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MOSCHE COCCHIERE E GUIDA MIOPE

Presente da sempre la propaganda politica, si accentua nelle guerre, è accaduto soprattutto a partire dai due conflitti mondiali del Novecento con scontri anche delle opposte ideologie degli Stati belligeranti: nazi-fascismo da una parte, democrazie dall’altra, e queste, però, non disdegnavano l’alleanza con lo stalinismo.                                                                        Certo è che nella propaganda le cognizioni risultano manipolate e il comportamento viene inoltre diretto, il tutto in modo da ottenere quanto è nei desiderata di coloro che mettono in atto il tentativo di plasmare le menti. Spesso va, purtroppo, a buon fine, come dimostra la forte presa che ebbero certe ideologie del Novecento. Nel nostro tempo poi si rivelano particolarmente ad hoc i mass media, palestra massima per un orientamento unico.                                                                                                            Ovvio che nella propaganda i fini hanno interessi in senso positivo (nel caso della guerra russo-ucraina pensiamo a quanto di positivo di sé annunciano le diverse parti) e anche in senso negativo perché l’una parte non fa che porre in cattiva luce l’altra.                            Nella guerra già menzionata sembra, però, a nostro avviso, ancor più forte quel manovrare con ipocrisia a che la libertà di opinione abbia un contraccolpo tale da essere posta celermente al bando lasciando diritto di esistenza a un’unica opinione. E ciò non solo nei regimi cosiddetti autocratici, dove appare quasi normale che si verifichi, anche negli Stati che si dichiarano democratici e si fregiano di essere fautori e difensori delle libertà. Scontata è dunque la manipolazione della verità da qualsiasi parte venga la propaganda, difficile pertanto rintracciare la verità in relazione a quanto viene detto o anche mostrato in immagini, ancor di più nel gioco di alleanze e opposizioni, nelle alternanze delle stesse.  E poi dall’una e dall’altra parte un blaterare manipolato, asservito, solo di tanto in tanto qualche rara avis tenta un ragionamento sulle opposte parti cercando di essere da esse staccato.                                                                                                                         Fa rilevare il problema del mantra, anche di quello di propaganda statunitense anti-russa, per esempio, l’ex vicepresidente del National Intelligence Council presso la CIA, l’analista politico Graham E. Fuller che, parlando delle future crisi globali, si sofferma pure sulla manipolazione della narrativa da parte dei media che egli ritiene dominati dalle multinazionali da considerarsi vicine ai circoli politici.                                                                                                                                 Intanto prosegue la tragedia della guerra: cui prodest dal punto di vista umano? Nemini prodest . Sulla scena sono Russia e Usa, mentre la Cina sta per il momento a guardare, le basta di aver reso dipendenti da sé tutti. E c’è poi il Vecchio Continente: che fa l’Europa? Segue la linea della politica estera degli Usa che, nella opposizione alla Russia con l’aiuto all’Ucraina, tentano di preservare la leadership, negli anni appare men salda. L’Europa, per uniformarsi alla politica estera statunitense (sembra ritenere di non poter fare altro) ha posto in atto le sanzioni che le si stanno, però, ritorcendo contro. Ma, per una serie di combinazioni finanziare, che non è il caso di approfondire qui, le sanzioni potrebbero ritorcersi anche contro il dollaro, per ora moneta ancora dominante a livello globale: la Cina ha tessuto una serie di alleanze che l’hanno portata a un alto prestigio.                                                                                                                              Intanto l’Ucraina che vede l’esercito russo, nonostante le difficoltà create dalla difesa, conquistare territori del Donbass, sferrare attacchi a Kiev, ha bisogno di armi per continuare a fronteggiare la guerra, e le chiede ripetutamente a tutti gli Stati che ritiene dalla sua parte, particolarmente ai maggiori sostenitori. Ma fino a quando sarà per gli Usa possibile supportare la causa ucraina inviando armi e armamenti di ogni tipo? Le materie per la costruzione vanno esaurendosi, anche perché in passato gli Usa hanno attuato una politica economica che ha portato alla dipendenza da Russia e Cina. Per proiettili perforanti, esplosivi e attrezzature militari, per le armi nucleari necessita, insieme ad altro, l’antimonio. Sì, proprio lo stibium, quella polvere nera sul bastoncino che le donne dell’antichità usavano per il trucco degli occhi. E necessitano tanti altri minerali (titanio, tungsteno, cobalto, litio…), necessitano i Rare Earth Elements, quei 17 elementi indispensabili soprattutto per porre in atto l’ultima tecnologia.                                                                                                                               Le scorte di difesa nazionale statunitense non coprono più le esigenze dichiarate dal Dipartimento della Difesa, nel mentre si sono alterate le dinamiche geopolitiche con Russia e Cina, principali fornitori. Gli Usa avevano la preziosa miniera dell’Idaho, ma dal 1997 ha cessato la produzione, vale a dire dopo le vendite della riserva per finanziare altri piani economici. Così quelle scorte che nel 1952 erano quotate tantissimo (42 miliardi di dollari) sono di molto scese (888 milioni di dollari). Inevitabile in tale situazione la subordinazione degli Usa a Cina e Russia che hanno grandi riserve e sono diventati i principali fornitori. Come produzione al terzo posto c’è il Tagikistan.                                                                       Intanto le mosche cocchiere pronunciano minacce che possono essere vane seguendo una guida miope.

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Antonietta Benagiano

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