Iran: al 28° giorno della rivolta, manifestazioni, scontri e scioperi continuano
La sera di giovedì 13 ottobre, 28° giorno della rivolta nazionale, sono scoppiate manifestazioni notturne a Teheran e in altre città come Kermanshah, Sanandaj, Mahabad, Saqqez, Bukan, Fuladshahr, Shahin-Shahr, Isfahan, Golshahr in Karaj, Ilam e Arak. I manifestanti hanno gridato “Morte a Khamenei” e hanno bloccato il percorso delle forze repressive accendendo del fuoco e scontrandosi con loro in vari luoghi.
I lavoratori del settore petrolchimico ad Asaluyeh e quelli delle raffinerie di petrolio ad Abadan e Bushehr hanno continuato lo sciopero per il quarto giorno consecutivo. Dall’inizio dello sciopero, le forze repressive hanno attaccato il raduno dei lavoratori di Asaluyeh e i loro dormitori e arrestato più di 30 lavoratori.
Mercoledì 12, 27° giorno della rivolta, Teheran e almeno 16 regione, università e scuole hanno assistito a manifestazioni e scontri con le forze repressive. I mercanti dei bazar hanno scioperato in 12 città.
A Teheran, proteste e scontri con le forze repressive sono avvenuti in luoghi diversi come Naziabad, Tehranpars, Ekbatan, Sattarkhan, Narmak, Vali-e Asr, Shariati, Taleghani, Kargar, Sadeghieh, Palestina, Lalezar, Piazza Azadi, Viale Ferdowsi, Fallah, Imamzadeh Hassan, Enghelab, Molvi, Khayyam, Alauddin, centro commerciale Kashani, Zafar, Kaj e Jeyhoon.
Donne coraggiose si sono opposte alle unità antisommossa speciali in Via Vali-e Asr. La gente dei sobborghi Tehranpars e Ekbatan cantava: “Quest’anno è un anno di sacrifici, Seyyed Ali (Khamenei) sarà rovesciato”. A Naziabad le forze repressive sono state costrette a fuggire di fronte ai manifestanti, e residenti locali hanno lanciato pietre dalle finestre contro gli agenti motociclisti. Agenti in borghese hanno arrestato manifestanti in alcune zone di Teheran.
Diverse città del Paese, tra cui Mashhad, Isfahan, Ardakan, Najaf Abad, Shahin-Shahr, Yazd, Rasht, Gorgan, Babol, Sari, Nowshahr, Lahijan, Gonbadkavus, Kermanshah, Sanandaj, Baneh, Mahabad, Marivan, Urmia, Divandareh, Sarpol Zahab, Piranshahr, Bukan, Dehgolan, Saqqez, Ilam, Kerman, Bandar Abbas, Bushehr, Qeshm, Karaj, Golshahr, Aligudarz, Neyriz, Dehdasht, Arak, Shiraz, Ardabil, Fardis in Karaj, Baharestan di Isfahan, Shahr-e Ray, Qeshm, Galugah, Asaluyeh e Izeh hanno assistito a scioperi, manifestazioni e scontri con agenti repressivi.
A Karaj i giovani hanno ribaltato un’auto della polizia. Nel Baharestan di Isfahan la gente ha costretto le forze repressive a fuggire. Le forze repressive sono state picchiate e costrette a fuggire anche a Ilam. A Shiraz agenti in borghese hanno aggredito delle persone e usato spray al peperoncino all’interno di un autobus.
A Sanandaj e Saqqez e in altre città del Kurdistan i manifestanti hanno resistito all’attacco delle forze repressive cantando “Morte al dittatore” e “Morte a Khamenei”, e i giovani hanno preso il controllo di alcune strade accendendo fuochi.
Alcune aree di Kermanshah, come Dowlat Abad e il sobborgo “6 Bahman”, sono state sotto il controllo della popolazione per alcune ore. Tre giovani manifestanti sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco dagli agenti. L’agenzia di stampa Fars, affiliata all’IRGC, ha riferito oggi: “Durante gli scontri tra le forze di sicurezza dello Stato e criminali armati a Kermanshah, cinque agenti sono rimasti feriti e uno di loro è in condizioni critiche”.
Secondo il quotidiano statale Entekhab, il 13 ottobre, in un incontro con i giudici, Gholam-Hossein Mohseni-Eje’i, capo della magistratura del regime, ha chiesto dure condanne per gli arrestati durante la rivolta e ha affermato: “Compassione inutile e condanne deboli per gli elementi principali [dietro la rivolta] sono un’ingiustizia nei confronti del popolo e del futuro”.
Alcuni dirigenti scolastici che si sono rifiutati di collaborare con il regime per identificare e arrestare studenti attivisti sono stati arrestati.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)