Advertisement

Somalia: Save the Children, nei primi 6 mesi del 2022, aumento del 300% dei bambini che hanno ricevuto cure per grave malnutrizione nelle strutture sanitarie supportate dall’Organizzazione

 

Advertisement

Nel Paese, sull’orlo della carestia, sono a rischio più di 385.000 bambini senza cure immediate. Almeno 18,5 milioni di persone in Somalia, Etiopia, e Kenya sono state colpite dalla siccità, iniziata nell’ottobre 2020. E’ necessario intervenire con urgenza per evitare che si ripeta la catastrofe del 2011

Il numero di bambini in Somalia che hanno ricevuto cure per la forma più pericolosa di malnutrizione è aumentato del 300% nei primi sei mesi del 2022 in una clinica di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini e garantire loro un futuro, mentre il Paese è stretto nella morsa della peggiore siccità degli ultimi anni.  

A giugno i medici di una struttura sanitaria per bambini di Baidoa, nel sud-ovest della Somalia, gestita da Save the Children, hanno curato un numero record di 471 bambini affetti da malnutrizione acuta grave con altre complicazioni mediche. Un numero di pazienti quattro volte superiore a quello di gennaio.

I medici hanno dichiarato di essere testimoni in prima persona di come il cambiamento del clima stia alimentando una crisi di fame catastrofica. “Stiamo affrontando molte nuove sfide rispetto a due o tre mesi fa. Non abbiamo abbastanza letti, non ci sono abbastanza stanze e il personale fa gli straordinari. Ci stanno spingendo al limite”, ha dichiarato il dottor Farhiyo Mohamud Abdirahman che da oltre due anni cura i bambini malnutriti presso il centro di stabilizzazione di Save the Children a Baidoa e ora fa regolarmente gli straordinari per far fronte all’aumento del numero di pazienti.

Nel Corno d’Africa, dopo quattro stagioni consecutive senza piogge, si prevede una quinta stagione asciutta. Ad aggravare la crisi, anche l’aumento dei prezzi dei generi alimentari a causa della guerra in Ucraina e delle ricadute economiche della pandemia di COVID-19. Almeno 18,5 milioni di persone in Somalia, Etiopia e Kenya sono state colpite dalla siccità, iniziata nell’ottobre 2020. La Somalia è ora sull’orlo della carestia e si teme il ripetersi della tragedia del 2011 che ha ucciso 260.000 persone, la metà dei quali circa erano bambini sotto i cinque anni.

Nella prima metà del 2022 il dottor Farhiyo Mohamud Abdirahman e la sua équipe hanno curato 1.435 bambini per malnutrizione acuta grave, circa il 25% in più di pazienti rispetto all’intero 2021. Di recente, nel centro sanitario è stato necessario installare nel cortile due tende mediche per far fronte all’aumento della domanda di cure per la malnutrizione.

Mentre la siccità continua a devastare ampie zone del Paese, è in aumento il numero di bambini che muoiono per malnutrizione. Il centro di stabilizzazione ha registrato 18 decessi a giugno, più del doppio rispetto a maggio e la cifra più alta degli ultimi 12 mesi. Registrato quasi il 90% in più di bambini morti per malnutrizione al centro sanitario nei primi sei mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La Somalia sta affrontando una delle emergenze più gravi della peggiore crisi mondiale della fame di questo secolo ed è necessario intervenire con urgenza per evitare che si ripeta la catastrofe del 2011. Tuttavia, è stato finanziato solo il 30% di un appello delle Nazioni Unite di 1,5 miliardi di dollari per combattere la crisi in Somalia.

“Viviamo in un mondo in cui sappiamo come prevenire la fame estrema, eppure centinaia di migliaia di persone continuano a morire per mancanza di cibo. Oggi permettere la fame nel mondo è una scelta politica. Per milioni di bambini in Somalia e nel Corno d’Africa, il tempo sta per scadere. Abbiamo già visto le conseguenze mortali della siccità sui bambini, non possiamo aspettare oltre per agire. In alcune delle aree più colpite della Somalia, le nostre cliniche sanitarie vedono un numero di bambini affetti da malnutrizione grave quattro volte superiore a quello di soli sei mesi fa e il tasso di mortalità è in aumento”, ha dichiarato il Mohamud Mohamed Hassan, Direttore di Save the Children in Somalia.

