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Napoli, panchine al Vomero: chi le fa sparire e chi le cura riverniciandole

Continua la guerra contro “tavolino selvaggio” e per il ripristino delle panchine scomparse

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            ” Al Vomero, quartiere collinare partenopeo, c’è chi, in un recente passato, le panchine le ha fatte sparire,  chi vorrebbe spostare le poche rimaste per incrementare lo spazio per collocare sulla pubblica via gazebo, ombrelloni, tavolini e sedie del proprio esercizio commerciale ma, per fortuna c’è anche chi manda segnali di segno opposto, come il chioschetto  di piazza Vanvitelli, che ha provveduto, in questo periodo di ferragosto, a riverniciare integralmente, attraverso le opportune opere manutentive e a proprie spese, la panchina che circonda la fioriera in adozione in piazza Vanvitelli “. A segnalare l’episodio è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, che ha più volte denunciato la scomparsa di numerose panchine, molte delle quali mai più ripristinate e che al riguardo ha realizzato un ricco dossier fotografico, a disposizione degli organi inquirenti, laddove finalmente venisse aperta un’indagine sulla vicenda, ma che, più di recente, ha intrapreso una vera e propria crociata contro “tavolino selvaggio”, a seguito del dilagare delle occupazioni di suolo pubblico, anche fuori dagli spazi concessi, creando gravi difficoltà al passaggio dei pedoni e, segnatamente dei diversamente abili,  sui marciapiedi e nelle aree pedonali del quartiere collinare partenopeo

            ” Si vede che è iniziata la campagna elettorale – ironizza amaramente Capodanno-. E’ assurdo che il consiglio della municipalità collinare, invece di occuparsi di far rispettare leggi e regolamenti, con le norme per la salvaguardia dei tratti di marciapiedi a disposizione dei pedoni, con particolare riferimento alle persone diversamente abili con problemi di deambulazione, e con l’eliminazione delle occupazioni abusive realizzate segnatamente nelle isole pedonali, al di fuori delle spazi concessi dall’amministrazione comunale, a fronte peraltro di una petizione, che ha già ottenuto quasi 600 sottoscrizioni, per dire basta a “tavolino selvaggio”, presente alla pagina https://www.change.org/marciapiediliberi , si sia riunito, di recente, a seguito della richiesta di alcuni esercenti commerciali di spostare le poche panchine rimaste nel quartiere. Una richiesta respinta dal consiglio municipale solo dopo però le  veementi proteste dei tanti residenti contrari agli spostamenti richiesti.

 

            ” Il tutto a fronte del dato che proprio nelle isole pedonali sono scomparse diverse panchine non più ripristinate, dal momento che, in alcuni casi, lo spazio è stato poi occupato proprio dagli arredi alcuni esercizi pubblici – sottolinea Capodanno- . La tecnica utilizzata è stata quasi sempre la stessa. Prima la panchina veniva azzoppata da ignoti tranciando uno dei piedi o rompendo lo schienale, poi veniva fasciata, per ragioni di sicurezza, con del nastro bicolore e infine asportata, senza essere sostituita. Dopo pochi giorni, al posto della panchina, sovente comparivano tavolini, sedie e arredi vari. Il tutto senza che risulti che gli organi competenti dell’amministrazione comunale abbia provveduto a denunciare l’accaduto, con la possibilità d’individuare gli autori del danneggiamento, per i provvedimenti consequenziali, anche avvalendosi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in zona “.

 

            ” Purtroppo queste sono le conseguenze di chi, in passato, ha deciso di chiudere, anche se solo sulla carta, visto che autovetture e motocicli continuano a transitare e a sostare a tutte le ore del giorno,  alcuni tratti di via Scarlatti e di via Luca Giordano, senza peraltro realizzare nelle aree limitrofe parcheggi di destinazione – puntualizza Capodanno -. Operazione enfaticamente denominata pedonalizzazione ma che evidentemente tale non è, visto che gli spazi rimasti per i pedoni, i quali, per passeggiare, devono effettuare delle vere e proprie gimcane, sono ridoti all’osso “.

 

            ” Dopo la chiusura al traffico infatti – aggiunge Capodanno – i canoni di locazione nei tratti di strada interessati hanno cominciato a lievitare notevolmente, costringendo molti storici esercenti, che non avevano la possibilità di pagare somme così elevate, ad andar via. Al loro posto sono arrivate perlopiù attività destinate alla vendita e alla somministrazione di cibi e bevande, in particolare bar e pizzerie, che sovente, a fronte di un locale al coperto di poche decina di metri quadrati, hanno occupato all’esterno uno spazio di molto superiore a quello interno, con dehors, ombrelloni, sedie e tavolini, ma anche con strutture fissate al suolo o poste su pedane che restano in sito 24 ore su 24 “.

 

            ” Il tutto – afferma Capodanno –  con gravi disagi, più volte denunciati dai residenti, in un quartiere, il Vomero, che ha una delle più alte densità abitative del Paese se non di tutto l’orbe terracqueo, con ben 24mila abitanti per chilometro quadrato. Residenti che sono costretti, anche in questi giorni di calura, con finestre e balconi aperti per far circolare un poco d’aria,a subire l’inquinamento acustico determinato dagli schiamazzi e dagli assembramenti di avventori negli spazi all’aperto posti dinanzi agli esercizi pubblici, alcuni dei quali restano aperti anche per tutta la notte “.

 

            Capodanno, perdurando l’inerzia degli uffici preposti dell’amministrazione comunale a fronte delle gravi problematiche evidenziate, chiede l’intervento sulla vicenda del Prefetto e del Questore di Napoli, valutando nel contempo la possibilità che della questione venga investita anche la Magistratura inquirente.

 

 

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