L’ASTRUSITA’ DI UN’ELEZIONE
di Vincenzo Olita*
L’Umanità ha conosciuto il metodo e lo strumento elettorale da circa 27/26 secoli. Un lungo cammino riservato a minoranze ed esigui strati sociali che ha visto il completo riconoscimento del diritto di voto, almeno in Italia, solo con la fine del secondo conflitto mondiale. Nel 1948, con il suffragio universale, all’elezione politiche votò il 92,19% degli aventi diritto. Altri tempi rispetto al 72,93% del 2018, quando circa 12 milioni, in uno stato di afasia, non ritennero di partecipare non riconoscendosi nel panorama e nella liturgia della politica, nella sua concretezza e nelle sue verità. L’implementazione del fenomeno è evidente, con il disappunto che in ogni tornata elettorale coinvolge il mondo politico, per poi inabissarsi il giorno dopo i risultati. Di fatto, per tutti è di assoluta marginalità comprendere ed immedesimarsi nella condizione anomica di una consistente frazione di popolo.
Fra poco più di una settimana voteremo, dopo una logora, stanca, fiacca e inconcludente campagna elettorale. L’esito in larga parte è scontato, con l’affermazione della destra occorre solo determinare la consistenza delle sue tre componenti, con l’insuccesso della sinistra e dei suoi tre irrilevanti satelliti, solo per accertarne l’entità. Il terzo polo lascerà la sua dicitura ai 5Stelle e dovrà individuare la sua stessa ragion d’essere.
L’affermazione della Destra produrrà sostanziali cambiamenti rispetto alla legislatura che si chiude, al governo dei migliori, ad un improbabile vittoria del PD e i suoi alleati? Crediamo di NO!
Qualche maggiore impegno per limitare l’arrivo di migranti e il rimando sine die di alcuni cavalli di battaglia del PD quali lo Ius Scholae e il Disegno di legge Zan sull’omofobia, sostanzialmente il Paese nella sua quotidianità non avvertirà nessun processo di mutamento e modernizzazione.
L’informazione internazionale dal New York Times ai tedeschi Sueddeutsche Zeitung, Frankfurter Allgemeine Zeitung, dal francese Le Monde, allo spagnolo El Pais paventano per la coalizione di centrodestra un difficile governo. Ed ancora, le grandi banche d’affari come Goldman Sachs, Societé Générale, Ubs ed altre, minacciano guai se il nuovo governo non seguirà l’agenda Draghi. Insomma, per questo Paese votare deve significare acconsentire ai desideri e alle indicazioni del potere globalista e del pensiero unico, altro che interferenze, siamo alla sovranità limitata!
Noi non comprendiamo il significato dell’espressione agenda Draghi né riteniamo di approfondirlo, così come crediamo che non sia questo il momento di insistere sulla nostra visione del mondo, sulla nostra concezione della libertà, sulle connotazioni del nostro liberalismo.
Da quel piccolo superbo saggio del 1914 di Giovanni Papini: “Chiudiamo le Scuole” riportiamo “Diffidiamo de’ casamenti di grande superfice, dove molti uomini si rinchiudono o vengon rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri”.
Sono gli stessi casamenti che a distanza di 108 anni necessitano che, in primis, una Politica non politicante se ne prenda cura nell’interesse del proprio popolo. Succederà dopo il 25 settembre? Crediamo di NO!
I Pronto Soccorsi degli ospedali diventeranno luoghi di serena e celere accoglienza, anche psicologica, per chi vi si rivolge e non un ambiente in cui dimorare soffrendo ore per ottenere una prima valutazione? Avremo un sistema sanitario in cui per usufruire di visite ed esami diagnostici non occorra attendere mesi? Crediamo di NO!
Con l’avvio di una moderna edilizia penitenziaria avremo degli Istituti non luoghi di patimento aggiuntivo agli anni di detenzione? Anche per ridurre la popolazione detenuta si potrebbe iniziare dalla scarcerazione degli anziani malati specialmente di quelli non deambulanti? Crediamo di NO!
Avremo delle scuole in cui l’unica obiettivo non sia la Promozione ad ogni costo, dove merito e competenza sono ormai vuoti slogan che incensano solo il Ministro dell’Istruzione di turno? Crediamo di NO!
Avremo, immediatamente, una legge che consenta alla Pubblica Sicurezza di sgombrare, appena a conoscenza, gli appartamenti in particolare degli anziani, occupati con la forza? Crediamo di NO!
Ministero dell’Interno e Magistratura avvieranno mai un intervento sulle case di riposo e di degenza per anziani su tutto il territorio nazionale, senza attendere l’emergere del diffuso malaffare nel settore, foglia dopo foglia? Crediamo di NO!
Arriveremo alla convinzione che occorre legalizzare il consumo di stupefacenti se vogliamo avviare un efficace contrasto al crimine organizzato e liberare uomini e mezzi per la sicurezza? Crediamo di NO!
Potremmo continuare con la burocrazia della Pubblica Amministrazione, con la necessità di prendersi seriamente cura delle patologie psichiche, dell’incompetenza della nostra politica nel comprendere le condizioni del Pianeta sul versante geopolitico e militare. Inutilmente, la campagna elettorale si avvia alla conclusione e ci si è occupato di ben altro, in particolare, della preoccupazione di non far vincere gli avversari. La politica come riflessione e ragionamento sulla politica.
Noi, ancora una volta, abbiamo compreso che la contemporanea vocazione per la politica, per chi vive di politica, è quella di servire una causa per la propria vita. L’informazione, al solito, ha svolto un’operazione d’incensamento reciproco con politici ed apparati dello Stato in un clima di assenza di autorevolezza per tutti.
Il nostro interesse? Solo dare un senso compiuto, se si vuole, di servizio, alla nostra avventura intellettuale ed esistenziale.
*Direttore Società Libera