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Afghanistan: Save the Children, a causa del recente sisma, migliaia di bambini hanno perso le proprie famiglie e sono a rischio di violenze e sfruttamento.

L’Organizzazione chiede alla comunità internazionale un sostegno urgente per supportare le vittime del terremoto e in generale per la profonda crisi che sta attraversando il Paese che, se non affrontata, rischia di causare migliaia di morti tra i bambini nei prossimi mesi.

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Migliaia di bambini hanno perso genitori e fratelli nel terremoto di magnitudo 5,9 che mercoledì scorso ha devastato alcune zone del sud-est dell’Afghanistan, lasciandoli nella paura e a rischio di abusi e sfruttamento. È quanto dichiara Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro.

Il terremoto più dannoso che il Paese ricordi dal almeno due decenni e che ha causato la morte di circa 770 persone e il ferimento di quasi 1.5001. Le scosse di assestamento e le forti piogge hanno compromesso i soccorsi per molte comunità lasciando la popolazione sola subito dopo il sisma.

Maryam*, dodici anni, è rimasta sepolta sotto le macerie per tre ore. Ha raccontato di aver sentito i soccorritori che camminavano sopra di lei ma per quanto chiamasse a gran voce non riusciva a farsi sentire. È stata salvata. Suo padre, la moglie di suo padre, le due sorelle minori e il fratello, invece, sono rimasti tutti uccisi sotto il tetto della loro casa, fatto di fango e legno, crollato sopra di loro.

“Il mio telefono ha squillato nel cuore della notte e mi hanno detto che la mia famiglia era rimasta ferita a causa del terremoto. Una volta arrivato a casa ho scoperto che alcuni di loro erano morti. Ho pensato che il mondo stesse per finire quando ho visto la mia famiglia morta. Mio nipote [che è morto] era il prediletto. Guardo le sue foto ogni giorno”, racconta Nazir*, lo zio di Maryam, che si sta occupando di lei. Non era in casa al momento del terremoto che ha ucciso altri sette membri della loro famiglia allargata e ne ha gravemente feriti altri quattro.

“I bambini sono terrorizzati a causa di questo disastro. Non solo molti di loro hanno perso i propri cari, ma alcuni sono stati per ore sepolti vivi sotto le macerie prima di essere salvati. Le continue scosse di assestamento stanno aumentando la paura e l’angoscia che hanno già provato e molti di loro temono di ritrovarsi nuovamente sotto le macerie”, ha dichiarato Chris Nyamandi, Direttore di Save the Children in Afghanistan.

“Questi bambini hanno bisogno di un sostegno immediato e di un’assistenza specializzata continua per riprendersi e superare gli eventi traumatici che hanno dovuto affrontare. I bambini nel sud-est dell’Afghanistan e in tutto il Paese vivevano già in condizioni inimmaginabili. Milioni di persone soffrono la fame ogni giorno e vivono sfamandosi con pane raffermo. Se sono fortunati trovano del semplice riso da mangiare una volta alla settimana. I bambini non possono sopravvivere solo con del pane. Se la comunità internazionale non fornisce un sostegno urgente – per il terremoto e in generale per la profonda crisi in Afghanistan – e non affronta la crisi economica del Paese, vedremo migliaia di bambini morire nei prossimi mesi” ha concluso Chris Nyamandi.

Save the Children ha inviato squadre nelle aree più colpite della provincia di Paktika e fornirà alle famiglie sussidi in denaro per l’acquisto di materiali per la ricostruzione delle loro case e altri beni essenziali, come cibo e acqua potabile. Nei prossimi giorni, inoltre, l’Organizzazione farà ulteriori valutazioni per individuare i bisogni dei bambini.

Save the Children sostiene le comunità e protegge i diritti dei bambini in tutto l’Afghanistan dal 1976, anche durante periodi di conflitto, cambiamenti di regime e disastri naturali. Abbiamo programmi in nove province e lavoriamo con partner in altre sei province.

Da quando i Talebani hanno ripreso il controllo nell’agosto 2021, abbiamo intensificato la nostra risposta per sostenere il crescente numero di bambini in difficoltà. Stiamo fornendo assistenza sanitaria e alimentare, istruzione, protezione dell’infanzia, alloggi, acqua, servizi igienici e sanitari, cibo e mezzi di sussistenza.

*I nomi sono stati cambiati per proteggere l’identità degli intervistati.

 

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