condizioni di grave insicurezza alimentare e che già evidenziavano la gravità dell’emergenza fame che ora si sta allargando in tutto il Corno d’Africa.
Nei prossimi mesi, quasi un quarto dell’intera popolazione del Sudan avrà difficoltà ad accedere al cibo, di questi, 3,1 milioni di persone stanno già affrontando livelli acuti di emergenza fame (IPC 4)1. I bambini sfollati e le loro famiglie, i rifugiati e le persone direttamente colpite dal conflitto saranno probabilmente i più vulnerabili alla fame. Ogni anno, infatti, in Sudan, circa mezzo milione di bambini è colpito da malnutrizione acuta grave.
La crisi in corso è stata esacerbata dal peggioramento della situazione economica, dalle violenze ricorrenti in molti parti del paese, da un raccolto insufficiente e dall’impennata dei prezzi globali dei cereali e di altri alimenti basilari. La FAO stima che nel 2022 la produzione sudanese di sorgo e miglio, due cibi alla base dell’alimentazione nel Paese, diminuirà del 37% rispetto al 2021. una situazione ulteriormente aggravata dalla guerra ucraina che ha colpito duramente il Sudan che importa circa l’87% del suo grano da Russia e Ucraina.
Il Sudan è anche uno dei Paesi più vulnerabili al mondo per quanto riguarda i cambiamenti climatici. Negli ultimi decenni, l’aumento della siccità e delle improvvise inondazioni, infatti, hanno messo a dura prova i sistemi agricoli del Paese. I conflitti in diversi Stati del Paese, poi, continuano ad avere un forte impatto sulla capacità degli agricoltori e degli imprenditori di produrre e immagazzinare alimenti mentre i bambini e le famiglie subiscono il peso delle violenze tra comunità.
La carestia sta già avendo un forte impatto sui più piccoli. Alcune famiglie, per far fronte alla pressione economica, ricorrono a pericolosi meccanismi di sopravvivenza, come i matrimoni precoci.
“La fame sta colpendo duramente il Sudan e il popolo sudanese ha sofferto troppo. La guerra in Ucraina sta facendo salire i prezzi del grano rendendo inaccessibile per molti un alimento stabile nella dieta della popolazione. I ricorrenti conflitti tra comunità in aree come il Darfur occidentale hanno ulteriormente peggiorato la situazione poiché bambini e famiglie sono stati costretti a fuggire dalle loro case e dalle loro fattorie. La comunità internazionale deve immediatamente aumentare le risorse destinate alla risposta umanitaria e ai programmi di protezione sociale oltre che il supporto a politiche di sviluppo a lungo termine necessarie ad evitare che queste crisi si ripetano”, dichiara Arshad Malik, Direttore nazionale di Save the Children in Sudan.
Save the Children sta portando avanti programmi di sicurezza alimentare in cinque degli stati più colpiti del Sudan, tra cui la distribuzione di sementi e strumenti agricoli, capre per il latte e la distribuzione di denaro. L’Organizzazione ha anche supportato più di un milione di sudanesi nell’ultimo anno con servizi sanitari e nutrizionali, assicurando ai bambini sotto i cinque anni colpiti dalla malnutrizione l’aiuto di cui hanno bisogno.