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ATTIVISTI E DEI CITTADINI IN PRESIDIO PERMANENTE AL PARCO DELLA MAGGIOLINA A LA SPEZIA

 

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I cinghiali bloccati nel parco della Maggiolina a La Spezia saranno portati al macello lunedi mattina all’alba, fonti certe lo confermano
L’appello di Associazioni e attivisti: “Chiediamo a tutti coloro che hanno mostrato solidarietà e si sono attivati per la liberazione dei cinghiali di accorrere subito a La Spezia per fare da scudo e opporsi a questa ingiustizia” 

“La soluzione per salvare la vita alle due mamme e ai loro sette cuccioli c’è ed è stata comunicata ufficialmente a Comune e Regione Liguria. Ma le istituzioni si sono rivelate sorde all’appello di migliaia di cittadini. Non ci resta che fare barriera con i nostri corpi”, concludono gli attivisti 

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Le associazioni e gli attivisti, che da 13 giorni presidiano i cancelli del Parco della Maggiolina a La Spezia, lanciano un ultimo appello ad accorrere numerosi per proteggere la vita dei nove cinghiali, due mamme con sette cuccioli, che la Regione ha bloccato dentro il parco e ha deciso di uccidere e macellare all’alba di lunedì 22 agosto.

La notizia, trapelata da fonti certe, sembra non lasciare più spazio alle trattative istituzionali che le associazioni avevano intavolato con Comune e Regione.

“Non c’è più tempo per sperare in un ripensamento delle istitituzioni. La ASL vuole prelevare i cinghiali lunedi mattina all’alba, per questo abbiamo bisogno di persone qui: chiediamo a tutti coloro che hanno mostrato solidarietà e si sono attivati per la liberazione dei cinghiali di accorrere subito a La Spezia per fare da scudo e opporsi a questa ingiustizia”.

Sul tavolo delle istituzioni, ormai da giorni, c’è la disponibilità  ufficiale –  presentata dalle associazioni – del rifugio dell’etologo Francesco De Giorgio, in provincia di Imperia. Qui si potranno effettuare sugli animali le analisi per la peste suina africana (Psa); inoltre il rifugio, insieme alle associazioni, ha dato disponibilità a mantenerli e a sterilizzarli. La PEC con la proposta ufficiale risulta correttamente inviata tramite la Lav ma le istituzioni al momento negano di averla ricevuta.

Sono migliaia i cittadini che hanno scritto direttamente alle istituzioni e che si aggiungono ai 4000 che hanno firmato una petizione online, richiedendo di optare per le soluzioni alternative.

“La sordità delle istituzioni alla richieste della cittadinanza non ci lasciano alternative: non ci resta che fare barriera con i nostri corpi”, concludono gli attivisti. “La peste suina non può essere usata come pretesto per abbattere individui sani, in quarantena da 13 giorni, che nel rifugio del biologo Francesco De Giorgio verrebbero comunque analizzati per garantire tutti i protocolli di sicurezza richiesti dalle autorità”.

 

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