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ASSOCIAZIONE VITA DA CANI

 

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Otto maialini salvati dalla sperimentazione animale escono da un laboratorio di ricerca italiano

 

Dopo Stella Zero, il primo maiale uscito da un laboratorio del nostro paese e morto poco dopo a causa dell’elettrodo impiantato nel cervello, sono stati recuperati Undi, Will, Mike, Dustin, Lucas, Robin, Max e Nancy

 

Si chiamano Undi, Will, Mike, Dustin, Lucas, Robin, Max e Nancy. Sono otto maialini salvati dalla sperimentazione dall’associazione Vita da cani di Milano. Piccoli, con occhi celesti, il naso lucido e il corpo candido, delicatamente rosa, sono usciti da un laboratorio di ricerca dove sono stati sottoposti ad esperimento.

Dopo Stella Zero, il primo maiale uscito da un laboratorio del nostro paese e morto poco dopo a causa dell’elettrodo impiantato nel cervello, “questi maialini hanno potuto salvarsi grazie a una serie di coincidenze, come sempre accade quando ritiriamo gli animali dai laboratori – spiega Sara d’Angelo, presidente dell’associazione – . Qualcuno dall’interno dei laboratori permette che ciò avvenga. Un dirigente, una veterinaria, uno stabularista che si oppongono a che la storia degli animali finisca nel sangue, con la morte, nel silenzio. Il piccolo miracolo di questi magnifici otto maialini è avvenuto anche grazie alla preziosa collaborazione della Collina dei Conigli, che si occupa del recupero delle cavie di laboratorio, e alla convinzione della veterinaria del centro di ricerca”.
Oggetti di poco conto selezionati attentamente per una facile gestione in laboratorio, addomesticati, resi inermi e passivi, gli otto maialini non conoscono niente del mondo fuori: vissuti in ambienti asettici, non hanno mai visto la luce del sole, toccato la terra e l’erba, non si si sono mai fatti il bagno nel fango. Si affacciano ora alla vita per la prima volta nel rifugio PorciKomodi di Magnago e seguiranno un percorso di riabilitazione. “Già in questi primi giorni abbiamo visto personalità e volontà diverse esprimersi. E’ commovente guardarli, vedere che iniziano a fidarsi ed essere testimoni di questa loro storia di libertà e speranza, di questa loro vita che inizia”.
“I maialini salvati sono dei ‘Gottingen’ – spiega Sara d’Angelo – animali brevettati da Marshall Farm, multinazionale leader mondiale nel mercato degli animali da laboratorio, selezionati e progettati con determinate caratteristiche per accontentare i clienti e le loro necessità più disparate: questo maialino, che non pesa più di 30 chili, è minuto, occupa poco spazio, è resistente, è docile e abituato ad essere maneggiato, sollevato e sospeso, come i cani di Green Hill.
L’associazione Vita da cani si occupa di animali da laboratorio dal 1998. Attraverso il progetto DL4, ispirato al nome del terribile test di tossicità DL50, li ha portati in salvo, accolti, ospitati, riabilitati. Da allora Vita da cani ha ritirato dai laboratori oltre 1500 cani, migliaia di topi, ratti, conigli, cavie, 14 scimmie (le bambine), e 9 maiali. Alcuni sono rimasti nei rifugi dell’associazione ad altri è stata trovata una famiglia.
“Ogni anno in Italia muoiono nei laboratori 600 mila animali, nel mondo i numeri disponibili fanno venire i brividi, oltre 115 milioni di animali vengono utilizzati per la ricerca scientifica –  conclude Sara d’Angelo – . Di fronte a questa drammatica realtà qualunque cosa noi facciamo è poco, anche la nostra storia e quella dei maialini di cui stiamo parlando. Ma non di meno rimane preziosa perché ci permette di resistere al dominio, apre una minuscola ma potente fessura per scalfire quel muro di silenzio che rende possibile lo sfruttamento incontrastato degli altri animali, non solo nei laboratori ma anche negli allevamenti per la carne”.

Per sostenere questo e gli altri progetti che l’associazione porta avanti, www.vitadacani.org

 

Vita da Cani odv

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