ARMAGEDDON!
Un mondo già in crisi, ad eccezione forse solo degli Stati che si sono, anche con inganno, attrezzati a scapito di quelli che hanno drizzato il becco agli sparvieri. Immancabile l’Italia. Battibecchi poi, per motivi di certo non futili: chiusura imprese grandi medie e piccole, tasse e bollette insostenibili, previsione di pancia vuota e battito di denti per gran parte dei cittadini. Il Covid 19 ha fatto strage, ma se ne prevede una di dimensioni spaventose: Armageddon nucleare, ultimo incubo, e vale per tutti! Da tenere a freno per evitare il peggio, al quale, come suol dirsi, non c’è mai fine per quel che è parto della mente del sapiens, non propriamente sapiens. Sì, perché sono gli stessi esseri ‘umani’ a portare avanti le situazioni per il peggio, e nella nostra attualità si prevede un peggio da Apocalisse. Si affacciò tale peggio anche nel 1962, ma allora, sebbene fosse fortemente voluto dagli amanti della distruzione, venne fermato da John Kennedy e da Nikita Krusciov che valutarono i deleteri effetti di quanto oggi si ripresenta. E nel salvare il mondo dall’Armageddon nucleare parte significativa ebbe anche Giovanni XXIII attraverso i suoi personali contatti con Krusciov. Riusciranno oggi ad evitare la rovina coloro che sono al Potere? Le possibilità di una Apocalisse si moltiplicano paurosamente: la Corea del Nord lancia missili balistici verso il Giappone, giustificandoli come reazione alle manovre degli Usa e della Corea del Sud, mentre all’Onu, cui la Casa Bianca si rivolge, Russia e Cina sono solidali nel non condannare la Corea del Nord. Anzi il Rappresentante cinese fa rilevare che il ruolo dell’Onu deve essere distensivo, non retorico e di pressioni, mentre la Delegata russa ribadisce che le sanzioni producono zero risultati. Rispetto a un tale moltiplicarsi di possibilità, ogni altro problema, animosamente sbattuto sulla stampa, ripetuto con grande urlo nei media, appare come il manzoniano beccarsi dei polli di Renzo. Noi così vicini all’Armageddon … –ha detto Biden qualche giorno fa- Putin non scherza quando parla del possibile uso di armi nucleari, chimiche o biologiche perché il suo esercito è in difficoltà… Poi il Presidente Usa fa un passo indietro sullo stare la Russia sul punto di usare armi nucleari. Annuncia il pericolo e tenta in seguito una quasi rassicurazione che di certo non lo annulla. Tutti coloro che sono al seguito lanciano frasi che suscitano paura, le ritirano poi. E Sergei Lavrov, Ministro degli Esteri della Russia, controbatte asserendo che Usa e vassalli vogliono intimorire col possibile uso di armi nucleari. Il Presidente ucraino Zelensky, a sua volta, sostiene che preparare la società russa al possibile uso di armi nucleari fa meditare sulle intenzioni dello Zar di volerle usare. Intanto con Putin parla il Presidente turco Erdogan perché si giunga a una soluzione pacifica (quella che da mesi lontani si sarebbe dovuta ricercare) e, al tempo stesso, a beneficio di tutte le parti. Ovviamente della Turchia in primis. Ma l’Ue, con la quale Erdogan si sforza di portare avanti i negoziati per essere parte di essa, che fa? Si attiva per le trattative di pace? Putin ha appena compiuto 70 anni in isolamento internazionale, come da più parti viene sottolineato. Secondo l’Istituto Levada ha ancora un abbondante consenso da parte del popolo, nonostante non registri la vittoria nella guerra ch’egli ama chiamare operazione militare speciale, alla quale va ripetendo di essere stato costretto per la tragedia avvenuta nel Donbass. Non ha festeggiato: a preoccuparlo è, oltre alla mancata vittoria, quel ‘cerchio magico’ che sembra staccarsi da lui; ma lo preoccupa forse anche il Leader ceceno Ramzan Kadyrov che critica i Vertici e chiede misure drastiche: legge marziale e uso di armi nucleari a basso potenziale. E Kadyrov manda al fronte tre giovanissimi suoi figli (16, 15 e 14 anni) a dimostrare la sua scelta forte per la lotta. Si può, stando così le cose, mettere Putin all’angolo? Non abbasserebbe ciò il suo senso di responsabilità? A dire il vero, non è tale senso neppure negli altri Leader diffuso, se a predominare è altro. Del male si discetta dal primo filosofare cercando di rintracciarne le cause Noi vogliamo ricordare la spiegazione della scienziata Rita Levi Montalcini. Brevemente dice: in ciascuno degli esseri umani è presente un doppio cervello, l’ “arcaico”, localizzato nell’ippocampo, dalla forza straordinaria (con esso l’australopiteco poté sopravvivere fra aggressori feroci e in ambienti ostili) e il “cognitivo” presente nella neo-corteccia, nato con il linguaggio e sviluppatosi con la cultura. Questo non riesce, però, a sopraffare l’altro. L’ “arcaico” è infatti tanto abile da far pensare che le grandi tragedie, frutto del suo comportamento, si attuino con il controllo del pensiero. Faranno i Leader anche questa volta, come nel ’62, retrocedere il cervello “arcaico”?
Antonietta Benagiano