Il tempestivo intervento internazionale durante la grave siccità del 2017 ha evitato che si ripetesse la catastrofe del 2011. Secondo le previsioni delle agenzie umanitarie, senza fondi urgenti e senza un’azione duratura per affrontare il cambiamento climatico e il suo impatto, la siccità di quest’anno in Somalia potrebbe essere ancora più devastante della carestia di dieci anni fa. L’ultima carestia dichiarata ufficialmente a livello globale è stata quella di alcune aree del Sud Sudan nel 2017.

Almeno 1,5 milioni di bambini sotto i cinque anni sono gravemente malnutriti in Somalia e più di 385.000 rischiano di morire senza cure immediate.

“Quando ho iniziato a lavorare qui, i casi di malnutrizione grave erano pochissimi. Ora, ogni giorno, arrivano in clinica bambini gravemente malnutriti. E hanno più complicazioni e più malattie di prima”, ha continuato Farhiyo Mohamud Abdirahman.

I bambini malnutriti sono più suscettibili alle infezioni e ad altre malattie – come il morbillo, la polmonite e il colera – che mettono ancora più a rischio la loro salute.

Casho*, 33 anni, quest’anno ha perso due suoi figli a causa del morbillo e la maggior parte del suo bestiame è morto a causa della siccità. La sua famiglia ha deciso di trasferirsi in un campo di sfollati a Baidoa nella speranza di trovare aiuti salvavita, per raggiungere il quale ha camminato per due giorni consecutivi con i suoi sette figli, lasciandosi alle spalle la sua casa e una fattoria un tempo prospera.

“La siccità ci ha colpiti duramente. In particolare, i bambini hanno sofferto di malattie come il morbillo. Prima allevavamo animali e coltivavamo, ora i nostri animali sono morti e i raccolti sono persi. I nostri figli sono malati e lo siamo anche noi. Stiamo tutti soffrendo la fame, giovani e anziani”, ha raccontato.

Con la maggior parte della Somalia alle prese con una grave siccità, lo sfollamento e la povertà sono diventati diffusi in tutto il Paese. Centinaia di migliaia di persone come Casho sono state costrette a fuggire dalle loro case in cerca di cibo, acqua pulita e cure mediche, ma la fame è una realtà quotidiana anche nei campi di sfollamento.

“Non abbiamo mangiato né ieri sera né quella prima. Non abbiamo nulla. Questa è la nostra situazione attuale”, racconta Ali*, 15 anni, arrivato in un campo di sfollati a Baidoa con la sua famiglia a giugno. “Chiediamo l’elemosina al mercato per avere un po’ di mais o qualche soldo. A volte torniamo a casa senza niente e dormiamo a stomaco vuoto. Le nostre fattorie sono secche e stiamo morendo di fame. Il nostro problema principale è la fame”.

Save the Children lavora per aiutare le comunità colpite in Somalia a far fronte agli effetti umanitari immediati della siccità. L’Organizzazione sta fornendo forniture d’acqua d’emergenza, curando i bambini malnutriti, sostenendo i sistemi educativi in modo che i bambini non perdano la possibilità di studiare mentre sono sfollati a causa della siccità, gestendo strutture sanitarie e fornendo denaro e sostegno ai mezzi di sussistenza ai più vulnerabili.

Per sostenere gli interventi di Save the Children in emergenza: https://www.savethechildren.it/dona-fondo-emergenze

 

*I nomi sono stati modificati per proteggere la privacy

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteLa rock-band multiplatino plurinominata ai GRAMMY Awards
Articolo successivoIl 13 luglio presso la Rocca Sforzesca di IMOLA in occasione de LA MILANESIANA, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, le letture di TAHAR BEN JELLOUN e LORENA CESARINI e il concerto al pianoforte e le letture di AEHAM AHMAD.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui