Nell’odierno panorama culturale, l’omosessualità maschile e in tempi relativamente recenti il gender (vale a dire il sesso che ci si inventa il mattino appena svegli), vengono sdoganati dall’area dei tabù, esaltati sui cartelloni pubblicitari e negli spot televisivi, gridati nei gay pride e nei programmi televisivi, ma sottaciuti nella dimensione della sofferenza individuale e del disagio esistenziale. E’ nota la crisi dell’identità maschile e la crescente incertezza della definizione di “genere sessuale”, ma prevale lo stereotipo politically correct per cui bisogna vivere e accettare serenamente ciò che un individio pensa o sogna di essere a prescindere dal corredo sessuale donato da madre natura o da Dio per chi crede. Il malessere legato alla percezione della propria “diversità” è poco riconosciuto e considerato non tanto una drammatica incognita interiore, ma l’effetto condizionato di una chiusura moralistica-religiosa da parte di una chiesa bigotta rimasta al medioevo o di arcaici retaggi patriarcali duri a morire. Chi si prodiga a promuovere uno stato che contrasta con le leggi e gli istinti naturali, in realtà opera verso tali soggetti, una spregiudicata azione di indifferenza (e cinismo), nonchè una forzatura ideologica mascherata sotto le mentite spoglie delle libertà individuali, della comprensione, della solidarietà e di una valanga di balle il cui risultato, come dimostrano le cronache, è portare i “disorientati” al suicidio. Se realmente si avessero a cuore chi ha bisogno di attenzioni, si dovrebbero indicare vie e soluzioni meno ipocrite che non varare leggi che amplierebbero sofferenza e dolore . Alcune risposte stanno arrivando dalla psicologia cosiddetta “ricostitutiva”, basata sugli studi empirici della identità sessuale. Autorevoli psicologi che da anni lavorano in questo campo possono documentare numerose “guarigioni” di persone gay che hanno iniziato una terapia psicanalitica seria, e sono completamente usciti dal tunnel di una personalità incompiuta (vera radice dell’omosessualità). Certo, per gli omosessuali il primo passo da fare sarà gettare alle ortiche le bandiere ideologiche dell’orgoglio gay e riconoscere umilmente e senza complessi il proprio bisogno d’aiuto. La società invece, dovrebbe avere il coraggio di infrangere il luogo comune imposto dai media e dagli ideologi Lgbtq secondo cui bisognerebbe arrendersi al fatto che omosessuali si nasce. Il problema dell’omosessualità e del gender non si affronta, nè demonizzando, nè assecondando, ma tentando il recupero, liberamente e senza costrizioni.
Gianni Toffali