IL PUNTO n. 878 del 16 settembre 2022
di MARCO ZACCHERA
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Sommario: INTERFERENZE USA-RUSSIA – PRESIDENZIALISMO ED EUROPA – SPUDORATI – PRESENTAZIONE NEROZZI
INTERFERENZE Da 10 anni i democratici USA accusano Mosca di “interferenze” nella politica internazionale, di condizionare elezioni negli USA e nel mondo e di “comprare” politici e media per diffondere poi “fake news” in favore di Putin. Questa storia delle presunte interferenze russe è iniziata in concomitanza a quando sono emerse le inconfutabili porcherie combinate in Ucraina dal figlio di Joe Biden ai tempi in cui quest’ultimo ero vice di Obama, sono servite per accusare Trump e – senza mai con un riscontro concreto o una sentenza – vengono sempre tirare fuori, come gli analgesici, “a necessità”. “Vocine” che cercano sempre di depistare e dare un po’ di fiato alla cerchia dei “partiti-parenti” del PD americano sparsi nel mondo, soprattutto quando sono in evidente difficoltà. Infatti – guarda il caso – pur essendo legati a presunte news del 2016 saltano fuori solo adesso, a una settimana dal voto italiano, ma restano sempre impalpabili, corrosive, mai chiare. Che dietro le quinte l’attuale amministrazione USA non sia molto contenta di un potenziale nuovo governo di centro-destra in Italia, nonostante abbracci e sorrisi ufficiali, non è un mistero: meglio avere alleati “alla PD” sempre silenti e consenzienti rispetto a gente che magari si dimostrasse più indipendente nei propri giudizi. Tra l’altro proprio questa settimana gli USA hanno potenzialmente perso i loro rapporti privilegiati con la Svezia che, dopo quasi un secolo, pure lei ha virato politicamente a destra e non si sa mai che l’Europa cominciasse a cambiare direzione… Concludendo: se i fatti di corruzione ci sono, l’amministrazione USA li tiri fuori subito con date, circostanze, nomi e dimostrando gli importi pagati senza giocare a nascondino come è abituata a fare, cercando di dar corpo alle nebbie per potenzialmente inquinare il voto. Anche perché colgo una forte contraddizione: Putin è accusato di “interferire” all’estero, ma queste presunte “mezze notizie” americane che escono a puntate, che cosa sono se non esattamente la stessa cosa, aggravate dal fatto che le interferenze russe restano “presunte”, mentre questi atteggiamenti USA sono invece sotto gli occhi di tutti.
PER IL PRESIDENZIALISMO E UNA NUOVA ITALIA IN EUROPA In una campagna elettorale abbastanza piatta e dove i protagonisti sembrano scambiarsi solo battute su temi un po’ scontati, emergono però due elementi di netta diversità tra il centro-destra e la sinistra: il presidenzialismo e l’opportunità di un diverso rapporto con l’Unione Europea. La sinistra è per mantenere lo status quo: qualsiasi riforma costituzionale è vista come l’antidemocratica anticamera di un ritorno a un regime, il PNRR è dichiarato immodificabile e per il PD se l’Italia cambiasse maggioranza di governo rischierebbe di essere messa al bando in Europa. Premesso che ogni cambiamento istituzionale ha un proprio iter con i tempi necessari, credo che questi due temi siano invece (o possano essere) i due veri “cavalli di battaglia” per un’alternanza di governo e – a parte gli aspetti dell’attuale crisi energetica ed economica – mettono in luce la necessità per l’Italia di un vero cambiamento. Da sempre ritengo che un Presidente eletto direttamente dal popolo abbia più autorevolezza, credibilità ed in definitiva permetta una maggiore democrazia in un paese senza il filtro dei partiti, mentre i rapporti con l’UE devono avere un deciso cambio di marcia. Certamente Draghi è ben visto a Bruxelles e chiunque