Ex ministri europei esortano il Belgio a non rilasciare il terrorista iraniano Assadollah Assadi
In una dichiarazione, 21 ex ministri europei hanno esortato il Primo Ministro del Belgio a chiarire in modo inequivocabile che il trattato di scambio di prigionieri con l’Iran non si applicherà ai terroristi. Una volta firmato, questo trattato può consentire a Bruxelles di rilasciare il diplomatico-terrorista iraniano incarcerato Assadollah Assadi, che è stato colto in flagrante nel complotto per fare esplodere una bomba al raduno dell’opposizione nel 2018 a Parigi.
“La nostra esperienza diretta mostra che rilasciare Assadi con qualsiasi pretesto non farebbe che incoraggiare la condotta terroristica di Teheran in Europa, metterebbe in pericolo la sicurezza dell’Europa e dei cittadini europei”, si legge fra l’altro nella dichiarazione.
Il testo completo di questa dichiarazione è riportato qui.
DICHIARAZIONE
Il terrorismo è una minaccia crescente ai nostri valori democratici. Combatterlo è un obiettivo comune a tutti i Paesi europei ed è strumentale alla salvaguardia della pace e della sicurezza collettiva.
Noi ex ministri di vari Paesi europei siamo profondamente allarmati dalla prospettiva che il governo belga liberi Assadollah Assadi, il diplomatico iraniano che sta scontando una pena detentiva di 20 anni per avere tentato di far esplodere una bomba a un raduno internazionale.
Assadi, che è una delle sole 20 persone nella lista nera dei terroristi dell’UE, è stato condannato dalla magistratura belga per avere ideato lo sventato attentato terroristico al raduno organizzato dal movimento dissidente iraniano “Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)” in Francia il 30 giugno 2018. All’incontro parteciparono decine di migliaia di persone, tra cui centinaia di illustri personalità internazionali provenienti da entrambe le sponde dell’Atlantico. Diversi firmatari di questa dichiarazione erano potenziali vittime del complotto terroristico.
È molto significativo che, dopo oltre due anni di indagine, la magistratura belga abbia definitivamente condannato Assadi alla massima pena e dichiarato inequivocabilmente che egli agiva per conto dello Stato iraniano. Era la prima volta che un diplomatico veniva processato per il suo ruolo in un complotto terroristico nel cuore dell’Europa.
Il rilascio di Assadi potrebbe risultare da un trattato tra Belgio e Iran che consente il trasferimento delle persone condannate nel territorio di una delle Parti nel territorio dell’altra Parte. L’articolo 13 del trattato recita: “Ogni Parte può concedere la grazia, l’amnistia o la commutazione della pena secondo la sua Costituzione o altre leggi”.
Nel frattempo, le autorità iraniane hanno ripetutamente affermato pubblicamente di non riconoscere la decisione del tribunale belga di condannare Assadi. Alti funzionari di Teheran, tra cui il ministro degli Esteri e il portavoce del ministero degli Esteri, hanno chiesto il rilascio immediato e incondizionato di Assadi.
Sarebbe del tutto illusorio pensare che Assadi sconterà il resto della sua condanna a 20 anni in Iran, lo Stato responsabile del fallito attentato terroristico. Il rimpatrio di Assadi in Iran sarebbe una presa in giro dello Stato di diritto in Europa e favorirebbe un’ulteriore impunità per il governo iraniano e i suoi funzionari coinvolti nel terrorismo e in crimini contro l’umanità.
Ciò è reso più allarmante dal fatto che il terrore di Stato iraniano va di pari passo con la diplomazia degli ostaggi, che il regime usa per proteggersi dalla responsabilità. Ogni volta che Teheran ha affrontato anche una debole sfida al suo terrorismo, ha arrestato innocenti occidentali con accuse spurie e ha sfruttato la loro sofferenza come merce di scambio per ottenere concessioni dai Paesi occidentali. Media iraniani hanno affermato chiaramente che alcune di queste persone saranno liberate solo se Assadi verrà rilasciato.
È molto rivelatore che l’Iran abbia arrestato diversi cittadini svedesi, francesi e tedeschi negli ultimi mesi, reintegrando la sua riserva di ostaggi occidentali. Questa tendenza deve finire. Per salvare e salvaguardare la vita dei propri cittadini, tutti i Paesi democratici dovrebbero adottare una politica decisa e fare pressione sull’Iran per fermare questa pratica disumana.
La nostra esperienza diretta mostra che rilasciare Assadi con qualsiasi pretesto incoraggerebbe solo la condotta terroristica di Teheran in Europa, metterebbe in pericolo la protezione e la sicurezza dell’Europa e dei cittadini europei e amplierebbe l’impunità di cui hanno indebitamente goduto i funzionari del regime iraniano.
L’attuazione del trattato belga-iraniano e la restituzione di Assadi costituirebbero un pericoloso precedente e indebolirebbero gravemente lo Stato di diritto. Questo avrebbe un impatto colossale sulla lotta dell’Europa contro il terrorismo e invierebbe il messaggio che il regime iraniano può sottrarsi alla responsabilità dei suoi gravi crimini internazionali e del suo terrore di massa in Europa. Il Belgio si assumerebbe una pesante responsabilità al riguardo.
Di recente, dopo una denuncia presentata dal CNRI e da diversi dignitari internazionali, la Corte d’Appello di Bruxelles ha emesso una sentenza provvisoria che blocca il trasferimento di Assadi in Iran. Come persone che hanno servito a lungo con incarichi di governo le nazioni europee e i loro cittadini, chiediamo urgentemente al governo belga di rendere permanente quel blocco e di revocare la sua decisione in merito al trattato per il “trasferimento di persone condannate”.
Come minimo, Bruxelles dovrebbe mettere assolutamente in chiaro che il trattato non si applicherà ai terroristi, e certamente non al coordinatore del complotto terroristico Assadollah Assadi. Per il bene della sicurezza e dell’incolumità comune di tutte le nazioni europee, egli deve scontare l’intera pena in Belgio.
Firmatari:
Janez Jansa, Former Prime Minister – Slovenia
Iveta Radicova, Former Prime Minister – Slovakia
Petre Roman, Former Prime Minister – Romania
Geir H. Haarde, Former Prime Minister – Iceland
Franz Joseph Jung, Former Federal Minister for Defence – Germany
Theo Francken, MP, Former Secretary of State for Asylum, Migration – Belgium
Ryszard Kalisz, Former Minister of the Interior and Administration – Poland
David Jones, MP, Former Minister of State for Brexit – UK
Alain Vivien, Former Secretary of State for Foreign Affairs – France
Jan-Erik Enestam, Former Minister for Defence – Finland
Horst Teltschik, Close adviser of Chancellor Helmuth Kohl – Germany
John Perry, Former Minister for Small Business – Ireland
Marcin Święcicki, Former Minister for Foreign Economic Relations, former Mayor of Warsaw – Poland
Kimmo Sasi, Former Minister for Transport and Communications – Finland
Karel Schwarzenberg, Former Minister of Foreign Affairs – Czech Republic
Francis Zammit Dimech, Former Minister of Foreign Affairs – Malta
Anatol Șalaru, Former Minister of Defence – Moldova
Edvard Solnes, Former Minister for Environment – Iceland
Eduard Lintner, Parliamentary State Secretary in the Federal Ministry of Interior – Germany
Mario Galea, MP, Former Secretary of State for Older Persons and Care – Malta
Giuseppe Morganti, Former State Secretary for Education, Culture and University – San Marin