Per impedire alle donne in procinto di abortire di imitare Medea e di evitare loro inevitabili rimorsi di coscienza, l’Ungheria ha pensato ad un artifizio, a dir poco geniale. ll governo ungherese di Viktor Orban ha varato una legge che obbliga tutte le donne che vogliono abortire ad ascoltare il battito del cuore del feto. Apriti cielo, chi finge di non capire che un cuore pulsante non è un grumo di cellule, bensì vita umana, e chi pensa che diventare mamma sia una disgrazia da evitare, si è ipocritamente incensato i capelli di cenere gridando alla restrizione dei diritti femminili e alla traumatizzazione psicologica delle donne. Paventando la potenziale vincita del centrodestra e la ” fissa” per la vita nascente della Meloni, Il ministro della Salute Roberto Speranza ha sentenziato che l’ascolto del battito cardiaco del feto in Italia è «uno scenario totalmente irricevibile, fuori dalla norma vigente» e in contrasto con la legge 194, che difenderemo con tutte le energie». Eravamo convinti che in Italia la catastrofe più grande da evitare fosse l’avvento della guerra. Bisognerà invece convincersi che l’esercito da cui difendersi non esce dalla caserme e dai carri armati, ma dalle maternità e dai biberon.
Gianni Toffali