si insediasse a palazzo Chigi sarebbe – per il “gotha” finanziario europeo – un profondo rischio di disturbo, ma sono convinto che se oggi fossero vivi De Gasperi, Adenauer, Spaak, Monnet e gli altri padri fondatori del dopoguerra europeo inorridirebbero vedendo cosa è diventato il baraccone della burocrazia europea e le manovre economiche che ci girano intorno. Il ruolo dell’Italia non deve essere più quello della ruota di scorta che – indebitata fino al collo – va in buona sostanza solo a pietìre aiuti e scostamenti di bilancio autorizzati, ma vorrei diventasse il caposaldo dei paesi mediterranei. Quelli, per intenderci, che a Bruxelles contano poco rispetto all’asse franco-tedesco e conterebbero ben di più soprattutto se fossero capaci di “allearsi” con i paesi dell’Est Europeo, quei paesi che erano stati accolti (troppo) alla svelta nella UE soprattutto perché considerati sbocchi di mercato per Berlino e che oggi sono visti con sospetto solo perché chiedono altre politiche, compresi diversi atteggiamenti con Mosca. L’Italia deve essere un paese serio, ma non succube e deve imparare anche a fare maggiormente i propri interessi sui temi che per noi sono importanti. Parlo delle culture agricole mediterranee come di una gestione comune dell’immigrazione, ma anche della gestione dell’energia e della politica estera. Non bisogna solo essere credibili dal punto di vista finanziario, ma anche nei comportamenti, compreso il rigore da auto-imporci gestendo le risorse comuni. Solo il futuro dirà se – in caso di vittoria – la destra sarà capace di farlo, per ora mi pare evidente che la sinistra non abbia inciso a Bruxelles più di tanto e soprattutto difeso gli interessi italiani nonostante le tante dichiarazioni demagogiche: dal piano-sbarchi al prezzo del gas basta guardare i fatti. Il primo cambiamento e segno di discontinuità da pretendere, se il centro-destra vincesse, sarebbe comunque il chiedere le dimissioni al nostro “commissario” Gentiloni: non può continuare a galleggiare come un turacciolo con qualsiasi maggioranza: abbiamo bisogno di qualcuno che difenda i nostri interessi, non di un passacarte, anche perchè non si capisce come mai – ormai da decenni – a rappresentare l’Italia debba esserci sempre un esponente PD. L’aspetto “politico” della UE diventa ancora più importante visto le posizioni che l’Europa sta prendendo contro gli stati – come l’ Ungheria – che vengono definiti “antidemocratici” perché non in linea con i desideri di Bruxelles. Un tema che va approfondito molto seriamente, visto i suoi sviluppi clamorosi che potrebbero portare perfino alla auto-secessione degli stati “disallineati” e a una crisi generale dell’Unione.
SPUDORATI Non mi ha colpito il fatto in sé – ovvero proporre di togliere il “tetto” di 240.000 euro l’anno come massimo stipendio dei burocrati italiani – ma l’insensibilità sul momento che attraversiamo. Alla vigilia di uno degli inverni più difficili di sempre, con milioni di italiani e di aziende in crisi e mentre l’Italia non riesce neppure a far approvare in Europa un “tetto” al prezzo del gas, “loro” pensano che non bastino 20.000 euro/mese? Inquietante, ma anche spudorati.
PRESENTAZIONE Sabato 17 settembre alle 18 presso il salone della Società Operaia di Verbania Intra in Via De Bonis a cura dell’associazione “Cultura e Tradizione” verrà presentato il volume “Nascosti tra le foglie” di Franco Nerozzi, presente l’autore. Nerozzi è un reporter indipendente che negli ultimi decenni ha seguito decine di conflitti e crisi nel mondo ed illustrerà le sue esperienze, alcune delle quali raccolte nel volume.
UN SALUTO A TUTTI E BUON 25 SETTEMBRE !
MARCO ZACCHERA |