The Open a Cameron Smith, Celli conquista la Silver Medal
Il vincitore ha superato Cameron Young, secondo, e Rory McIlroy, terzo. L’azzurro è il secondo italiano a compiere l’impresa tredici anni dopo Matteo Manassero
L’australiano Cameron Smith, prima con una rimonta incredibile e poi con un finale in cui ha respinto ogni tentativo di recupero degli avversari, ha vinto con 268 (67 64 73 64, -20) colpi il 150° The Open disputato per la 30° volta sul percorso dell’Old Course (par 72) di St. Andrews, in Scozia. Il 28enne di Brisbane, al suo primo exploit in un major, ha superato di misura Cameron Young, secondo con 269 (-19), e il nordirlandese Rory McIlroy, terzo con 270 (-18). Grande soddisfazione in casa azzurra per la prova di Filippo Celli che ha ottenuto la Silver Medal, riservata al miglior dilettante, terminando 47° con 283 (74 67 71 71, -5), e per la risalita nei due round conclusivi dal 66° al 15° posto di Francesco Molinari (278 – 73 71 66 68, -10). Cameron Smith, cinque titoli sul PGA Tour, tre conquistati al playoff, e due sul DP World Tour (uno allo spareggio), vincitore a marzo del prestigioso The Players Championship, ha cambiato le sorti del torneo, che sembravano dopo nove buche in mano a McIlroy avanti di due colpi, realizzando cinque birdie consecutivi dalla decima buca alla 14ª e ponendosi al comando. Subito in ritardo il norvegese Viktor Hovland, leader con McIlroy dopo il “moving day”, e con quest’ultimo che dopo i due birdie in dieci buche non è stato più capace di segnarne altri (70, -2 finale), è stato Cameron Young a dare l’ultimo brivido con un eagle alla buca 18 (65, -7 con in precedenza sette birdie e due bogey). Smith, però, ha evitato il playoff con l’ottavo birdie di giornata per il 64 (-8) vincente e miglior score del turno, ottenuto anche da Sam Burns, che non ci ha fatto molto (42° con 282, -6). Per il successo Cameron Smith ha ricevuto un assegno di 2.500.000 dollari su un montepremi di 14 milioni di dollari, il più alto nella storia dell’evento. Hovland si è classificato al quarto posto con 274 (.14), agganciato dall’inglese Tommy Fleetwood, e sono terminati tra i top ten alcuni ritenuti alla vigilia autorevoli candidati al titolo come Dustin Johnson, sesto con 273 (-13) alla pari con Brian Harman, quindi Bryson DeChambeau, risalito dalla 18ª piazza, Jordan Spieth e Patrick Cantlay, ottavi con 276 (-12).
Molinari, un bel finale – Una partenza lenta, poi due giri finali al suo livello. Francesco Molinari, primo italiano a vincere il The Open nel 2018, dopo un 73 (+1) e un 71 (-1), è risalito dal 66° posto per approdare al 15° passando per il 18°. Prime 36 buche concluse in par, poi sette birdie e un bogey nel terzo round e cinque birdie e un bogey nel quarto, con ben dieci colpi strappati al campo. Abbastanza per giustificare qualche rimpianto, ma probabilmente utili per dargli la consapevolezza di poter dire ancora molto in questa seconda parte di stagione.
A Celli la Silver Medal – Ha impiegato un giro per superare l’emozione, poi Filippo Celli, 21enne romano, ha acquisito la tranquillità tradotta subito in un 67 (-5) nel secondo giro con cui ha capito che poteva puntare alla Silver Medal, avendo recuperato tre dei sei colpi di svantaggio che aveva da Barclay Brown. Poi due 71 (-1), il primo per il sorpasso sull’inglese e il secondo per cogliere il prestigioso riconoscimento. Nove buche in par e in altalena con tre birdie e altrettanti bogey, poi un bogey alla buca 11, che gli ha dato solo una minima apprensione perché i suoi avversari erano già in club house e in coda alla classifica, quindi l’eagle della certezza e infine un bogey e un birdie solo per completare i numeri. E per lasciare a debita distanza gli altri tre amateur Aaron Jarvis, 76° con 289 (+1), Barclay Brown, 79° con 290 (+2) e Sam Bairstrow, 81° con 292 (+4). E’ divenuto il secondo azzurro, dopo Matteo Manassero nel 2009, a fregiarsi della Silver Medal istituita nel 1949, e vinta in passato da grandi campioni quali Tiger Woods (1996), Justin Rose (1998), Rory McIlroy (2007) e Matthew Fitzpatrick (2013). Un mese fantastico per l’azzurro che a giugno si era imposto nell’European Amateur Championship a Valencia, in Spagna. Celli, che ha avuto quale caddie il suo coach e Commissario Tecnico della Nazionale dilettanti italiana Alberto Binaghi, ha detto al termine: “Mi sento veramente felice e sono contento di aver condiviso questi momenti con Alberto, che aveva seguito anche Manassero nel 2009 e che mi ha molto aiutato durante la settimana con la sua notevole esperienza. Questa mattina mi sembrava incredibile di avere l’occasione per aggiungere nell’albo d’oro il mio nome a quello di tanti grandi campioni che hanno vinto la Silver Medal. Non mi sono emozionato, ma mi sono detto solo da andare in campo sereno e vedere cosa sarebbe successo. Ora la Silver Medal è una realtà e spero sia solo l’inizio per raggiungere altri traguardi importanti. E per questo ringrazio la Federazione Italiana Golf per il prezioso supporto che ho sempre ricevuto”. Grande soddisfazione, naturalmente, per il prestigioso risultato da parte della Federazione Italiana Golf, presente a St. Andrews con il Presidente Franco Chimenti e con il Segretario Generale Marta Maestroni.
I delusi – Sicuramente non si attendeva un finale così deludente Scottie Scheffler, numero uno mondiale, che invece di lottare per il titolo dall’alto del quinto posto che occupava dopo 54 buche, è finito nell’anonimato del 21° con 279 (-9) come l’inglese Matthew Fitzpatrick. Il torneo non ha riservato soddisfazioni neanche a Xander Schauffele, stesso score di Molinari, allo spagnolo Jon Rahm, 34° con 281 (-7), e a Justin Thomas, 53° con 284 (-4). Bilancio assolutamente in rosso per Collin Morikawa, che difendeva il titolo, 84° con 145 (+1) e uscito al taglio. Stessa sorte per Tiger Woods, 148° con 153 (78 75, +9), e per il terzo italiano in campo, Guido Migliozzi, 107° con 147 (73 74, +3).